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Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto

Ancora veleno. Ancora morte. Ancora tumori. Ancora malattie. Ancora la cosapevolezza di non essere cittadini nel senso latino del termine: “civis romanus sum
A noi, cittadini, sono rimasti solo i doveri e ogni giorno i nostri diritti vengono calpestati. Uno su tutti, il fondamentale: il diritto alla salute!
La storia di Crotone è solo l’ultima, ennesima ipocrisia di quegli Enti Locali che sanno e tacciono. O peggio, ci guadagnano.
Civitavecchia: la conversione a carbone della Centrale Enel produce vantaggi per i Comuni limitrofi, ma non per i cittadini che li abitano. Per esempio, devono cambiare le coltivazioni da agricoltura in floricoltura perché i prodotti non potranno essere mangiati.
Cosa è successo a Crotone? Che non ci interessa dell’ambiente che ci ospita, dei frutti che ci offre e degli spazi che occupiamo, abusivamente, su questo passaggio terreno e senza possibilità di condoni. Ogni nostra azione positiva o negativa ha delle conseguenze, ma noi agiamo senza riflettere.
E, per l’ennesima volta, gli interessi economici hanno prevalso.
Per l’ennesima volta, lavoratori hanno lavorato inconsapevolmente o, più semplicemente, costretti dal bisogno, proprio come coloro che per anni hanno manipolato l’amianto, portandosi le fibre in casa e facendo morire anche le mogli che gli lavavano le tute. Anche oggi c’è il bollettino di guerra di situazioni simili.
Per l’ennesima volta i cittadini sono stati svenduti al miglior offerente, e poco importa se le vittime siano bambini o anziani. L’ambiente è andato. L’acqua è andata. La terra è andata. E gli animali sono andati, perché anche loro sono vissuti in ambienti tossici, come le pecore alla diossina.
E non voglio immaginare come stiano i nostri poveri animali domestici. Ho intenzione di cominciare a sollecitare dei monitoraggi ambientali a partire dai dati che hanno i veterinari di zone a rischio. Voglio fare al contrario: se delle persone non gliene frega niente, ma non ti fanno accedere ai dati, forse con i dati degli animali ce la posso fare a ricostruire situazioni a rischio! Quando sono stata candidata a sindaco di Roma avevo sottoscritto degli impegni con la LAV: non credo che certi impegni dipendano solo dal fatto di essere candidati ad entrare in politica. Certi impegni fanno parte del quotidiano. Ed io li sento ancora tali. Ognuno di noi dovrebbe attivarsi.
Io credo solo in una cosa: nel potere che hanno i singoli quando si incazzano e si uniscono.
Io ho fatto così per tutelare me ed i miei colleghi dallo scellerato datore di lavoro dove sono stata per 5 anni: mi sono incazzata per prima. MI sono presa i loro improperi perché ho fatto denunce ad oltranza, trascinando l’amministratore delegato in Tribunale. Temevano di perdere il lavoro: in pochi avevano capito che stavano rischiando la vita, usando prodotti teratogeni, per gli interessi di uno solo.
Ho insistito e ce l’ho fatta: non lavoriamo più per lui. Siamo stati tutti ricollocati grazie alla mia tenacia e al sostegno della sigla sindacale cui appartengo.
Ma in quanti capiranno? In quanti, dopo aver letto queste mie righe, leggerete le schede tecniche dei prodotti che usate sui posti di lavoro? Quanti si chiederanno che sostanze vengono sversate quotidianamente nelle nostre fogne, da chi fa i lavori in città? Quanti smetteranno di buttare lavatrici, televisori, batterie, cellulari o altro senza criterio?
Tutto ciò che facciamo può contribuire a migliorarci o peggiorarci la vita. Allora, io invito tutti voi alla consapevolezza di ogni vostro, piccolo, apparentemente insignificante, gesto: siete precari e accettate di buttare ovunque i fusti con materiali tossici, ovunque??? Alzate la testa: domani i vostri figli mangeranno i frutti di quella terra contaminata. Sversate veleni nei fiumi? Fermatevi: l’acqua è ovunque, l’acqua va ovunque, quel veleno ritorna sotto forma di un pesce o di qualcos’altro.
Potrei andare avanti, ma chiuderò con un pensiero a cui tengo tanto:

“Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto,
l’ultimo fiume avvelenato,
l’ultimo pesce pescato,
vi accorgerete che non si può mangiare il denaro.
La nostra terra vale più del vostro denaro.
E durerà per sempre.
Non verrà distrutta neppure dalle fiamme del fuoco.
Finchè il sole splenderà e l’acqua scorrerà,
darà vita a uomini e animali.
Non si può vendere la vita degli uomini e degli animali;
è stato il Grande Spirito a porre qui la terra
e non possiamo venderla
perchè non ci appartiene.
Potete contare il vostro denaro
e potete bruciarlo nel tempo in cui un bisonte piega la testa,
ma soltanto il Grande Spirito sa contare i granelli di sabbia
e i fili d’erba della nostra terra.
Come dono per voi vi diamo tutto quello che abbiamo
e che potete portare con voi,
ma la terra mai.”
Piede di Corvo, Piedineri

La battaglia dei No Coke per la salute

Il primo aprile 2007 ho scoperto l’esistenza dei meetup di Beppe Grillo. La prima battaglia in assoluto che ho sposato, conosciuta grazie ai meetup, è stata quella dei NO COKE di Tarquinia, contro la riconversione a carbone della Centrale ENEL di Civitavecchia.
L’ho sposata perchè avevo visto anche la trasmissione di Annozero dove i NO COKE spiegavano le loro ragioni.
Sono rimasta colpita da un passaggio in particolare che, a parer mio, basterebbe da solo a convincere chiunque a non volere una centrale a carbone “pulito”…si perchè è stato detto anche questo: “carbone pulito”. MAH?! Ebbene, il passaggio a cui mi riferisco riguardava gli agricoltori della zona:

“(…) si consiglia la conversione agricola in coltivazione agricole no-food (…)”

E certo! Fino a ieri coltivavo zucchine per i miei figli e per il mercato agricolo…ora passo ai fiori perchè se continuo a far mangiare le mie zucchine al carbone, forse qualche daanno alla salute lo produco!
Ecco, da quel momento io sono diventata una NO COKE! Adoro il gruppo di Tarquinia che si è esposto a tutela di tutta la Regione Lazio, non solo dell’alto Lazio. Hanno urlato in tutti i modi che le polveri sottili arriveranno a Roma producendo smog e morte… eppure l’ENEL è lì, con la sua falsa informazione con l’illusione del mantenimento del posti di lavoro per chi sta dentro la Centrale.
Chissà se hanno spiegato ai loro addetti anche i danni prodotti dalla combustione del carbone per chi ci lavora?! Chissà come hanno spiegato le morti bianche avvenute in questi anni dentro l’impianto? Chissà quanto ancora dovremo aspettare prima di essere rispettati ed ascoltati davvero come cittadini?
Io non lo so. Non posso prevederlo. Purtroppo…
Ma so cosa posso fare nel mio piccolo: stare con i NO COKE! divulgare le loro battaglie e le loro informazioni. Ecco perchè invito tutti coloro che potranno a dare un contributo all’iniziativa di sostegno per l’acquisto di una centralina per il monitoraggio dell’aria: http://www.cittadiniliberi.blogspot.com/.
La battaglia dei NO COKE è LA BATTAGLIA: la salute innanzitutto!