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Le parole di un padre

Francesca e Sara: due adolescenti. Altri due agnelli sacrificali del profitto. Le crude parole del padre di Sara questo evidenziano. Ero in casa di amici ad aiutare per la cena ed ho captato un’intervista al tg2di una persona. Parole crude. Ma pregne di significati. Una rabbia che non ho saputo attribuire ad un padre, lì per lì. Non avevo visto la didascalia con cui iniziava l’intervista. E le attribuivo ad un cittadino giustamente incazzato.
Invece, era il padre di Sara, il video che ho messo oggi.
Non ho altre parole da aggiungere, perchè lui ha detto tutto!Una cosa, però,  mi viene in mente…direttamente dagli studi latini: “…quo usque tandem abutere patientia nostra…“. Per quanto ancora la nostra pazienza sarà messa a dura prova???
Io non so se neanche questa volta verranno individuati responsabili: è di oggi la notizia che ci sono 10 indagati per la strage di Viareggio chissà se poi usciranno condanne?!
Io so…che continuerò la mia strada complicata, fatta di battaglie sul campo, di denunce verso i soprusi e chi li perpetra. Io so che voglio un mondo migliore, un paese vivibile. Io so che continuerò a piangere nel vedere certe notizie dei telegiornali. Proprio come ieri sera. E voglio continuare a piangere, perchè significa che non avranno anestetizzato il mio cuore, le mie emozioni. La mia dignità. E spero che anche voi sappiate piangere durante l’ora di cena nel vedere la notizia di due bambine morte per una “tragica fatalità“, come è stata definita la frana dal Preside della loro scuola. Perchè se vi state facendo scivolare addosso certi episodi…beh…allora hanno vinto “loro”…ma non su me!

Una nuova resistenza

Devo dire che sono contenta di non avere figli. Perchè? Intanto perchè mi spaventa questo mondo. E per dirlo io che affronto ogni cosa di petto, in tutti i sensi…
Ma lo dico perchè mi sembra di vivere nel Medio Evo. Io che ho sempre ringraziato per non essere nata in altri periodi storici in cui non sarei arrivata a 18 anni: con il mio carattere avrei trovato chi mi ammazzava prima o mi scomunicava come strega, eretica o scanfarda o altro.
Ma ora? Che cosa stiamo dando ai bambini? Cosa gli facciamo vedere? Cosa gli insegniamo? Ma soprattutto cosa stiamo per lasciargli?
Lo so, non serve vi arrabbiate: non siamo tutti uguali, non tutti facciamo vedere “Amici” o il “Grande Fratello” ai nostri figli e non tutti facciamo credere alle nostre figlie che l’unico modo per avere un futuro sia partecipare ai casting di questa mondezza.
Ragazzi che ci avete partecipato, non offendetevi ma, credetemi, la vita è altro. La vita è consapevolezza che ci stanno rubando la dignità, con provvedimenti ad personam, l’ultimo, il legittimo impedimento. Oppure meglio ancora con l’attacco ai diritti dei lavoratori. “40 anni” devono essere sembrati troppi a Sacconi per continuare a tenere lo Statuto dei Lavoratori, meglio lavorare su qualcosa che li riconduca alla figura di Kunta Kinte.
Signori, siamo alla frutta! Ci si mette anche Emergency, banda di eversivi che altro non sono altro. A proposito: IO STO CON EMERGENCY.
Insomma cosa possiamo fare per evitare di tornare alla schiavitù? Per cercare di rialzare la testa? Cosa possiamo fare per riprenderci il nostro paese e la nostra dignità? Una luce c’è alla fine del tunnel: io provo a seguirla, spero di vedere anche voi con me perchè solo se ci uniamo, lasciandoci dietro bandiere e colori politici risaneremo questo paese. Ed è per questo che vi invito a rispondere all’appello di Sonia Alfano per una NUOVA RESISTENZA!.
Il 17 io ci sarò, spero di vedervi!

Messaggio al Papa

Oggi, voglio fare una cosa inusuale…molto inusuale. Siamo abituati a ricevere la benedizione del Santo Padre. Chi mi conosce sa che sono cristiana. Cattolica. Ma molto poco praticante. So che questa mia frase porterà tutti i cattolici praticanti a dire che allora non sono una “vera cattolica”, ma al punto in cui siamo posso aspettare di crepare per capire chi aveva ragione. Qual è il punto? Il punto è che leggo queste cose.
E non posso e non voglio più sentirne di casi così. E leggo i retroscena dello IOR.
E vedo il solito atteggiamento di volersi nascondere dietro un dito. Di scandali intorno la Chiesa, il Vaticano, ne abbiamo visti tanti. Ricordate “SEX CRIMES AND VATICAN“?.
Cosa è cambiato? che si cerca di deviare l’attenzione dal problema perchè il problema della pedofilia non è solo della Chiesa.
Perchè dico ciò, proprio oggi che è Pasqua?perchè la cosa inusuale che voglio fare è lanciare il mio messaggio al PAPA.
Certo non mi permetterò di fare l’esegeta… ma posso semplicemente riportare le parole di Gesù, perchè ognuno di noi le porti nel cuore e il Santo Padre possa ricordarle nei suoi prossimi messaggi su questo vergognoso tema…”È inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono. È meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!” (Luca 17:1-3). Parla il Vangelo. E che i piccoli possano essere bambini o poveri, quindi i piccoli di una società, ciò che conta è non perdere di vista il monito: non scandalizzare!
Vorrei quindi che il Santo Padre, ogni volta che si parla dello “scandalo” della pedofilia nella Chiesa, non cerchi di ricondurlo alla perversione della società comune…Perchè quello che io mi aspetto dal Papa è un lancio di strali contro chi commette certi abomini. Non dico di non perdonare…ma di allontanare dalle funzioni di sacerdote si.
Auspico davvero che la Pasqua porti Rinascita. Dappertutto.
Vi dedico un video particolare oggi. Una canzone che Edith Piaf cantò con  Les Compagnons de La Chanson, “LES TROIS CLOCHES. “Le tre campane”. Ci sta tutta con la Pasqua! Sono tre le campane che rintoccano le stagioni della vita di Jean-Francois Nicot: battesimo, matrimonio e morte. Alcune frasi sono di uno struggente unico e rappresentano l’Amore:”C’est pour accueillir une ame. Une fleur qui s’ouvre au jour. A peine, a peine une flamme. Qui s’eleve et qui proclame Protection, tendresse, amour”. “E’ per accogliere un’anima. Un fiore che si apre al giorno. Appena appena una fiamma, che si eleva e che proclama  Protezione, tenerezza, amore”. Oppure, dopo che Jean- Francois sposa Elise: “Tout’s les cloches sonnent sonnent Leurs voix d’echos en echos Merveilleusement couronnent la noce a Francois Nicot Un seul corps une seule ame
Dit le pretre et pour toujours Soyez une pure flamme Qui s’eleve et qui proclame La grandeur de notre amour”. “Tutte le campane suonano suonano. Le loro voci di eco in eco coronano meravigliosamente le nozze di Jean Francois. Un solo corpo una sola anima. Ditelo presto e per sempre. Siate una pura fiamma che si eleva e che proclama la grandezza del nostro amore”. “Ne tremblez pas, cours fideles Dieu vous fera signe un jour Vous trouverez sous Son aile Avec la vie eternelle L’eternite de l’amour.” “Non tremate cuori fedeli.Dio vi farà segno un giorno. Voi troverete sotto la Sua ala con la vita eterna l’eternità dell’amore”.

Ed è con tutto l’Amore che posso  avere che auguro a tutti voi una Felice e Santa Pasqua… verso la vera Rinascita… verso un nuovo futuro.

Si va avanti!

In genere si dice passata la festa gabbata lo santo, ma qui la festa non è passata e il “santo” non si è fatto gabbare. L’unto del Signore ha posizionato la sua ancella sullo scranno della Regione Lazio e lei, con l’arroganza che contraddistingue certa parte politica festeggiava prima dei dati definitivi, salutando l’avvenuta vittoria col caro, vecchio, saluto romano che, a casa mia, configurerebbe “apologia di reato” .

Non basta. A caldo le ho anche sentito dire dalla Piazza che adesso “guai a chi osi sfidare la volontà popolare!” Tranne spiegare bene quale sarebbe la volontà popolare. Perchè se spiegarlo avesse significato delineare un programma politico, allora sarebbe stata in difficoltà. Di quale volontà popolare parla Renata Polverini? Di quella che vorrebbe una classe politica onesta, non corrotta nè corruttibile? O di quella che ha portato Cuffaro in Europa? Di quale volontà stiamo parlando? Di chi il paese lo vuole salvare dalle centrali nucleari, che vorrebbe lasciare l’acqua pubblica e non avere cancrovalorizzatori o di quella che alle 3,32 di una sciagurata notte rideva della morte di innocenti perchè da quelle morti ne avrebbe ricavato profitto?

Io ho preso 1632 preferenze su Roma e Provincia con l’unica volontà popolare che conosco: quella di cambiare modo di fare politica, di farla porta a porta, quella del “chi mi vota deve conoscere la mia faccia, la mia voce e come stringo la mano”. Considero queste 1632 preferenze parte di quella nuova politica, che vuole resistere alle oscenità, alle prepotenze, alle arroganze, alle corruzioni di tutti i tipi. E questi 1632 voti non sono altro che la base di un piccolo esercito. Una cosa è certa: il cammino è lungo, la fatica che ci aspetta è tanta, ma noi si che lo faremo con Amore, non quello oltraggiato dalla manifestazione di Piazza san Giovanni: quello per il nostro paese, per la nostra terra. Un solo esempio, il cittadino che, con profondo senso civico,  getta volantini dal furgone e lancia i suoi santini come coriandoli, forse non era a conoscenza dell’ordinanza del sindaco che vietava proprio questo gesto. L’ordinanza in base alla quale, per esempio, su tutto il mio materiale elettorale ho fatto apporre un timbro “gettare nell’apposito contenitore”, perchè anche questa dicitura era prevista dall’ordinanza. Mi dispiace, ma questa è la mia terra e io la difenderò! Con voi! Grazie a tutti quelli che hanno sostenuto il mio pensiero e accompagnato il mio cammino nella più brutta campagna elettorale degli ultimi 20 anni! Voltiamo pagina, c’è un paese da difendere.  Si va avanti!

Grazie di cuore a Salvatore Borsellino

Come votare per me:

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Non so da dove cominciare. Mi sto ancora riprendendo dall’emozione!
Io sapevo che Salvatore nutre per me stima e affetto ed io altrettanto per lui…ma mai e poi mai mi sarei aspettata riuscisse con un video a condensare ciò che sono io, lui, Sonia Alfano, le Agende Rosse, le nostre battaglie…la mia vita.
So di essere particolare, a volte vengo scambiata per una Giovanna d’Arco o una Don Chisciotte. E quando mi viene detto, è sempre in senso dispregiativo… Salvatore ha capito tutto di me. Da lui ho solo e sempre sentito parole di apprezzamento e di incoraggiamento.
E di affetto. Di sommo affetto. Potrei dire “amore”…se in questo periodo non si fosse abusato di questo termine. La conclusione del mio intervento a Nettuno il 23 ottobre 2009, già prendeva le basi dal termine “affetto”, perchè era stato Salvatore, il 19 luglio 2009 a imprimerlo sulla “mia”, personale agenda rossa…quella che io ho ribattezzato il mio manuale di Resistenza: “Alla mia compagna di lotta Serenetta in un bellissimo 19 luglio a Palermo, per un nuova RESISTENZA con tanto affetto”…E, a Nettuno, io dissi: “Io vorrei capiste la linea di questo movimento: è l’affetto. Non ci muove nient’altro. E’ l’amore per questo paese che deve tornare ad essere un paese fiero di essere tale. E’ l’amore per chi porta avanti sentimenti come quelli di Salvatore”. Parlavo del Movimento delle Agende Rosse. Un altro pezzo di vita, di cuore…e che difenderò sempre con tutte le mie forze. Nelle parole di Salvatore sento tutta la sua fiducia in me, nelle mie capacità. E spero davvero di essere all’altezza delle sue aspettative. Perchè sapere che ho intorno persone come lui, Sonia Alfano, Luigi de Magistris, Gioacchino Genchi ad accompagnarmi in questo nuovo, tortuoso percorso, per me è una gran certezza! Quando Salvatore chiama “disgraziata” la nostra società, lo fa a ragion veduta! in quale altra società si sarebbe dileggiata la figura di Paolo Borsellino? È proprio per quelle “armi” di cui parla Salvatore che ho deciso di candidarmi come indipendente: le armi del diritto, della Costituzione…della Società civile. Quelle pacifiche del cittadino. Si, perchè per me il consigliere regionale è innanzitutto cittadino! E se questo dettaglio non venisse dimenticato così spesso da chi ci governa…il nostro paese sarebbe davvero diverso. Ma io ci credo ancora!Grazie a persone come Salvatore ci credo ancora!…e se potrò…allora usero quelle armi per riportare dignità, fiducia e futuro alla Regione Lazio. E lo dico da un posto particolare (assessorato all’ambiente del Comune di Roma): da ieri sono in assemblea permanente con i lavoratori della Società Multiservizi di Roma, che stanno chiedendo di vedere recepite le loro richieste dal Sindaco Alemanno. Sono miei ex colleghi, sono una dirigente sindacale…non potevo mancare! È in nome di quella fiducia e di quel futuro in cui credo che sono convinta che il sindaco Alemanno vorrà dare un segnale significativo ai lavoratori e alla cittadinanza tutta: questi lavoratori sono fondamentali per gestire il verde pubblico…e la loro stabilizzazione, porterebbe un risparmio netto di 4/5 milioni di euro al Comune di Roma. Sono davvero fiduciosa.

Parole nel silenzio

Per l’ennesima volta mi sono presa i cazziatoni di chi vive la campagna elettorale accanto a me. Perchè? Perchè ho osato abbandonare la Regione Lazio per 36 ore, pur di partecipare all’evento “Parole nel silenzioche si è tenuto ieri sera a Torino, presso il Teatro Crocetta dell’Ateneo Salesiano. Ma non sono pentita! Un evento ideato, creato e curato da studenti universitari. Un momento di giovani, per giovani. Quegli stessi giovani a cui penso che non stiamo lasciando un futuro. Quegli stessi giovani subissati quotidianamente dalle false informazioni di “Scodinzolini”, alias Minzolini che dovrebbe essere un direttore di un telegiornale e che non conosce la differenza tra “assolto” e “prescritto”…e quasi beatifica il condannato Mills. Quegli stessi giovani che, proprio ieri sera…mi hanno dato una lezione di vita! Evviva! Sono tornata a Roma con una marcia in più, grazie a loro! Se ci sono ancora giovani capaci di credere in certe parole, allora qualcosa lo possiamo ancora fare! Mi riferisco a Giovanni, il ragazzo che ha aperto la serata: avrebbe dovuto recitare un testo scritto da lui, e ci è riuscito in buona parte. Poi l’emozione ha avuto la meglio ma è ripartito. E’ ripartito ed ha condiviso con tutti noi le parole scritte da lui. Ve le riporto integralmente, ma considerate che le più importanti per me sono alla fine. Se dei ragazzi di 20 anni che pur avendo un mondo arido intorno sono capaci di pronunciare parole come “AMORE” con gli occhi luminosi e aperti verso il futuro, se ragazzi di 20 anni, lontani dalla loro terra per poter studiare, pensano alla loro terra e le dedicano parole di speranza per dare VOCE alle PAROLE… allora si, ce la possiamo fare! Tutti insieme ce la possiamo fare. Ce la dobbiamo fare! Dobbiamo riprenderci la nostra terra, il nostro Paese, la nostra dignità. Giovanni, permettimi di dedicare la tua poesia a Giuseppe Gatì, un altro ragazzo che ci ha riportato amore per la nostra terra. Per la tua terra: la Sicilia. Ma per me la Sicilia è la Lombardia. La Calabria è il Piemonte. La Puglia è la Liguria… siamo Italia. Siamo Italiani… non dimentichiamolo mai! Siamo fratelli, sorelle d’Italia. Non permettiamo più all’Antistato di rubarci la nostra dignità. Riprendiamoci il nostro futuro.

E QUANDO L’AMORE VINCERA’ L’INDIFFERENZA
ALLORA NON CI SARA’ PIU’ SILENZIO
E DAREMO VOCE ALLE NOSTRE PAROLE”.

Grazie Giovanni, Grazie Mauro Poggio, Grazie ragazzi. E un grazie ai salesiani che hanno saputo dimostrare una lungimiranza fuori dal comune ospitando quello che sarebbe potuto essere un evento scomodo per le tematiche trattate. Insieme ci riprenderemo questo paese! Grazie alla preside Carfora, perchè costantemente prova a levare ragazzi dalla strada. Grazie al giudice Caselli per tutto quel che ha fatto, quel che fa e quel che farà. L’ultimo ringraziamento va agli amici di sempre: Sonia Alfano e Salvatore Borsellino…uniti dal dolore…e dalla rabbia…ogni giorno ci insegnano a lottare per avere verità e giustizia.

Le parole non nascono dal rumore.
Le parole nascono nel silenzio.
Le parole nascono nel silenzio della nostra casa, fatta
Di studio, divertimento, gioia, dolore e amicizia
E che custodisce i nostri giorni.
Le parole nascono nel silenzio della  nostra camera.
A ciascuno la propria.
Che da il buongiorno e la buonanotte.
Che conosce i nostri segreti e le nostre paure.
Nella quale studiamo, nella quale sogniamo il nostro il nostro futuro.
Nella quale impariamo a vivere.
Le parole nascono nel silenzio del nostro cuore.
Organo vitale per eccellenza.
Ed ultimo baluardo del nostro essere.
Nel quale risiede il tesoro  di ciascun uomo.
E’ L’AMORE CHE CI RENDE UOMINI
E’ L’AMORE CHE CI DA LA FORZA PER VIVERE
CHE NON CI RENDE UNO QUALUNQUE
E’ L’AMORE CHE CI DA LA FORZA PER VIVERE
Le parole nascono nel silenzio di ognuno di noi.
Che lotta ogni giorno.
Contro il rumore di chi crede di sapere tutto.
Ma che tutto non sa.
Perché prima di conoscere il resto,
per capire il resto,
bisogna perdersi nei meandri di se stessi.
E QUANDO L’AMORE VINCERA’ L’INDIFFERENZA
ALLORA NON CI SARA’ PIU’ SILENZIO
E DAREMO VOCE ALLE NOSTRE PAROLE

“LE PAROLE NEL SILENZIO”…DEDICATO ALLA MIA TERRA (Giovanni- Ateneo Salesiano)

Auschwitz – Roma

Ricevo e volentieri pubblico una lettera aperta, importantissima in un momento storico come questo. Ma prima, vorrei fare le mie considerazioni.
Debole con i forti, forte con i deboli: questo potrebbe essere il motto del sindaco Alemanno, che usa il pugno di ferro con i Rom mentre si inchina fino a toccare terra con la fronte davanti ai palazzinari ed alle multinazionali, cui sta regalando la gestione dell’acqua, il bene pubblico per eccellenza.
Con Alemanno, la gestione della presenza dei Rom nella capitale ha toccato il punto più basso, anche se il problema non nasce oggi. Pochi sanno quanti siano i Rom stabilmente stanziati in città: il loro numero supera di poco le 6000 unità, vale a dire lo 0,02% della popolazione. E in tanti anni, nessuno ha saputo o voluto affrontare seriamente il problema dell’integrazione di poche migliaia di persone, salvo spendere cifre incredibili per finanziare – attraverso progetti balordi – associazioni e cooperative “amiche”. Perchè, tanto per fare un esempio, il sindaco Alemanno (come i suoi predecessori) non rende noto il numero reale dei bambini rom in età scolare che frequentano la scuola? E, già che ci siamo, perchè non ci dice quanto costa ogni anno il relativo appalto per la scolarizzazione affidato ad associazioni e cooperative?
Chiunque lavori nella scuola, sa benissimo che nemmeno un bambino rom su quattro, fra quelli per cui il Comune paga per mandarli a scuola, frequenta davvero le lezioni, e questa storia va avanti ormai da quasi quindici anni. Il guaio è che questa storia fa comodo ad un sacco di gente: al Comune, che può vantarsi di lavorare per l’integrazione; alle associazioni e cooperative che ricevono i finanziamenti per portare a scuola cento bambini e ce ne portano (quando va bene) venticinque; alle scuole, che, grazie a queste iscrizioni fittizie, possono formare classi in più.
Anche quando si tratta di bocciare un progetto serio, sono tutti d’accordo: chi si ricorda del progetto regionale per realizzare un villaggio rom al posto del campo di Via dei Gordiani? E’ storia del 1996, quando il Presidente della Regione era Piero Badaloni. Un progetto all’avanguardia (per l’Italia, perchè in Europa era già all’epoca una realtà in molti Paesi), che avrebbe consentito di risolvere il problema della residenzialità nel rispetto delle tradizioni di quel popolo, facilitando enormemente l’integrazione degli adulti e dei bambini, nonchè il lavoro degli operatori sociali e dei vigili addetti all’assistenza emarginati. Nonostante fosse già pronto il finanziamento per realizzarlo, il progetto venne silenziosamente accantonato, per paura delle proteste della destra. Risultato: a quasi quindici anni di distanza, siamo ancora al punto di partenza, con i Rom costretti a vivere in campi indecenti, con un livello di integrazione pari a zero e a completa disposizione di qualunque demagogo pronto a gridare all’emergenza criminalità. Perchè è molto più facile fare la voce grossa con chi non conta nulla, piuttosto che con chi si spartisce la città come una torta.

Lettera aperta dei Rom del villaggio attrezzato di Tor de Cenci
Siamo persone Rom, bosniaci, macedoni e montenegrini, e alcuni dei nostri figli hanno ottenuto la cittadinanza italiana. Abitiamo dal 1995 nel villaggio di Tor de Cenci, da quando il sindaco Rutelli ci trasferì assegnandoci un container a famiglia.
Non abbiamo mai avuto problemi di alcun tipo con i cittadini di Tor de Cenci e Spinaceto, anzi, la nostra integrazione è dimostrata dalla partecipazione nel locale comitato di quartiere e dalle frequenze regolari nelle numerose scuole dove i nostri figli sono iscritti.
Dopo anni di abbandono da parte delle istituzioni cittadine preposte l’attuale sindaco Alemanno ci impone di trasferirci nel grande campo, che già ospita 800 nostri fratelli, di Castel Romano.
Perchè?
Sappiamo che l’assessora Belviso aveva promesso in campagna elettorale ai cittadini italiani il nostro trasferimento, ottenendo qualche voto in più.
Sappiamo che su di noi si giocano interessi politici che fanno leva su pregiudizi e stereotipi alimentando paure e razzismi vergognosi.
Siamo uomini e donne alla ricerca di dignità e rispetto come tutti voi.
Come mai, con le note difficoltà di sistemarci in aree attrezzate difficili da trovare, si vuole smantellare Tor de Cenci, che a differenza di Casilino 900, è un campo attrezzato costato ai cittadini italiani milioni di euro, per aggravare la situazione trasferendoci in un campo già grande e disagiato al di fuori di qualsiasi contesto urbano? A chi conviene?
Chiediamo alle autorità preposte di ripensarci.
Nel 2009 abbiamo subito quattro censimenti da parte di polizia, carabinieri, croce rossa e vigili urbani, ora il prefetto vuole ripetere un altro censimento per scegliere chi è buono e chi cattivo.
Siamo stanchi di subire, ci opporremo con tutte le forze che abbiamo a fianco di chiunque voglia

DIFENDERE LA DIGNITA’ DEI ROM PER DIFENDERE UN PO’ DELLA PROPRIA.

NO ALLA DEPORTAZIONE DEI ROM

Comunità Rom di Tor de Cenci