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CHI DECIDE…QUANTO VALE UNA VITA?

Chi decide quanto può valere la vita di un uomo? Cosa fa la differenza tra la vita di un operaio, di un amministratore delegato, di un militare, di un politico?
Certo non decidiamo noi, comuni mortali. Anche perchè per quanto io possa provare ribrezzo per l’attuale Presidente del Consiglio, non potrei mai augurargli, per esempio, la morte come punizione per tutto ciò che fa passare a questo disgraziato Paese. Tutt’altro!Gli augurerei lunga vita!…IN CATENA DI MONTAGGIO PERÒ!in compagnia di quelle consigliere regionali, deputate, europarlamentari, che hanno trasformato l’agone politica in uno squallido bordello di periferia.
Sono atterrita da ciò che leggo sui giornali e ascolto intorno a me. Tema nazionale: il bunga bunga. Il 2 novembre già scrivevo che non mi sarei fatta distrarre dal bunga bunga. Lo ribadisco qui. Ora. Oggi, 18 gennaio, che ha visto morire il caporale Luca Sanna, per il quale non manca il cordoglio del Presidente Napolitano. Dopo che ieri era morto un operaio RFI, travolto da un treno, dopo essere scivolato, mentre faceva la manutenzione dei binari e per il quale non ho trovato parole di cordoglio da parte di Napolitano. Nel 1879, Francesco Crispi, pronunciò queste parole all’Assemblea democratica di Palermo:” L’operaio invalido ha gli stessi diritti del soldato ferito in guerra o indebolito dalla vecchiaia, e sono due militi l’uno e l’altro: il soldato col fucile difende la patria alle frontiere; l’operaio lavorando nelle terre e nelle officine accresce la ricchezza della nazione e la fa prospera e grande”. Passano i secoli…ma questo principio di uguaglianza non viene recepito…Io spero che le vite di Sanna e di Micali…abbiano lo stesso valore…e che non facciano la fine di Roberto Scavo, morto a 21 anni mentre, “grazie” ad un contratto a tempo determinato con Poste Italiane, consegnava lettere con uno scooter. Alla sua vita…è stato dato il valore di 1.725 euro, quelli dell’assegno funerario. Se non mi credete, guardatevi il video!
PS. Nel 1853, sempre Crispi, scriveva:” Chi farà scrollare e cadere quel governo? La nazione, la quale – nè il giorno è lontano – raccogliendo le affrante membra si rizzerà gigante dal sepolcro in cui i despoti l’han rinchiusa, e, dopo aver abbattuti i nemici, darà legge a se stessa.”…E RACCOGLIAMO STÈ STANCHE MEMBRA!

E lo sconforto arriva. Eccome se arriva.

A volte arriva. Si, a volte arriva. Lo sconforto. Odio ammetterlo dallle pagine di questo blog, attraverso il quale cerco di spronare voi tutti ad alzare la testa, a ribellarci tutti insieme. Ma è giusto condividere. Nel bene e nel male.
E’ pur vero che lo sconforto passa, lasciando quella sana dose di rabbia che da il riavvio…però, fintanto che resta, occorre subirlo.
Stavolta lo sconforto è arrivato dopo l’ennesima incursione in Consiglio Comunale (oggi Assemblea Capitolina) a Roma, insieme ai lavoratori della Roma Multiservizi, la cui vicenda seguo da molto vicino.
Ne sono successe troppe per fare l’elenco, ma quello che mi ha sconfortato non è la lentezza con cui si lavori per la stabilizzazione definitiva di questi lavoratori su cui pendono diverse spade di Damocle. Ciò che mi ha sconfortata è assistere nuovamente allo squallido deserto e teatrino che si verifica nelle sedute del Consiglio comunale.
A volte mi chiedo come si regga il numero legale…se in aula ci sono 4 consiglieri della maggioranza e 8 dell’opposizione.
Ho assistito a scene divertenti nella loro tragicità: un consigliere dell’opposizione mettersi a fare da cane da guardia affinchè non partisse la “danza delle dita”, di quei pianisti che gradiscono fare il favore al collega di banco che si è andato a prendere (giustamente) il caffè o è passato a salutare Lotito seduto tra il pubblico. Che tristezza…
E la cosa più triste è stata aspettare, dopo aver fatto fare un variegato pellegrinaggio di consiglieri comunali presso gli uffici del Gabinetto e della Segreteria del Sindaco, per avere una data utile a far riprendere la trattativa sindacale sui suddetti lavoratori. Il tutto perchè…”i confederali non vogliono sedere al tavolo con voi”. “Echissenefrega” non ce lo mettiamo?!Evidentemente la tanto sbandierata unitarietà è finita all’atto della firma.
Ne prenderò atto. Alle sigle confederali non interessa ottimizzare i tempi perchè i lavoratori non stiano col fiato sospeso troppo a lungo…Prima o poi capirò cosa gli interessi realmente…
Ebbene, dicevo, è stato tristissimo, vedere che questo pellegrinaggio non ha prodotto alcun risultato se non la consapevolezza che l’ U.S.I./AIT e ReteComune sono due sigle fastidiose…ma lo sapevamo già, non è una novità. Non siamo tendenzialmente portati al compromesso che non agevoli i lavoratori…siamo un po’ controtendenza.
Ed è stato tristissimo, per l’ennesima volta, dover fronteggiare il funzionario della Questura, responsabile per il Campidoglio ed i Vigili Urbani nell’aula Giulio Cesare, a Consiglio concluso. Spiegare loro che declinavamo gentilmente l’invito ad uscire dall’aula perchè ancora in attesa di una data per la ripresa del tavolo di confronto.
Farli tremare alla sola idea che una dozzina di lavoratori si abbarbicasse alle, ormai comode, perchè rinnovate, poltrone dell’aula consiliare.
Tristissimo, perchè io sono consapevole che anche loro abbiano le famiglie da cui tornare. Famiglie in cui ci sono figli, con anche due lauree, a spasso o precari, sottopagati. E sono, inoltre, consapevole che non sanno quando gli pagheranno gli straordinari causati dalla nostra, imprevista, presenza.
Tristissimo dover comunicare al capogruppo PDL, on. Gramazio, che la sensazione collettiva sia che non si vogliano far rispettare gli impegni presi dal sindaco di Roma relativamente questo percorso di stabilizzazione. Tristissimo ottenere una data con uno schiocco di dita dopo aver enunciato il suddetto pensiero.
E si, la data, infatti, è arrivata proprio grazie all’on. Gramazio che, alle 20,30 si è esposto in prima persona per difendere la figura del Sindaco Alemanno.
Se Dio vuole…e i confederali pure, venerdi 12 alle 16 U.S.I./AIT e Rete Comune saliranno di nuovo in Campidoglio per cercare di difendere quei pochi diritti rimasti.

AUTUNNO CALDO??? ROVENTE!!!

Io me lo aspettavo l’autunno caldo…ma questo si presenta davvero rovente!ogni giorno,ogni santo giorno,si susseguono incontri,assemblee,presidi,manifestazioni e chi più ne ha più ne metta.Credo sia arrivato il momento per ognuno di noi,di fare la propria parte.Quale?non lo so.Ognuno deve capirlo da solo.Io,anni fa, per esempio, ho capito che mi sarei dovuta difendere da sola il posto di lavoro e servivano gli strumenti per farlo. E ho scoperto la realtà dell’USI/AIT, sindacato autorganizzato che vive sulle proprie forze e basta.Questa sigla,ogni giorno,con grande scorno delle sigle confederali,mi da la possibilità di mettere bocca in vicende disastrose e cercare vie d’uscita.E parlo di cosucce tipo sicurezza sul lavoro e blocchi di licenziamenti.Maturiamo successi più o meno grandi,in fondo,spesso lottiamo contro un doppio nemico:uno è la classe padronale, l’altro…queste realtà sindacali,oggigiorno,troppo supine alle logiche del compromesso. Sto dicendo queste cose,perchè mi sono resa conto…che manca qualcosa in questi percorsi di combattimento che si stanno avviando in diverse realtà, parallele. Manca l’INFORMAZIONE. O meglio, manca la possibilità di divulgare correttamente l’informazione, perchè siamo vincolati ad un sistema…comandato da un’unica persona. Abbiamo un solo canale comunicativo ed informativo ancora libero (ma non si sa per quanto…): la RETE. Difendiamola! Pubblico il comunicato stampa di un’iniziativa a cui tengo particolarmente.

Mercoledi 20 ottobre, a partire dalle ore 20.45, presso il “Sotto casa di Andrea” in via dei Reti, 25 a Roma si terra’ “LIBERO WEB IN LIBERO STATO”. No alla censura. Si alle regole. Difendiamo la Rete e chi la utilizza. Un incontro moderato da Piero Ricca, il blogger che denuncia quotidianamente gli attacchi alla libera informazione, che vedra’ la partecipazione del sen. Vincenzo Maria Vita (Vice Presidente della Commissione Cultura del Senato), Alessandro Gilioli (Giornalista de’ “L’Espresso” e blogger), Guido Scorza (Avvocato e giornalista), Gianfranco Mascia (Responsabile WEBDV, tv web Italia dei Valori), Francesca Fornario (Autrice satirica, giornalista de’L’Unita’), Claudio Messora (Blogger), Samanta di Persio (Scrittrice, autrice di “Le morti bianche” e “Ju tarramotu”), Helene Benedetti (Informare per Resistere), Giuseppe Giulietti (Portavoce di “Articolo 21”). Questo incontro nasce dal desiderio di Liberta’ scatenata (gruppo Facebook) di portare avanti un lavoro di informazione e divulgazione iniziato il 5 giugno 2010, quando, presso il Teatro Vittoria di Testaccio a Roma, ci fu un evento teso ad affrontare il tema della libertà dell’informazione, in collaborazione con il meetup “I Grilli del Pigneto” di Roma. Durante la serata, che fa seguito a due altri convegni “Libero web in Libero Stato”, svoltisi nei mesi scorsi a Milano e Firenze, verranno affrontati i temi relativi alla libertà di espressione e informazione sul web e discusse le linee guida per una bozza di possibili riforme, condivise con la comunità del web, per lo sviluppo e la diffusione della “democrazia digitale” in Italia. Per ulteriori informazioni, rivolgersi al 338/1738285 o 377/5078494 o scrivere a info@libertascatenata.it “.

Italia

Mentre in Afghanistan lasciamo morire altri quattro nostri ragazzi per una FINTA MISSIONE DI PACE. Mentre l’Europa ci bastona, per la seconda volta, per l’insicurezza sui posti di lavoro, perchè allegramente dimentichiamo il “coordinatore obbligatorio” nei cantieri con più imprese ( http://www.edilportale.com/news/2010/10/normativa/sicurezza-sul-lavoro-coordinatore-sempre-obbligatorio-nei-cantieri-con-pi%C3%B9-imprese_20221_15.html). Mentre sui giornali italiani impazzano i gossip di questo o quel politico, di dossier di case, di corna, di escort… Nelle città si rischia la vita tutti i giorni. Milano: tassista investe cane, scende si scusa, viene picchiato selvaggiamente e ora sta tra la vita e la morte. Roma: capolinea Metro dell’Anagnina. In fila, una donna, un battibecco e in stazione prende un cazzotto che la fa a finire a terra, batte la testa e va in coma. Ecco, poche righe, tanta violenza. Di tutti i tipi. Dalla guerra mascherata da missione di pace al vivere quotidiano alla fermata della Metro. Morire in Afghanistan non può capitare a tutti. Non abbiamo scelto tutti di fare il militare. Ma chi lo ha scelto, lo ha fatto consapevole dell’Art.11 della nostra Costituzione che, se la memoria non mi inganna…ancora non sono riusciti a cambiare. E, quindi, secondo l’articolo 11 non sarebebro dovuti morire neanche quegli alpini. Secondo l’art. 11 non dovremmo neanche pensare di armare con le bombe i nostri ricognitori! E chi se ne frega se la NATO è d’accordo con La Russa! Bene hanno fatto i parenti a gridargli contro. Troppo poco! Quanti altri ragazzi morti in GUERRA ci serviranno prima di convincerci che la guerra è SEMPRE sbagliata?! Sappiamo tutti che, più del senso patriottico…possono i soldi che vengono dati per le missioni all’estero. E se abbassassimo questi importi?Sarebbero altrettanti i ragazzi ad andare a rischiare la vita? E la guerra cittadina? quella quotidiana? Perchè le nostre forze dell’ordine, tutte, sono così sottopagate? In fin dei conti gli episodi degli ultimi giorni dimostrano che la tanto pubblicizzata “sicurezza” su cui si sono costruite due campagne elettorali non c’è. FORSE PERCHè SI FINANZIANO LE MISSIONI ALL’ESTERO INVECE DELLA VITA QUOTIDIANA? Eppure, siamo in guerra. Sempre. Qui. A casa nostra. Siamo in guerra quando andiamo al lavoro e non ci sono le tutele e vogliono scipparci tutti i diritti. Siamo in guerra quando si va a prendere l’autobus e ci tirano un cazzotto come se fosse la cosa più normale per rispondere ad un battibecco. Siamo in guerra quando siamo alla guida e si rischia la vita per un parcheggio come per aver investito qualcuno o un cane. E il cane, per i proprietari dei cani, è come un figlio. E io lo so. Non ci si ricorda più che ci sono leggi da rispettare…Ma…E’ normale non ricordare che esistano le leggi in un Paese in cui chi ti governa le ignora tutti i giorni. Se in Parlamento siedono mafiosi e corrotti, come può il cittadino semplice ricordare le proprie legg?!. Prima fra tutte quella del rispetto per la vita?Che amarezza…ribelliamoci tutti insieme. Guardiamo i nostri figli, i nostri bambini: è davvero questo il mondo che vogliamo per loro?IO NO!e finchè avrò forza e fiato sarò in prima linea contro tutte le ingiustizie e gli orrori di questa società. Spero che diventeremo sempre di più. E presto. Intanto, mi torverete in piazza il 16, accanto alla FIOM, pur essendo di altro sindacato. Autorganizzato.

Cronaca di una trattativa sindacale (epilogo)

Ed ecco l’ultima parte della trattativa sindacale sui lavoratori della Multiservizi. Per completezza di informazioni, devo premettere che in data 7 ottobre, con i lavoratori siamo tornati in Consiglio Comunale ed abbiamo gridato rivolti al Presidente del Consiglio Comunale “ASSUNZIONE” e “LAVORO”. La qual cosa ha irritato il Presidente Pomarici che voleva allontanarci dalla sala…E con la mia vocina da soprano ho gridato che “forse”, era il caso di “sentire perchè gridavamo prima di allontanarci dall’aula”. I vigili urbani all’interno della sala consiliare ci hanno invitato a sederci nuovamente poichè la nostra richiesta di incontro con i capigruppo era stata inoltrata e dovevamo solo aspettare.
Ma, ad un certo punto, in aula, è comparso il sindaco Alemanno…e i lavoratori hanno ricominciato ad urlare. Il Sindaco ha fatto il suo intervento e poi si è diretto verso i lavoratori con i quali ha preso l’impegno di incontrarli il 18 ottobre. Lui in persona. Consapevole degli impegni presi per l’assunzione di 200 giardinieri. Ringrazio chi mi ha fornito il video, per quanto poco elaborato, dell’impegno del Sindaco Alemanno…Continuons le combat…e finiamo di vivere insieme la trattativa sindacale conclusasi il 29 settembre.

L’estenuante tira e molla è proceduto sino a quando, per l’ennesima volta, non avendo ottenuto l’elenco dei lavoratori coinvolti in tale passaggio, ho sollecitato gli amministratori delegati presenti al tavolo per cercare di capire con quali criteri e modalità sarebbero stati selezionati i lavoratori che sarebbero dovuti confluire in AMA. E, qui, apriti cielo! la scoperta più vergognosa che potessimo fare a poca distanza dal traguardo della firma dell’accordo: l’amministratore delegato dell’AMA, il dr. Panzironi, ha candidamente ammesso che “come sempre”, ci avrebbe pensato l’agenzia di lavoro temporaneo cui loro si affidano per le procedure di selezione. COSA???Una società come AMA (il cui diretto proprietario è il Comune di Roma che ne possiede il 100% delle azioni), deve assumere dei lavoratori provenienti dalla Multiservizi (il cui azionista di maggioranza è l’AMA stessa che possiede il 51% delle azioni…applicatevi da soli la proprietà transitiva) SPERPERA SOLDI PUBBLICI NEL RICORSO AD UN AGENZIA DI LAVORO TEMPORANEO?!Bene…sono diventata una iena!In fin dei conti prima che sindacalista sono cittadina romana: sento in continuazione le parole “crisi”, “tagli”, o frasi tipo “stringere la cintura”, “evitare sprechi”…ed i “miei” soldi vengono buttati così?! spiacente non ci sto! ed in un momento di ira funesta ho anche detto ad amministratore delegato e responsabile del personale AMA che stavano rubando i soldi al Comune. Mi hanno risposto candidamente che tutti sanno che è la prassi all’interno di AMA (i confederali sicuro… sono al tavolo di trattativa interno AMA). Io mi attiverò perchè questa prassi che fa solo sperperare soldi del cittadino venga cambiata e si torni al caro vecchio ufficio del personale che seleziona i curricula.
Se non altro con i soldi risparmiati si possono fare sforzi per assumere altre persone.
Comunque, questa è l’ennesima dimostrazione di come l’Amministrazione Capitolina sia troppo distratta su certi aspetti. Ricorderete il simpatico aneddoto che citai dopo la seduta notturna di Bilancio a luglio scorso.
Ebbene, tra i “distratti” che votarono differentemente quei due ordini del giorno identici, c’era lo stesso Sindaco Alemanno.
Io non credo si possa continuare in questa situazione. Uno dei punti fermi della trattativa doveva essere l’assunzione dei lavoratori aventi diritto alla qualifica di giardiniere, direttamente al Comue di Roma, il quale, nel piano assunzionale del 2010 aveva previsto proprio 200 assunzioni per questa qualifica. Invece, come autonomi, ci siamo visti costretti a sottoscrivere quello che visto dall’esterno è, sicuramente, un bell’accordo. A conti fatti è una “pezza” che abbiamo dovuto mettere, come USI/AIT e Rete Comune ad una situazione che si era davvero messa male. La firma delle sigle autonome è servita per proseguire quel percorso iniziato quinici mesi fa, quando in quattro giorni abbiamo fermato 196 telegrammi di licenziamento aprendo il percorso di mobilitazione verso l’assorbimento al Comune per chi ha i titoli di giardiniere e simili e per altri l’assunzione all’AMA. Avremmo continuato la lotta anche la sera ddell’accordo, ma era evidente che i confederali si erano stufati di tutta quella unitarietà e volevano chiudere la trattativa.
La cosa che più mi ha dato soddisfazione di tutta questa vicenda è stata sentire le giustificazioni delle sigle confederali alla firma dell’accordo. Hanno dovuto dire, a mò di scudo, che l’accordo l’avevamo firmato anche noi autonomi.
Non potevano dire che era il miglior accordo possibile, perchè loro sanno quale sarebbe stato. I lavoratori sono garantiti. SI. Hanno tutti uno stipendio. Si. Ma quelli che sono rimasti in Multiservizi hanno ancora una spada di Damocle che pende sulle loro teste. E’ una procedura di affidamento di 32 persone alla ditta Caldani che applica il CCNL dell’agricoltura. Assolutamente inaccettabile. Ed è per questo che continueremo con le iniziative di lotta. “CONTINUONS LE COMBAT”! La differenza tra noi, autonomi, ed i confederali…è che la firma su quell’accordo non ha significato per noi la fine del percorso di stabilizzazione di questi lavoratori!
E questo discorso vale per tutti i settori che ci vedono in prima linea a contrastare certe dinamiche di compromesso che non ci vedono “conformi”.
E, signori, faremo pesare parecchio la nostra firma su quell’accordo!Stay tuned!
Questo scritto è anche esercizio di libertà di espressione e critica sindacale.
PS: in tutta questa vicenda, una persona si è comportata in maniera ineccepibile. Mi corre l’obbligo ringraziarla. L’assessore all’Ambiente Fabio de Lillo, si è rifiutato di parlare dei lavoratori in termini esclusivamente numerici. Ha sempre tenuto in conto le professionalità in campo ed ha mantenuto quello stile che è venuto a mancare alla parte dirigenziale delle Aziende coinvolte nella trattativa. Come sapete tutti, l’area politica dell’assessore De Lillo non riscuote le mie simpatie, ma quando c’è da riconoscere la correttezza di una persona, sono la prima a farlo.

Cronaca di una trattativa sindacale (seconda parte)

Ed ora, passiamo ai dettagli della trattativa. Ad un certo punto si ottiene la possibilità di far transitare 80 lavoratori da Multiservizi ad AMA. E voi starete dicendo “Cribbio” (cit)” che bello!”. In realtà, noi ci sentiamo dire che questi 80 saranno presi a tempo determinato. E lì, superpanico. Comincia un tiraemolla per dare più garanzie agli 80, ai quali sarebbe legato un notevole stanziamento economico per AMA, trattandosi di circa 5 milioni di euro…e scusate se è poco durante stì periodi di vacche magre!Vorrei farvi capire che questi tira e molla sono durati almeno 12 ore, tra riffe e raffe.
Ad un certo punto, la parte comunale si alza dal tavolo e annuncia il rinvio della discussione, probabilmente per sopraggiunti disturbi intestinali (eravamo prossimi all’ora di cena).
A questo punto io sbotto con i confederali, ricordando a tutti che in nome del tavolo unitario si era deciso, TUTTI INSIEME, in caso di ennesimo nulla di fatto, di non abbandonare il Campidoglio. Ho sentito risposte di tutti i tipi: 1)non possiamo rimanere perchè i lavoratori sono stanchi. 2)Non possiamo rimanere perchè siamo stanchi noi e domani, per la trattativa dobbiamo essere lucidi. 3)Non possiamo rimanere in pochi perchè se rimaniamo in pochi perdiamo di forza di fronte alla controparte.
Ho insistito. Ho insistito anche per chiedere direttamente ai lavoratori in piazza. Ma sembravo matta. Roberto Martelli, sempre dell’U.S.I/AIT ha, allora, lanciato l’idea di lasciare un piccolo presidio di volontari all’interno del Campidoglio , per la notte e lasciare che tutti gli altri andassero a riposare, così si sarebbe comunque fatto capire che si stava alzando il livello di scontro.
Neanche in questo modo stava bene ai confederali. Allora si è passato a chiedere chi sarebbe rimasto e lì i numeri hanno parlato chiaro: solo gli “autonomi”. Con un’ulteriore trattativa (nella trattativa), è stato deciso di far rimanere anche un lavoratore per ogni sigla confederale…perchè ai “territoriali”, non era bastata la nostra garanzia che saremmo rimasti per tutti…e non solo a titolo di sindacati autonomi…D’altronde, “loro”, misurano tutti con il proprio metro, come avrebbero potuto fidarsi!?
Chiusa la lista dei nominati, c’è stata la consegna di panini, coperte e sacchi a pelo da parte di quei lavoratori che, memori dell’impegno preso (che si sarebbe dovuti rimanere in caso di empasse), si erano organizzati. Tra una pizza, portata a mò di aiuto umanitario e una sigaretta fumata dai fumatori, ci siamo sistemati, chi per terra, chi sulle sedie accostate, per affrontare il sonno ristoratore.
La nottata è trascorsa tranquillamente, io lavoratrice Zètema, ho dormito per terra, accanto a lavoratori Multiservizi. Avevo spinto io per quella decisione, mi sembrava corretto rimanere.
E, come già era successo con i precari della scuola a Montecitorio, al mattino sono andata al mio lavoro, non essendo sindacalista di professione.
La trattativa è ripresa nel pomeriggio…ed io, che sarei dovuta appartenere, nell’ottica dei confederali, a coloro che dovevano restare lucidi, sono arrivata trafelata quasi puntuale, uscendo dal mio lavoro.
Ho scoperto, però, che l’appuntamento era slittato di un’ora. L’ho preso come un buon segno…ma, poi, mi sono dovuta ricredere.
Al tavolo è comparso anche il responsabile del personale AMA, dr. Cedrone. Ed è stata una vera svolta: infatti il tavolo ha deviato verso la maleducazione più totale. L’arroganza ha regnato sovrana. Quasi come desse fastidio che al tavolo fossero presenti sindacati autonomi, il dr. Cedrone non consentiva di parlare per cui bisognava alzare la voce, per poi sentirsi dire “cosa alzate a fare la voce?”. Il top della maleducazione è stato raggiunto quando, nel vano tentativo di fare un intervento coerente con la discussione, mi sono beccata uno “stai zitta!” con tono perentorio dal dr. Cedrone, appunto.
Non volevo credere fosse successo davvero. Non ho perso la calma e gli ho detto di ricordarsi di darmi del lei visto che non ricordavo di avergli mai accordato di darmi del tu…e, ovviamente, di portarmi tanto rispetto quanto gliene stessi portando io (…nonostante tutto…). La cosa vergognosa e che, dopo, ho fatto notare ai diretti interessati…è stata che NESSUNO dei delegati confederali è intervenuto sollecitando il dr. Cedrone ad un comportamento più consono e rispettoso dei presenti al tavolo.
Per fortuna, ho le spalle larghe! E la testa dura.

Cronaca di una trattativa sindacale

Quelli passati, sono stati giorni davvero intensi…soprattutto per un motivo: ho dedicato buona parte del mio tempo alla trattativa sindacale che doveva salvare circa 200 lavoratori della Multiservizi Roma messi in mobilità da un’attenta (agli interessi aziendali) amministratrice delegata. Mentre scrivevo questo post, mi sono resa conto che erano troppe le cose che avrei voluto raccontare. Così, ho deciso di farne “delle puntate”. Non so se si fa, se sia una cosa mediaticamente produttiva…però, io sono cresciuta con gli sceneggiati radiofonici…che duravano almeno 40/80 puntate…voi potete leggere un seguito ad un post. Vi consiglio lo stesso di mettervi comodi…
Mi sono ritrovata a pensare che sarebbe giusto che le trattative sindacali venissero mandate in diretta streaming. Credo che le cose andrebbero davvero diversamente. Intanto che si giunga ad una prassi simile, proverò a farvi una cronaca in differita di quanto accaduto pochi giorni fa. Ho aspettato qualche giorno prima di mettermi concentrata sul pc a scrivere queste righe, complice anche la manifestazione del Nobday2 da vivere con Salvatore Borsellino e le Agende Rosse. Ora che ci sono, svuoterò tutte le mie sacchette di bile.
Premessa: il primo incontro cui ho assistito (e da cui è partita realmente la trattativa) ha visto intorno ad un tavolo tutte le sigle confederali, la mia sigla sindacale, autorganizzata, U.S.I/AIT e la sigla autonoma RETE COMUNE. Per l’Amministrazione Capitolina era presente l’assessore all’ambiente del Comune di Roma On. De Lillo, per il Gabinetto del Sindaco il dr. Mantici e per le aziende coinvolte…state bene attenti…perchè, come cittadini dovete sapere queste cose…Dicevo, per le aziende coinvolte, la dr.ssa Giuliani, in qualità di amministratrice delegata di Roma Multiservizi, il dr. Panzironi, in qualità di Presidente della Multiservizi…”MA ANCHE” di amministratore delegato dell’AMA. Il 2×1 delle aziende romane, insomma. Tanto il concetto di “conflitto di interessi” è ritenuto obsoleto. Vorrei anche mettervi al corrente di un episodio che io ritengo straordinario: i delegati delle sigle confederali sono stati bloccati (fisicamente) dai lavoratori della Multiservizi, presenti sulla piazza del Campidoglio, fino a che non è stata garantita la partecipazione al tavolo di trattativa proprio delle due sigle alternative ai confederali. Una piccola vittoria dei lavoratori che sono stufi di vedersi la pappa servita dai delegati confederali, troppo spesso avvelenata.
Da questo primo incontro, praticamente, si è usciti con un nulla di fatto, perchè l’Amministrazione (sia quella Comunale che quella aziendale) si è presentata a mani vuote: nessuna proposta, nessuna soluzione per sistemare la tragica vicenda di lavoratori messi in mobilità. L’unica cosa chiara era l’impegno dell’amministratrice delegata a NON volere ritirare la procedura di mobilità.
Cosa pensate abbiano fatto le sigle sindacali presenti?hanno cercato un’unità di intenti con le sigle autonome, che si è concretizzata con il rinvio della discussione al momento in cui l’Amministrazione Capitolina, fosse riuscita a fornire una proposta, ferma restando l’intenzione di non abbandonare la sede capitolina di fronte ad un eventuale, ulteriore, nulla di fatto.
Ed è, così, trascorso il week end. Lunedi 27 settembre, i lavoratori si sono dati appuntamento in Campioglio per cercare di coinvolgere anche qualche consigliere comunale in questo percorso. Si è così arrivati all’appuntamento ufficiale del 28 settembre mattina. Da questo momento è stato tutto un precipitare di eventi e scoperte. L’unica, reale novità è stata la comunicazione che il dr. Panzironi si era dimesso da Presidente della Roma Multiservizi…forse il bubbone delle due cariche era diventato troppo grosso.
Da un’iniziale proposta del Campidoglio, abbastanza vergognosa si è arrivati, con non poca fatica, a limare alcuni aspetti solo con la tenacia di alcuni dei presenti.
In particolare, devo dire che, noi autonomi, ci siamo trovati DA SOLI a richiedere più trasparenza in alcune procedure. Innanzitutto, avremmo voluto chiarimenti dalla dr.ssa Giuliani (Multiservizi) sulle modalità con cui aveva inviato alcune lettere di licenziamento. Ma le risposte della stessa sono state vergognose: ha articolato qualcosa sul fatto che essendo la “sua” una grande azienda con grandi commesse “è naturale l’utilizzo trasversale” di questo o quel lavoratore. Dichiarando, così, apertis verbis, di aver usato la gente come più le faceva comodo fregandosene dei dettami delle singole commesse, cui sono affidati determinati lavoratori (e stanziamenti economici connessi), in base alle loro specifiche professionali.
Alle ulteriori, mie e di Rete Comune, richieste di fornire al tavolo sindacale l’elenco di tutti i lavoratori coinvolti, sono succeduti solo silenzi.
Anche da parte delle sigle confederali.