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Lettera aperta a Salvatore Borsellino

Caro Salvatore,
sono passati parecchi mesi da cui ti scrissi una lettera dettata dal cuore, per cui speravo di poter andare per il Natale 2009 ad attaccare messaggi all’albero di Paolo, in via D’Amelio insieme al Popolo delle Agende Rosse.
Torno a scriverti per un’altra speranza: quella di sentirti dire che le Agende Rosse sono vicino agli abitanti di Terzigno. Ho letto ora, dopo essermi sentita per telefono con lei, il blog di Roberta Lemma. Piango. Ma so che sono lacrime di rabbia e quando saranno finite tornerò il “PITT BULL” che anche tu conosci.
Mi hanno stupito delle frasi del post di Roberta, una su tutte:” Poi c’è la grande assente, la Giustizia. Non una Procura, non una comunicazione dall’antimafia, non un magistrato si è ancora pronunciato, anche solo per dare un consiglio, un incoraggiamento.”
Salvatore, noi siamo il Movimento che il 20 novembre scenderà in piazza, per difendere i magistrati che il proprio dovere lo compiono. Noi siamo il Movimento che crede ancora nella Giustizia. Aiutami a trovare quelle parole di incoraggiamento che servono a Terzigno ed ai suoi abitanti. Aiutami a trovare un motivo, uno solo, per cui non ho visto un politico (soprattutto dell’opposizione) scendere a parlare con gli abitanti e schierarsi con essi di fronte alle cariche della polizia. Aiutami a spiegare perchè dobbiamo lasciarci uccidere da imprenditori senza scrupoli e da amministratori locali e nazionali incapaci di rispettare il Dettato Costituzionale che vorrebbe il diritto alla salute per tutti. Perchè lo sto chiedendo a te? Perchè ho imparato a conoscere il mondo della Giustizia, attraverso il sacrificio di Paolo, tuo fratello, di Giovanni Falcone, e delle loro scorte, troppo spesso dimenticate.
Ho imparato grazie a te che esistono persone come Ingroia e Di Matteo e li ho potuti conoscere ed ascoltare dal vivo. Credo che nei nostri presidi per tutelare i magistrati coraggiosi, dovremo tenere alto il nome di Terzigno: perchè da Terzigno possiamo imparare che dobbiamo lottare per difendere il nostro Paese…nei nostri paesi. Tutti dobbiamo alzare la testa. Nelle nostre città, nei nostri quartieri, sui nostri posti di lavoro. Proprio come diceva Giuseppe Gatì: “Questa è la mia terra ed io la difendo. E TU?”.
Ti mando un abbraccio da Roma, una città solo apparentemente eterna. Anche qui ci sono tanti problemi, ma le rutilanti passerelle della Festa del Cinema…li fanno passare in secondo piano. Serenetta Monti, Agenda Rossa.

Ma che ti lamenti?…Tira fòra lì denti!

L’8 settembre 2007 è stata una delle giornate più faticose della mia vita…”MA ANCHE” una delle più belle in assoluto!Con un manipolo di eroi siamo riusciti a fare un miracolo a Roma!
50.000 persone sono passate da Parco Schuster e 19.000 sono riuscite a firmare la Proposta di Legge di Iniziativa Popolare “Parlamento Pulito”. Mi ricordo quando siamo andati, in pochi a depositare in Cassazione il testo per
cui raccogliere le firme. Ricordo gli scherzi di Beppe Grillo. Ricordo gli addetti ai lavori straniti dalla presenza ingombrante di Grillo in quegli uffici. Se chiedete…vi racconto ogni singolo minuto di quella giornata. Ricordo come, nell’ansia di non sbagliare nulla…vennero consegnati i nomi di quelli realmente presenti e chi era al bar per un caffè, non ha visto il suo nome nella lista del “Comitato”. Di acqua, ancora pubblica per fortuna, ne è passata sotto i ponti, ma, incredibilmente, tutto il lavoro fatto per raccogliere le 350.000 firme, stava per andare buttato…Siamo infatti nella seconda legislatura utile perchè i punti nella proposta vengano discussi dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato…e, visto che questo Governo sta su…con dei tacchi a spillo, molto traballanti…nel caso in cui cadesse…queste firme non sarebbero più valide. Io non ho sopportato questa idea e l’unica cosa che mi è venuta in mente è stata riprendere il discorso “Pittima”.
Come sapete lunedi pomeriggio sono stata davanti al Senato, vestita con una tunica rossa ed il cartello che chiedeva “350.000 firme!Che fine hanno fatto???”. Ho inviato una lettera al Presidente Schifani, al Presidente della Commissione Vizzini…e a tutti i senatori.
Pubblicata la lettera sul blog…mi stavo preparando le date in cui andare a volantinare davanti al Senato sempre vestita da Pittima, quando, mi è arrivata la bella notizia: verrà messa in calendario la discussione! A tre anni di distanza dalla raccolta firme, verrà finalmente discussa la NOSTRA Proposta di Legge di Iniziativa Popolare. Beppe Grillo può essere soddisfatto: gli innumerevoli post sul tema, la contestazione promossa a Torino dai ragazzi del Movimento Cinque Stelle…e la Resurrezione,
ieri, della Pittima…hanno prodotto il risultato sperato: riparte l’iter! Dedico questo momento ad una persona che non c’è più, ma che tante energie aveva speso perchè il Vday riuscisse al meglio e perchè venissero buttati fuori da questo Governo quelli, CONDANNATI, che con la nostra bandiera ci si vogliono pulire il culo! Silvio Tobia, questa giornata è per te!

Nessuno tocchi … i nostri sogni!

Mentre a Vasto seguivo le conclusioni di una tre giorni interessantissima dal punto di vista della cultura politica e della progettualità della politica, mi sono ritrovata a leggere su Repubblica le anticipazioni del piano industriale di Fincantieri che arriverà a produrre 7500 esuberi entro il 2014 coinvolgendo l’indotto…e così continuiamo a vivere licenziamenti collettivi che faranno la storia di Italia…di sangue…perchè come ho detto e ripetuto più volte: questo sarà un autunno caldo. Mariarca Terracciano si è “immolata”: il suo grido di dolore non è stato raccolto…Come non sarà accolto il grido di dolore e rabbia dei genitori di Norman Zarcone, dottorando palermitano sulla cui morte si sono pronunciati i genitori in termini di “omicidio di Stato”. L’urlo dei precari della scuola, il licenziamento collettivo più grande della nostra storia, non fa altro che suscitare commenti di disappunto da parte del Ministro di riferimento, Maria “star” Gelmini… Il Nulla, come nel regno di Fantàsia, sta circondando la classe dei lavoratori. Gli italiani narcotizzati da un mondo televisivo e dell’ informazione totalmente manipolato, stanno assistendo imbambolati al sistematico smantellamento dei loro diritti. Viviamo un momento in questo Paese, in cui lasciamo che tutto ci scivoli addosso perchè ognuno di noi è preso dal rincorrere, GIUSTAMENTE, le necessità del quotidiano. Bisogna fare salti mortali per arrivare a fine mese…e far crescere i figli. Intanto, vengono sdoganate, da chi ci governa, pratiche di razzismo, omofobia, illegalità e mafia. Stiamo precipitando verso un baratro da cui nessuno potrà salvarci, se non noi stessi. Ognuno di noi deve fare qualcosa…Io, nel mio piccolo, cerco di attivarmi quotidianamente con sempre, maggiore fatica. Nel 2007, con Beppe Grillo ed altri valorosi abbiamo depositato in Cassazione la proposta di legge di iniziativa popolare “Parlamento pulito” a cui sono seguite 350.000 firme. Queste firme…stanno per essere buttate nel cesso perchè se cade il governo…decadranno….e le speranze, i sogni di aver dato il proprio contributo affinchè le cose possano essere cambiate in questo Paese, rischiano di essere volatilizzate in un “nano”-secondo…E IO NON CI STO!Non faccio toccare i miei sogni da nessuno. Le mie speranze. Non farò fare al nostro Paese la fine di Fantàsia… E spero che voi sarete d’accordo con me. Intanto, oggi, lunedi 20…dalle 18 alle 20…sarò in piazza Navona, lato Corsia Agonale, in prossimità del Senato…per ricordare al Presidente Schifani che tiene prigioniere in qualche cassetto…350.000 firme…Si accettano caffè se passate da quelle parti.

Dignità Italiana

Il 31 luglio ho partecipato l’Aquila Day. Una manifestazione organizzata da cittadini «incazzati». Diciamolo!una volta per tutte!FIno ad ora si è girato intorno al problema con eufemismi, parole di circostanza. Credo sia ora di dire le cose come stanno, soprattutto alla luce della manifestazione che ha visto piú di 5000 aquilani venire a roma e prendere le botte dai celerini…Solo per aver chiesto ciò che gli viene quotidianamente negato: dignità. Ho aspettato troppo, forse, per mettere nero su bianco le mie sensazioni, e mie considerazioni. Lo faccio oggi che torno in Abruzzo per un altro evento…la tre giorni di Vasto indetta da IDV. In questo tempo trascorso, ho letto il libro di Samanta Di Persio: «Ju tarramotu». Ne ho digerito i contenuti ed ho potuto elaborare il mio pensiero. Ho così capito che la scelta di far trascorrere del tempo prima di stigmatizzare le mie impressioni su L’Aquila è stata corretta. Innanzitutto, ho dovuto metabolizzare quanto avevo visto con i miei occhi. E di questo devo ringraziare di cuore Stefania Pace e la stessa Samanta Di Persio. Stefania per avermi fatto capire quanto sia davvero difficile far riprendere la vita stessa anche di chi aveva un’attività commerciale e ora si trova a doverla ricostruire…praticamente da solo. O per avermi fatto vedere da vicino la realtà dei «borghi». Poggio Picenze, per esempio. Mi hanno descritto le persone morte nel crollo di una casa. Quanto deve essere difficile passare da lí e ripensare ogni volta a chi abbiamo perso…con la consapevolezza che una tragedia simile si poteva evitare…ho visto i «MAP»…AVREI PREFERITO NON VEDERLI!E’ vero le persone hanno un tetto sulla testa…ma rovente d’estate e gelido di inverno… E ho visto le New town…idem:se si è stati fortunati, si è finiti in quelle graziose e edificate con criterio…ma…tutte…e dico tutte…sono degli alveari, su cui le persone possono contare per rincasare…ma sei isolato dal mondo:lontano dai centri abitati, non una farmacia, non una frutteria. NON UN CENTRO DI AGGREGAZIONE SOCIALE. Mi sono chiesta: ma gli anziani come fanno?gli anziani da soli?un litro di latte, dove lo vanno a comprare?e le medicine?la cosa che salta all’occhio guardando le New Town…è la desolazione che le circonda. Ho chiesto a Samanta, ma gli anziani, il tessuto sociale, i rapporti di quartiere?e lei mi ha risposto con una cifra che mi ha sconvolta: le morti causate dal terremoto sono 304…ma quelle causate dal post terremoto solo nella fascia over 65 sono 3000. Avete letto bene, non ho sbagliato il numero degli zeri: 3000!Ne avete sentito parlare in qualche telegiornale?no, neanche io. Perchè non se ne è parlato. Meglio focalizzare l’attenzione sulla bottiglia di champagne lasciata dal premier nei frigoriferi delle new town. Ebbene, io direi che è passato troppo tempo…io direi che ogni italiano si dovrebbe considerare parente degli aquilani…perchè se è vero che c’era chi il terremoto lo aveva previsto, beccandosi la denuncia per procuratro allarme, è altrettanto vero…che nessuno di noi può sentirsi al sicuro da eventi così…Eppure…non mi sembra, sino ad oggi, di aver visto avviare progetti seri di formazione ed informazione di tutte quelle persone che continuano ad abitare nelle zone a rischio sismico e dintorni. E’ altresì vero che a L’Aquila è successa una cosa anomala: su ogni prontuario della gestione delle emergenze, sono segnalati dei punti «di raccolta»: punti, considerati sicuri, dove la popolazione deve recarsi dopo le scosse…Sarebbero le scuole, ospedali, la Prefettura…fermatevi a pensare un attimo… L’Aquila: ospedale distrutto, università danneggiata, casa dello studente crollata e la Prefettura…l’edificio da cui dovrebbe partire il coordinamento dei soccorsi…disintegrato, imploso, crollato su se stesso… A me è bastato vedere il cratere che c’è al posto della casa dello studente…per capire che…MAI PIU’!non dobbiamo consentire che queste cose accadano mai piú!e non per noi…noi non siamo in tempo…ma i nostri figli, i nostri nipoti li possiamo salvare. ORA!basta tenere alta la testa, come hanno cominciato a fare gli aquilani da quando hanno capito che quella del Governo era tutta fuffa, da quando hanno capito che avrebbero dovuto ricominciare a pagare le tasse, per case che non ci sono piú, bollette per numeri di telefono che non esistonio piú…e pedaggi…per tornare a lavorare…Alziamo la testa…difendiamo i nostri territori, i nostri colori…il nostro tricolore…LA NOSTRA COSTITUZIONE!. Domani, sabato 18 settembre, sarò sul palco della WEBDV di Italia dei Valori, a Vasto. Alle 13.Seguite lo streaming.E partecipate!

Lutto nazionale

Venezia è, per me, la città che amo di più dopo Roma. In quest’ultimo anno ho fatto parecchie trasferte a Palermo, dove ho avuto modo di conoscere la città e le persone…ma Venezia mi riporta indietro nel tempo ogni volta che vado. La prima volta che l’ho vista avevo 13 anni. Alle medie. Con i miei compagni di scuola. Il mio primo bacio. Forse è per questo che la ricordo e la vivo con tanto amore. Domenica 12 settembre ero nuovamente lì. Alla stazione a prendere un cappuccino e l’occhio mi è caduto sulla maglietta verde di un signore di mezza età: “PADANIA STATO INDIPENDENTE”. Un altro po’ mi strozzo con il cappuccino. Me ne sono andata. Ma fuori della Stazione Santa Lucia era anche peggio: bandiere leghiste per indicare il punto di imbarco per partecipare alla “Manifestazione della Lega”…così era scritto sul cartello. Con la pelle d’oca mi sono allontanata da lì e poco più lontano, dal ponte di Calatrava …il Ponte della Costituzione, guarda un po’… scendeva un gruppetto…di amici: Paolo Papillo e Silvia Nulli, Piero Ricca, Marco Gavagnin e altri ragazzi del Meetup di Venezia. Tutti insieme, pronti ad andare “armati” di tricolore alla manifestazione della Lega…Scherzando li ho salutati dicendo: “mi raccomando…fate i bravi”…Non potevo andare con loro per un precedente impegno…ma il mio sguardo li ha accompagnati finchè non si sono allontanati su un taxi…sul canale. All’appuntamento serale con Salvatore Borsellino, Giuseppe Lo Bianco, Benny Calasanzio, della Festa dell’Informazione a Mestre, ho saputo l’evolversi degli eventi: la presenza del tricolore aveva urtato l’animo nobile dei leghisti. I miei amici sono stati identificati dalla polizia per “manifestazione non autorizzata”…e per aver turbato l’ordine pubblico…Ecco, siamo a questo: il tricolore turba. La bandiera per cui i nostri avi, hanno dato il proprio sangue perchè oggi l’Italia potesse essere una, sola e indivisibile…quella bandiera…oggi ti fa compiere reati. Io credo che da domani, metterò il lutto sul mio tricolore…non tanto perchè ne sia morto il significato…ma perchè sono morti gli italiani…sono morti tutti coloro che da domani non difenderanno quella bandiera con le unghie e con i denti. Sono morti quelli che non la metteranno sulle proprie macchine, sui propri motorini, sui propri zaini, sulle proprie borse, sui propri vestiti, sui propri cappelli, sui propri ombrelli. OVUNQUE!IO da domani…porterò sempre addosso il tricolore…e spero di turbare il leghista di turno. Perchè…fino a che non riuscirete a pulirvi il culo con la Costituzione…signori…il tricolore…è ancora la MIA bandiera! LA NOSTRA BANDIERA!

Povera Patria

Dai territori friulani, leggo i giornali e sbalordisco. Ora capisco perchè sembro una pazza quando parlo delle mie giornate romane…qui è tutto un altro passo…se a Roma si viaggia a 2000…qui si va a 20. I problemi della città, delle periferie della grande città…non sono neanche paragonabili ai problemi di una piccola città di provincia. Il Friulinon arriva a 1.500.000 di abitanti …una regione…che non ha neanche la metà degli abitanti romani…Come possono capire la frenesia delle battaglie cittadine?per cercare di vivere meglio?eppure non sono estranei alle orride dinamiche innescatesi qualche governo fa…per cui, oggi…le piccole e medie imprese chiudono anche qui…e ci si suicida. E, tornando alla lettura dei giornali…leggo dell’aggressione a Bonanni. Purtroppo…ne stavo parlando con la polizia in piazza Montecitorio, proprio l’altroieri… Io sono stata tra chi ha applaudito alle contestazioni di Dell’Utri, della Gelmini e di Schifani. Si, non voglio essere ipocrita. Ho pensato che c’è qualcuno in questo paese che si è stufato davvero…di essere preso in giro, di dovere ascoltare le parole di un mafioso, condannato in secondo grado venire a dare lezioni di storia e di vita, o di dovere ascoltare le idiozie di un ministro che dice di non voler ascoltare la voce dei precari della scuola perchè politicizzati e strumentalizzati…o, peggio ancora…dover vedere invitato, dal più grande partito di “opposizione” una persona che, avendo un’altissima carica istituzionale e vedendo pendere sul proprio capo gravissime accuse di frequentazioni di mafiosi, tracheggia nel presentarsi davanti ai magistrati per eliminare ogni velo dalla propria figura. Io sono stata davvero felice, si. Ho visto una scintilla di orgoglio italiano…ed ho sempre detto che finchè le lotte sono pacifiche e pacifiste ben vengano… Ed è proprio durante un momento di protesta pacifica, in assemblea con i precari della scuola in piazza Montecitorio che, l’altro giorno, con i poliziotti in piazza, auspicavo che si proseguisse su questa strada della contestazione pacifica…Purtroppo, l’aggressione con lancio del bengala a Bonanni…che, ovviamente non riscuote le mie simpatie, perchè complice di quel sistema che ha distrutto la fuzione del Sindacato, mi angoscia. Ribadisco, quindi, che con la violenza non si arriva da nessuna parte. Non voglio pensare si tratti di infiltrati, perchè non voglio tornare agli anni bui di questo paese…ma una cosa è certa, se oggi si da addosso a Grillo perchè “non viene percepito come un politico affidabile in grado di passare dalla protesta alla proposta”, o a Di Pietro perchè “è meno ferrato nel creare alleanze e aggregazioni” (cit. Il Fatto Quotidiano 9/9/2010)…è perchè si vuole continuare a spostare l’attenzione…E’ più comodo dare a Grillo un ruolo di leader politico che lui rifiuta e catalizzare l’attenzione sulle sue frasi provocatorie…piuttosto che chiamare uno per uno i consiglieri Cinquestelle e vedere il lavoro che stanno svolgendo, attuando programmi condivisi con i cittadini. Come è più comodo dire che Di Pietro non sa allearsi piuttosto che andare a vedere con chi avrebbe dovuto mantenere legami stretti per difendere un ‘opposizione: e parlo di quando c’era nel Pd la Teodem Binetti o il riciclone Rutelli. A Di Pietro, l’ingrato compito di difendere la linea Maginot dell’opposizione con le sue risorse, estremamente inferiori a quelle che un Pd avrebbe potuto mettere a disposizione se solo avesse voluto…Onore al merito per aver retto dignitosamente la botta! Oggi siamo alle porte di un autunno particolare…qui raccontavo che la classe operaia si sta svegliando, organizzando…ora mi trovo a dire che la società civile si sta svegliando. E, mentre si uccide il sindaco Angelo Vassallo, colpevole di svolgere la sua funzione di sindaco ONESTAMENTE. Mentre si costringono le voci fuori dal coro a chiedere scusa per cose che tutti pensano. Mentre la FNSI si ricorda di voler andare a visitare le condizioni di chi subisce torture nelle carceri libiche, ma troppo spesso dimentica le condizioni delle carceri italiane, dimenticando persino il caso di Massimo Papini che resta in carcere nonostante una sentenza della Cassazione…Ecco, mentre succede tutto qiesto qualcuno sta ritrovando la dignità di cittadino: mi riferisco a chi si sta organizzando per andare in pullman ai funerali di Vassallo. E mi riferisco a chi le contestazioni le ha fatte pacificamente. Non sono stata mai dalla parte della violenza. Non lo sarò mai. Ma tutti dobbiamo fermarci un attimo e guardare come è ridotto questo Paese, questa povera Patria…troveremo mai il coraggio di cambiare le cose tutti insieme, colori politici a parte…ma all’insegna della non violenza?Io ci credo ancora!e ci sarò sempre in prima linea e solo con le mie mani aperte…verso il mondo, verso la libertà. DI TUTTI.

Massimo Papini

Sapevo che sarebbe arrivato il momento in cui non sarei più riuscita a tenermelo per me…
In campagna elettorale non ne ho voluto parlare perchè non volevo sembrasse un atto di sciacallaggio di chi va a caccia di qualche voto in più.
Però, ora, non posso proprio più stare zitta.
A marzo, quindi in piena campagna elettorale, sollecitata da alcune persone sono andata a piazzale Clodio. Tribunale Penale. Ho voluto sentire con le mie orecchie a sventola, ciò che accade intorno la vicenda di MASSIMO PAPINI.
Chi è Massimo Papini per me?un emerito sconosciuto. Solo che alcune persone hanno provato il bisogno di presentarmi la sua storia, viste alcune vicissitudini della mia famiglia che vogliono, comunque, grande partecipazione in vicende giudiziarie, carcerazioni ingiuste e dintorni.
Riassunto delle puntate precedenti: Massimo Papini viene arrestato il primo ottobre 2009, dopo che ne era stata chiesta carcerazione preventiva presso il Tribunale di Bologna, ma il G.I.P. l’aveva rigettata. Così era stata chiesta “custodia cautelare” presso il Tribunale di Roma…il cui G.I.P. aveva emesso l’ordinanza il 18 settembre…
A questo punto ci possiamo chiedere perchè Massimo Papini viene prelevato sul suo posto di lavoro, a Castellabate in provincia di Salerno? ecco, l’accusa è “partecipazione a banda armata“. Cosa avrebbe fatto Massimo Papini per cotanto capo d’accusa?
…facciamo un salto indietro: 20 dicembre 2003, Diana Blefari Melazzi viene arrestata a Santa Marinella, perchè intestataria di una cantina in via Montecuccoli nella quale venne rinvenuto materiale d’archivio delle Nuove Brigate Rosse. Quelle Nuove Brigate Rosse responsabili degli omicidi a Roma del prof. D’Antona e a Bologna di Marco Biagi (di qui le differenti richieste a Bologna e Roma, accolte solo dal G.I.P. di Roma , di arrestare Massimo Papini).
Il 9 marzo 2004 dopo una perquisizione presso l’abitazione di Massimo Papini viene sequestrata una corrispondenza tra Diana Blefari Melazzi e Massimo Papini…perchè tra di loro c’era stata una liason trasformatasi poi in amicizia. Il 22 settembre 2004 Massimo Papini viene interrogato in merito alla sua amicizia con Diana Blefari.
L’arresto deciso nel 2009…è basato sul materiale reperito nel 2004. Ma dal 2004 al 2009, due processi sono stati avviati sulle vicende D’antona/Biagi. Uno a Roma appunto e uno a Bologna. Nel processo di Bologna, Papini viene anche chiamato a deporre come teste per l’accusa. Diana Blefari segue in prima persona le udienze fino a luglio 2005, pur avendo già dato segni di deterioramento delle sue condizioni psichiche. Nel luglio 2005 Diana Blefari viene condannata in primo grado a 9 anni e 6 mesi di reclusione per il reato di “partecipazione a banda armata e per la commissione di alcuni reati-mezzo, quali rapine di auto-finanziamento.”
Trasferita presso Benevento, Diana Blefari arriva in condizioni estreme: rifiuta il cibo. Non si è alimentata per più di venti giorni. Si rifiutò di rientrare in sezione al termine dell’ora d’aria, tanto da dover essere presa di peso dagli agenti penitenziari.
Non parlava con nessuno. Venne posta in isolamento.
Nell’ottobre 2005 viene trasferita presso L’Aquila, con ulteriori restrizioni: il suo regime carcerario passa da “alta vigilanza” a “41 bis”. Dal 2005 al 31 ottobre 2009, giorno in cui viene trovata Diana Blefari morta suicida in carcere, passeranno diverse perizie psichiatriche, e sentenze di condanna. Ma, durante tutto il periodo di detenzione di Diana Blefari, Massimo Papini ha sempre mantenuto con lei una corrispondenza epistolare regolare per sostenerla umanamente visto il progressivo degenerare del suo stato psichico (come descritto e sottoscritto dalle numerose perizie psichiatriche a cui era stata sottoposta Diana).
Nel febbraio del 2009 vengono concessi i colloqui, in carcere, tra Diana Blefari e Massimo Papini. A questo punto, Diana Blefari è presso il reparto comune del carcere di Sollicciano avendo ritenuto il DAP che la “la stessa debba rimanere in un carcere dove vi sia un presidio psichiatrico e quindi la possibilità al bisogno di un intervento immediato”. Le condizioni di vita risultano invariate: “continua a vivere in una condizione di assoluto auto – isolamento, rifiutando di incontrare le altre detenute e da ultimo anche la sorella”. Solo, una volta al mese, incontrerà l’ex fidanzato Massimo Papini, autorizzato all’ingresso in carcere dal Direttore in considerazione delle precarie condizioni psichiche.
Diana Blefari si è suicidata pochi giorni dopo che la Cassazione le ha confermato la condanna definitiva all’ergastolo. Da quanto è emerso dalla deposizione del dirigente della Digos Giannini, la mattina del suicidio Diana Blefari avrebbe rilasciato uno scritto che non è stato consegnato agli avvocati di Massimo Papini.
A questo punto, io posso solo riportare l’attenzione sul protagonista Massimo Papini, il quale , il 4 marzo 2010 si è visto accogliere il ricorso promosso contro la custodia cautelare in carcere confermata dal Tribunale della Libertà con ordinanza del 20 ottobre 2009. Ciononostante…Massimo Papini…non è stato scarcerato…anzi, le sue udienze procedono. Il castello dell’accusa ruota intorno delle schede telefoniche e sull’evidente rapporto con Diana Blefari. L’udienza cui ho assistito io in campagna elettorale è ben descritta nel comunicato rilasciato dal Comitato: i “non so”, “non ricordo”…da parte del funzionario sotto interrogatorio…mi lasciarono assai perplessa. Io non so, a questo punto, se sono riuscita a descrivere l’andamento della situazione paradossale in cui si è venuta a trovare una persona perchè amica di qualcuno che ha fatto delle scelte sbagliate.
Non sono laureata in giurisprudenza e non ho intenzione di entrare in un’analisi tecnica…una cosa è certa però…Massimo Papini è tenuto in carcere sulla base di accuse non comprovate…e anche difficili da provare a giudicare dalla mole di materiale emersa e dalla scarsa memoria dei funzionari Digos. Lui è sicuramente uno dei tanti…e quello che posso fare io, semplice cittadina che ha trovato uno spazio per alzare la voce…è “solo” chiedere a chi legge il mio blog…di farsi venire dei dubbi, di approfondire, e di scegliere se sottoscrivere l’appello del Comitato per la scarcerazione di Massimo Papini o no…Io ho scelto: sottoscrivo…