Non so cosa io stia per scrivere, perchè sono ancora veramente, profondamente scossa. Ma voglio scrivere ora, perchè ho paura di dimenticare qualcosa. Dimenticare quello che ho visto con i miei occhi, sentito con le mie orecchie e provato…con il mio cuore.
Io leggo i giornali, navigo su Internet, vivo quotidianamente la città, le manifestazioni, più o meno cruente. Mi ritengo una persona che ama la vita e la gente. Ma quello che mi è successo oggi, va oltre ogni mia logica. Uscita dal lavoro, sono andata a prendere la metropolitana alla fermata di Piazzale Flaminio. Varco i tornelli con il mio abbonamento e mi avvicino alle scale. Vedo i controllori ATAC fare il proprio dovere con chi sta uscendo dalla parte opposta rispetto la mia, hanno a che fare con un ragazzo di colore, mingherlino. Faccio per scendere le scale, ma sento la voce del controllore alzarsi. Risalgo, contemporaneamente ad una signora che ha avuto la mia stessa sensazione: qualcosa non va. Faccio in tempo a vedere il solerte controllore spintonare il ragazzo, fare il gesto di tirargli un cazzotto e mi lancio verso di loro. In tempo per vedere il controllore andare nuovamente addosso al ragazzo e mettergli proprio le mani addosso. E URLO! urlo che può fare il proprio dovere anche senza mettergli le mani addosso. Per tutta risposta si gira verso di me e comincia a urlarmi “TU STAI ZITTA! VATTENE! ZITTA! TE NE DEVI ANDARE!”. Chi mi conosce sa…che non me ne sarei mai andata e gli ho urlato contro che non si doveva permettere di trattare nessuno così. E di nuovo per tutta risposta urli contro e spintoni a me, con manata in faccia.
A quel punto il capannello di persone è aumentato. Arriva una guardia giurata alla quale chiedo più volte di chiamare la polizia. Ma lui mi continua a dire (dandomi del tu…forse sembro una ragazzina…non è possibile che sotto la Metro gli addetti ai lavori diano del tu così tranquillamente a tutti) che posso andare fuori, tranquillamente, a chiamare la polizia. Più rispondo che non voglio allontanarmi senza neanche avere il numero di matricola del controllore più lui mi rincuora dicendomi…”non vanno via, stanno qui”.
E insiste perchè vada fuori a telefonare alla polizia (sotto la metro di Roma i telefonini non prendono). Povera guardia giurata: non ha capito che ha davanti una che non ci pensa proprio a perdere di vista il galantuomo che in cinque minuti è riuscito a mettere le mani addosso a un ragazzo di colore e a una donna. Somma di ammonizioni direi.
Alla fine sono dei ragazzi intervenuti ad andare a chiamare la polizia, per consentirmi di rimanere lì a non perdere di vista il controllore. E così ho modo di sentire anche i colleghi del controllore dire a questi ragazzi “tu non hai visto niente” con fare veramente intimidatorio.
All’arrivo della polizia, il controllore sostiene che io dica bugie, che io abbia interrotto la “controlleria”. Una scena tristissima. Con me che chiedo ai poliziotti come fare per denunciare immediatamente il soggetto in questione, visto che non li vedo redigere un verbale ma semplicemente prendere i documenti nel momento in cui sto dichiarando che questa persona ha messo le mani addosso a me e all’altro ragazzo. Una delle risposte è che le mie dichiarazioni hanno lo stesso valore di quelle del controllore il quale, a sua volta, sostiene che sia io ad averlo aggredito. Bah, certo, immagino che la signora ammazzata con un pugno all’Anagnina abbia fatto scuola ormai…”lei mi ha provocato”. Peccato che io abbia usato solo la forza della voce per allontanarlo da un ragazzo cui aveva già messo le mani addosso…e lui, invece, quella delle mani, addosso a due persone (e anche la signora risalita con me se l’è rischiata). Peccato che io abbia chiesto rispetto e mi sia vista spintonata da lui e offesa dai suoi colleghi che continuavano a dire che non capivo niente. E più dicevo loro che io capivo benissimo, che il loro è un lavoro stressante, ma da lì a mettere le mani addosso alla gente ne passa, più sentivo la loro rabbia crescere. Battute verso di me. Mi sono venuti addirittura a portare davanti un ragazzo, di evidente nazionalità straniera, sempre strattonandolo per il giubbotto (ovviamente)…dicendomi di chiedere io il documento a lui per vedere se riuscivo a farglielo tirare fuori…il documento ovviamente.
MA DOVE SIAMO????GLI FANNO UNA SCUOLA AI CONTROLLORI DELL’ATAC???E ricominciamo con la solita tiritera: lo so che non siete tutti così, gentili controllori ATAC, prendo abbastanza spesso mezzi pubblici per rendermene conto…ma quando avete colleghi così…CHE FATE???Nella frenesia collettiva, ricordo di avere visto nella squadra di controllori anche una ragazza…ma dopo un po’ non l’ho vista più…scappata?mandata via?Messa in minoranza? La versione finale al poliziotto da parte del controllore “Mano the Kid” è stata che io ho interrotto la “controlleria”. Immaginate che potere ho: immobilizzare, io da sola, 4/5 persone. In compenso, all’ennesima richiesta mia, davanti all’agente di polizia di conoscere almeno il numero di matricola del signore, è magicamente comparso da sotto il maglione il tesserino con il numero di matricola…ho segnato velocemente il numero…e per essere sicura ho chiesto me lo mostrasse una seconda volta…ma…Paganini non ripete…e il controllore pure.
Gli agenti di polizia intervenuti mi hanno spiegato che l’iter è che loro stasera depositeranno il verbale presso il commissariato di appartenenza (Villa Glori) e che da domani ho tempo per presentare querela, ben conscia che io possa ricevere contro-querela. Certo! e la riceverò anche da un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni. Si, ne sono conscia, ma io di questi ufficiali dalle mani facili non so che farmene. Io voglio un Paese diverso. Una città diversa. Gente diversa. Io non voglio vedere alzare le mani su nessuno. E spero che i video della stazione Flaminio di oggi pomeriggio, lunedi 15 novembre fascia oraria 16,45/17,30 non abbiano strani incidenti…perchè spero si trovi qualcuno interessato a sapere cosa succede se si crede ancora nel rispetto della vita umana. Nell’essere umano.
Per cui domani, presenterò denuncia-querela alla Polizia e farò la segnalazione all’ATAC e direttamente al sindaco Alemanno…anzi la ritengo già fatta con questo post…copierò incollerò quanto ho scritto qui sull’accaduto…Non ho bisogno di cambiare una virgola. E se dovessero uscire altri testimoni VERI, non come la versione riassestata che stava proponendo alla polizia l’intera squadra di controllori…sanno dove trovarmi. Attraverso il blog. Ecco, credo di essermi calmata…ma…continuerò a non accettare questi episodi!…e neanche voi dovete accettarli!
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BUNGA BUNGA?…MA STÌ CAZZI!
Eh si, quanno ce vò, ce vò…si dice a Roma. E scusate il francesismo. A me del fatto che il nostro premier parli, pratichi, divulghi il “bunga, bunga” m’arimbarza, sempre per usare un’espressione gergale, tipica romana che vuole sottindere…che all’argomento non si sia minimamente interessati.
Quel che interessa me, oggi…è quello che dicono i giornali (anche quelli più inutili, di regime).
Volenti o nolenti non possono nascondere le scintille di questo paese, perchè si stanno moltiplicando.
Solo in Campania, il 30 ottobre, è successo di tutto: mentre a Napoli sfilavamo in un corteo pacifico per difendere la scuola pubblica, a Terzigno c’era un’altra manifestazione per difendere il territorio dalle discariche e a Giugliano, veniva caricato a colpi di manganello un presidio di cittadini che non volevano che camion sversassero rifiuti anche lì.
Ed io dovrei interessarmi dei gusti sessuali di un vecchio?! forse dovrebbe farlo la Chiesa, visto che la Santa Sede…si trova neanche a 3 chilometri da Palazzo Grazioli.
Così vicini eppure così lontani! Il Vaticano! così attento a difendere gli embrioni, ma distratto quando gli embrioni, diventati bambini, vengono violati dagli stessi preti, pedofili, che, magari, li hanno battezzati! E non venite a farmi la solita solfa che non sono tutti così. LO SO DA ME!…ma ai preti tocca la stessa punizione dei poliziotti: se tra di loro c’è una mela marcia…e non viene tolta dal cesto, cacciata dalle stesse mele buone…le altre marciranno. Se non fisicamente…nell’immagine. Nei miei anni di manifestazioni, di bravi poliziotti ne ho conosciuti tanti, ma non dimentico chi ha picchiato Stefano Cucchi, Aldo Bianzino, Federico Aldrovandi o chi ha sparato a Gabriele Sandri o a Carlo Giuliani come fosse in un videogioco in cui sei tu lo sceriffo. No, non posso dimenticare.
I poliziotti che conosco io, sono quelli che, oggi, restano a piedi perchè lo Stato, che sulla sicurezza ha puntato tutto, non gli da i soldi per far uscire le volanti.
Sono quelli che si portano da casa la carta per le fotocopie e usano computers del mesozoico per archiviare verbali e indagini. E vorrei tanto conoscere i coraggiosi che hanno voluto denunciare l’interferenza del Presidente del Consiglio che fa telefonare per rilasciare qualcuno…
E io dovrei interessarmi del Bunga bunga? No, mi dispiace. Non ci casco! Non mi mi distrarrete! Tutti i giorni entro in contatto con lavoratori, precari, disoccupati, disperati. Un giorno si e uno no, qualcuno mi parla di suicidio perchè non sa come campare la famiglia. E io dovrei interessarmi del Bunga Bunga!?SVEGLIA!!!bruciate i giornali che ci distraggono, spengete la televisione che vi rincoglionisce. Uscite!! scendete in piazza, partecipate alle assemblee di condominio, alle riunioni dei comitati di quartiere e ai dibattiti pubblici. Navigate in Rete. Lasciate quei poveracci della Casa del Grande Fratello da soli. Pensate che spettacolo: quelli escono dalla casa e non c’è nessuno ad aspettarli…siamo tutti in piazza a chiedere che ladri, mafiosi, assassini vadano a casa. A chiedere un nuovo Paese…Si, lo so…è un sogno…ma dipende da noi…Io ci provo tutti i giorni a realizzarlo. VOI?Io credo che noi, tutti insieme, possiamo ancora riprenderci questo Paese…facciamolo! Ricordatevi sempre quel che aveva detto Giuseppe Gatì…non smetterò mai di ripeterlo sul mio blog: “Questa è la mia terra e io la difendo. E tu?“
Lettera aperta a Salvatore Borsellino
Caro Salvatore,
sono passati parecchi mesi da cui ti scrissi una lettera dettata dal cuore, per cui speravo di poter andare per il Natale 2009 ad attaccare messaggi all’albero di Paolo, in via D’Amelio insieme al Popolo delle Agende Rosse.
Torno a scriverti per un’altra speranza: quella di sentirti dire che le Agende Rosse sono vicino agli abitanti di Terzigno. Ho letto ora, dopo essermi sentita per telefono con lei, il blog di Roberta Lemma. Piango. Ma so che sono lacrime di rabbia e quando saranno finite tornerò il “PITT BULL” che anche tu conosci.
Mi hanno stupito delle frasi del post di Roberta, una su tutte:” Poi c’è la grande assente, la Giustizia. Non una Procura, non una comunicazione dall’antimafia, non un magistrato si è ancora pronunciato, anche solo per dare un consiglio, un incoraggiamento.”
Salvatore, noi siamo il Movimento che il 20 novembre scenderà in piazza, per difendere i magistrati che il proprio dovere lo compiono. Noi siamo il Movimento che crede ancora nella Giustizia. Aiutami a trovare quelle parole di incoraggiamento che servono a Terzigno ed ai suoi abitanti. Aiutami a trovare un motivo, uno solo, per cui non ho visto un politico (soprattutto dell’opposizione) scendere a parlare con gli abitanti e schierarsi con essi di fronte alle cariche della polizia. Aiutami a spiegare perchè dobbiamo lasciarci uccidere da imprenditori senza scrupoli e da amministratori locali e nazionali incapaci di rispettare il Dettato Costituzionale che vorrebbe il diritto alla salute per tutti. Perchè lo sto chiedendo a te? Perchè ho imparato a conoscere il mondo della Giustizia, attraverso il sacrificio di Paolo, tuo fratello, di Giovanni Falcone, e delle loro scorte, troppo spesso dimenticate.
Ho imparato grazie a te che esistono persone come Ingroia e Di Matteo e li ho potuti conoscere ed ascoltare dal vivo. Credo che nei nostri presidi per tutelare i magistrati coraggiosi, dovremo tenere alto il nome di Terzigno: perchè da Terzigno possiamo imparare che dobbiamo lottare per difendere il nostro Paese…nei nostri paesi. Tutti dobbiamo alzare la testa. Nelle nostre città, nei nostri quartieri, sui nostri posti di lavoro. Proprio come diceva Giuseppe Gatì: “Questa è la mia terra ed io la difendo. E TU?”.
Ti mando un abbraccio da Roma, una città solo apparentemente eterna. Anche qui ci sono tanti problemi, ma le rutilanti passerelle della Festa del Cinema…li fanno passare in secondo piano. Serenetta Monti, Agenda Rossa.
Serenetta “Pittima” Monti
Alla c.a. Presidente Senato della Repubblica Italiana, On. Schifani
E p.c.:
Presidente Prima Commissione Senato “Affari Costituzionali”, On. Vizzini
Senatori della Repubblica
Oggetto: mancata discussione Proposta di Legge di iniziativa popolare
conosciuta con il nome “Parlamento Pulito”.
Gentile Presidente, in qualità di co-firmataria della Proposta di Legge di iniziativa popolare in oggetto depositata presso la Corte Suprema di Cassazione nel 2007 e, nel dicembre del medesimo anno, depositata presso il Senato, direttamente all’on. Marini, all’epoca Presidente egli stesso del Senato, mi vedo costretta a sottolineare e ribadire che, fino ad oggi, 20 settembre 2010, non sia stata discussa tale Proposta. Nonostante siano state depositate 350.000 firme, numero che va ben oltre il limite di 50.000, richiesto dalla normativa vigente. Mi corre, inoltre, l’obbligo di ricordarLe che il primo firmatario della Proposta, il signor Giuseppe Grillo, si è presentato all’audizione in Prima Commissione (Affari Costituzionali) nel 2009 esplicandone il testo. Da allora più nessuna commissione o organismo responsabile, ha avviato la reale discussione sul testo di cui vorrei evidenziare i tre punti che, pressoché quotidianamente, negli ultimi mesi, sono tornati alla ribalta nello scenario della politica italiana: 1) Ineleggibilità in Parlamento dei condannati. 2) Periodo di durata degli eletti per due legislature. 3) Re-introduzione della preferenza per l’espressione di voto alle elezioni. Notizie che giungono dai mezzi di comunicazione, fanno paventare, sempre più spesso, la possibilità che il nostro Paese debba andare ad elezioni anticipate. In tale situazione la Proposta depositata decadrebbe, avendo essa valore per due legislature ed attraversando, appunto, il secondo periodo con la Legislatura attuale. Sono sicura Lei voglia recepire il mio sollecito che sarà solo il primo di una lunga serie, perché, qualora tale Proposta decadesse per sopraggiunti termini, si rischierebbe di minare la possibilità di noi cittadini di apportare il nostro contributo, mediante uno strumento di partecipazione come quello della Proposta di Legge di iniziativa popolare, al miglioramento del sistema legislativo …e politico del nostro Paese. La ringrazio sin da ora per l’attenzione che vorrà mostrare ed auspico voglia dare rapido riscontro alle mie richieste, convocando quanto prima la discussione sulla Proposta di Legge di Iniziativa Popolare “Parlamento Pulito”. Attendo Sue, presso i seguenti recapiti: numero di cellulare 377/5078494 e indirizzo mail serenetta@serenettamonti.it.
Distinti saluti.
Serenetta Monti, co-firmataria Proposta di Legge di Iniziativa Popolare “Parlamento Pulito”.
Povera Patria
Dai territori friulani, leggo i giornali e sbalordisco. Ora capisco perchè sembro una pazza quando parlo delle mie giornate romane…qui è tutto un altro passo…se a Roma si viaggia a 2000…qui si va a 20. I problemi della città, delle periferie della grande città…non sono neanche paragonabili ai problemi di una piccola città di provincia. Il Friulinon arriva a 1.500.000 di abitanti …una regione…che non ha neanche la metà degli abitanti romani…Come possono capire la frenesia delle battaglie cittadine?per cercare di vivere meglio?eppure non sono estranei alle orride dinamiche innescatesi qualche governo fa…per cui, oggi…le piccole e medie imprese chiudono anche qui…e ci si suicida. E, tornando alla lettura dei giornali…leggo dell’aggressione a Bonanni. Purtroppo…ne stavo parlando con la polizia in piazza Montecitorio, proprio l’altroieri… Io sono stata tra chi ha applaudito alle contestazioni di Dell’Utri, della Gelmini e di Schifani. Si, non voglio essere ipocrita. Ho pensato che c’è qualcuno in questo paese che si è stufato davvero…di essere preso in giro, di dovere ascoltare le parole di un mafioso, condannato in secondo grado venire a dare lezioni di storia e di vita, o di dovere ascoltare le idiozie di un ministro che dice di non voler ascoltare la voce dei precari della scuola perchè politicizzati e strumentalizzati…o, peggio ancora…dover vedere invitato, dal più grande partito di “opposizione” una persona che, avendo un’altissima carica istituzionale e vedendo pendere sul proprio capo gravissime accuse di frequentazioni di mafiosi, tracheggia nel presentarsi davanti ai magistrati per eliminare ogni velo dalla propria figura. Io sono stata davvero felice, si. Ho visto una scintilla di orgoglio italiano…ed ho sempre detto che finchè le lotte sono pacifiche e pacifiste ben vengano… Ed è proprio durante un momento di protesta pacifica, in assemblea con i precari della scuola in piazza Montecitorio che, l’altro giorno, con i poliziotti in piazza, auspicavo che si proseguisse su questa strada della contestazione pacifica…Purtroppo, l’aggressione con lancio del bengala a Bonanni…che, ovviamente non riscuote le mie simpatie, perchè complice di quel sistema che ha distrutto la fuzione del Sindacato, mi angoscia. Ribadisco, quindi, che con la violenza non si arriva da nessuna parte. Non voglio pensare si tratti di infiltrati, perchè non voglio tornare agli anni bui di questo paese…ma una cosa è certa, se oggi si da addosso a Grillo perchè “non viene percepito come un politico affidabile in grado di passare dalla protesta alla proposta”, o a Di Pietro perchè “è meno ferrato nel creare alleanze e aggregazioni” (cit. Il Fatto Quotidiano 9/9/2010)…è perchè si vuole continuare a spostare l’attenzione…E’ più comodo dare a Grillo un ruolo di leader politico che lui rifiuta e catalizzare l’attenzione sulle sue frasi provocatorie…piuttosto che chiamare uno per uno i consiglieri Cinquestelle e vedere il lavoro che stanno svolgendo, attuando programmi condivisi con i cittadini. Come è più comodo dire che Di Pietro non sa allearsi piuttosto che andare a vedere con chi avrebbe dovuto mantenere legami stretti per difendere un ‘opposizione: e parlo di quando c’era nel Pd la Teodem Binetti o il riciclone Rutelli. A Di Pietro, l’ingrato compito di difendere la linea Maginot dell’opposizione con le sue risorse, estremamente inferiori a quelle che un Pd avrebbe potuto mettere a disposizione se solo avesse voluto…Onore al merito per aver retto dignitosamente la botta! Oggi siamo alle porte di un autunno particolare…qui raccontavo che la classe operaia si sta svegliando, organizzando…ora mi trovo a dire che la società civile si sta svegliando. E, mentre si uccide il sindaco Angelo Vassallo, colpevole di svolgere la sua funzione di sindaco ONESTAMENTE. Mentre si costringono le voci fuori dal coro a chiedere scusa per cose che tutti pensano. Mentre la FNSI si ricorda di voler andare a visitare le condizioni di chi subisce torture nelle carceri libiche, ma troppo spesso dimentica le condizioni delle carceri italiane, dimenticando persino il caso di Massimo Papini che resta in carcere nonostante una sentenza della Cassazione…Ecco, mentre succede tutto qiesto qualcuno sta ritrovando la dignità di cittadino: mi riferisco a chi si sta organizzando per andare in pullman ai funerali di Vassallo. E mi riferisco a chi le contestazioni le ha fatte pacificamente. Non sono stata mai dalla parte della violenza. Non lo sarò mai. Ma tutti dobbiamo fermarci un attimo e guardare come è ridotto questo Paese, questa povera Patria…troveremo mai il coraggio di cambiare le cose tutti insieme, colori politici a parte…ma all’insegna della non violenza?Io ci credo ancora!e ci sarò sempre in prima linea e solo con le mie mani aperte…verso il mondo, verso la libertà. DI TUTTI.
Massimo Papini
Sapevo che sarebbe arrivato il momento in cui non sarei più riuscita a tenermelo per me…
In campagna elettorale non ne ho voluto parlare perchè non volevo sembrasse un atto di sciacallaggio di chi va a caccia di qualche voto in più.
Però, ora, non posso proprio più stare zitta.
A marzo, quindi in piena campagna elettorale, sollecitata da alcune persone sono andata a piazzale Clodio. Tribunale Penale. Ho voluto sentire con le mie orecchie a sventola, ciò che accade intorno la vicenda di MASSIMO PAPINI.
Chi è Massimo Papini per me?un emerito sconosciuto. Solo che alcune persone hanno provato il bisogno di presentarmi la sua storia, viste alcune vicissitudini della mia famiglia che vogliono, comunque, grande partecipazione in vicende giudiziarie, carcerazioni ingiuste e dintorni.
Riassunto delle puntate precedenti: Massimo Papini viene arrestato il primo ottobre 2009, dopo che ne era stata chiesta carcerazione preventiva presso il Tribunale di Bologna, ma il G.I.P. l’aveva rigettata. Così era stata chiesta “custodia cautelare” presso il Tribunale di Roma…il cui G.I.P. aveva emesso l’ordinanza il 18 settembre…
A questo punto ci possiamo chiedere perchè Massimo Papini viene prelevato sul suo posto di lavoro, a Castellabate in provincia di Salerno? ecco, l’accusa è “partecipazione a banda armata“. Cosa avrebbe fatto Massimo Papini per cotanto capo d’accusa?
…facciamo un salto indietro: 20 dicembre 2003, Diana Blefari Melazzi viene arrestata a Santa Marinella, perchè intestataria di una cantina in via Montecuccoli nella quale venne rinvenuto materiale d’archivio delle Nuove Brigate Rosse. Quelle Nuove Brigate Rosse responsabili degli omicidi a Roma del prof. D’Antona e a Bologna di Marco Biagi (di qui le differenti richieste a Bologna e Roma, accolte solo dal G.I.P. di Roma , di arrestare Massimo Papini).
Il 9 marzo 2004 dopo una perquisizione presso l’abitazione di Massimo Papini viene sequestrata una corrispondenza tra Diana Blefari Melazzi e Massimo Papini…perchè tra di loro c’era stata una liason trasformatasi poi in amicizia. Il 22 settembre 2004 Massimo Papini viene interrogato in merito alla sua amicizia con Diana Blefari.
L’arresto deciso nel 2009…è basato sul materiale reperito nel 2004. Ma dal 2004 al 2009, due processi sono stati avviati sulle vicende D’antona/Biagi. Uno a Roma appunto e uno a Bologna. Nel processo di Bologna, Papini viene anche chiamato a deporre come teste per l’accusa. Diana Blefari segue in prima persona le udienze fino a luglio 2005, pur avendo già dato segni di deterioramento delle sue condizioni psichiche. Nel luglio 2005 Diana Blefari viene condannata in primo grado a 9 anni e 6 mesi di reclusione per il reato di “partecipazione a banda armata e per la commissione di alcuni reati-mezzo, quali rapine di auto-finanziamento.”
Trasferita presso Benevento, Diana Blefari arriva in condizioni estreme: rifiuta il cibo. Non si è alimentata per più di venti giorni. Si rifiutò di rientrare in sezione al termine dell’ora d’aria, tanto da dover essere presa di peso dagli agenti penitenziari.
Non parlava con nessuno. Venne posta in isolamento.
Nell’ottobre 2005 viene trasferita presso L’Aquila, con ulteriori restrizioni: il suo regime carcerario passa da “alta vigilanza” a “41 bis”. Dal 2005 al 31 ottobre 2009, giorno in cui viene trovata Diana Blefari morta suicida in carcere, passeranno diverse perizie psichiatriche, e sentenze di condanna. Ma, durante tutto il periodo di detenzione di Diana Blefari, Massimo Papini ha sempre mantenuto con lei una corrispondenza epistolare regolare per sostenerla umanamente visto il progressivo degenerare del suo stato psichico (come descritto e sottoscritto dalle numerose perizie psichiatriche a cui era stata sottoposta Diana).
Nel febbraio del 2009 vengono concessi i colloqui, in carcere, tra Diana Blefari e Massimo Papini. A questo punto, Diana Blefari è presso il reparto comune del carcere di Sollicciano avendo ritenuto il DAP che la “la stessa debba rimanere in un carcere dove vi sia un presidio psichiatrico e quindi la possibilità al bisogno di un intervento immediato”. Le condizioni di vita risultano invariate: “continua a vivere in una condizione di assoluto auto – isolamento, rifiutando di incontrare le altre detenute e da ultimo anche la sorella”. Solo, una volta al mese, incontrerà l’ex fidanzato Massimo Papini, autorizzato all’ingresso in carcere dal Direttore in considerazione delle precarie condizioni psichiche.
Diana Blefari si è suicidata pochi giorni dopo che la Cassazione le ha confermato la condanna definitiva all’ergastolo. Da quanto è emerso dalla deposizione del dirigente della Digos Giannini, la mattina del suicidio Diana Blefari avrebbe rilasciato uno scritto che non è stato consegnato agli avvocati di Massimo Papini.
A questo punto, io posso solo riportare l’attenzione sul protagonista Massimo Papini, il quale , il 4 marzo 2010 si è visto accogliere il ricorso promosso contro la custodia cautelare in carcere confermata dal Tribunale della Libertà con ordinanza del 20 ottobre 2009. Ciononostante…Massimo Papini…non è stato scarcerato…anzi, le sue udienze procedono. Il castello dell’accusa ruota intorno delle schede telefoniche e sull’evidente rapporto con Diana Blefari. L’udienza cui ho assistito io in campagna elettorale è ben descritta nel comunicato rilasciato dal Comitato: i “non so”, “non ricordo”…da parte del funzionario sotto interrogatorio…mi lasciarono assai perplessa. Io non so, a questo punto, se sono riuscita a descrivere l’andamento della situazione paradossale in cui si è venuta a trovare una persona perchè amica di qualcuno che ha fatto delle scelte sbagliate.
Non sono laureata in giurisprudenza e non ho intenzione di entrare in un’analisi tecnica…una cosa è certa però…Massimo Papini è tenuto in carcere sulla base di accuse non comprovate…e anche difficili da provare a giudicare dalla mole di materiale emersa e dalla scarsa memoria dei funzionari Digos. Lui è sicuramente uno dei tanti…e quello che posso fare io, semplice cittadina che ha trovato uno spazio per alzare la voce…è “solo” chiedere a chi legge il mio blog…di farsi venire dei dubbi, di approfondire, e di scegliere se sottoscrivere l’appello del Comitato per la scarcerazione di Massimo Papini o no…Io ho scelto: sottoscrivo…
19 luglio, Palermo, Via D’Amelio
19 luglio 2009: Palermo, Via D’Amelio. Il mio primo viaggio a Palermo. Il primo di una lunga serie. Di sicuro quello in cui ho capito di aver lasciato il mio cuore in Sicilia. Quello che ho vissuto e respirato in poche ore…non e’ facile da descrivere. E’ per questo che ho deciso di fare un appello video per cercare di sensibilizzare altri a venire quest’anno sempre in Via D’Amelio. Io lo so che quest’anno saremo di più. In un anno le Agende Rosse si sono moltiplicate in Italia. E ora spuntano come funghi nelle manifestazioni che cercano verità e giustizia!
Quest’anno ci saremo di nuovo!Non faremo profanare via D’Amelio da quelle persone che “spesso indegnamente occupano le nostre istituzioni”.
Io sarò di nuovo in Via D’Amelio, per Paolo, per Emanuela, per Walter, per Claudio, Vincenzo ed Agostino e per tutti quelli che hanno sacrificato le proprie vite perchè hanno creduto di proteggere questo Paese. E ci sarò per tutti quelli che ancora credono sia possibile cambiare questo Paese!Spero, quest’anno, di vedere tanti palermitani…Ma se aanche non dovessero essere tanti…saremo tanti noi. Lo so!
Il programma si trova sul sito di Salvatore Borsellino. Io aggiungo solo che non sarò lì per commemorare. Ma per difendere!Difendere quel luogo sacro da profanazioni. FUORI LA MAFIA DALLO STATO!FUORI LO STATO DA VIA D’AMELIO!