Caro Presidente Napolitano,
ieri ho festeggiato il fatto che la legge Alfano sia stata respinta. Ma è stato un attimo perché, poi, ho ripensato che si sarebbe potuto evitare tutto questo sciupio di energie e soldi dei contribuenti se solo tu (scusa il tono confidenziale, rispetto a parte per la tua alta carica, dovresti essere un padre per la patria e io ad un padre darei sempre del tu) non avessi firmato quel “lodo”…e non solo.
Dici: “un atto dovuto”. A CHI??? Non certo ai cittadini italiani! In tanti hanno alzato la testa e la voce per cercare di farti sentire le ragioni che davano per incostituzionale il “lodo Alfano”. Mi piace ricordare le parole di Enzo di Frenna oggi più che mai una Cassandra: “Dunque, se in futuro questa legge dovesse risultare anch’essa incostituzionale e contravvenire all’articolo 3 della Carta scritta dai padri costituenti, si scriverà in Internet e nei libri di storia che tale legge portava la firma del presidente Napolitano. E purtroppo, ciò nonostante le diffuse contestazioni espresse nei mesi precedenti all’approvazione.”. Tu sarai sempre il Presidente che non ha voluto negare la firma. Sorvolo sul fatto che il Presidente della Repubblica potesse esprimere la propria opinione tirandosi fuori dal “quartetto” e dicendo che non fosse necessario includere anche sè medesimo tra i fortunati “immuni”. Sorvolo sul fatto che hai firmato anche lo scudo fiscale. E da quello, DAVVERO, non so chi ci salverà! Sorvolo su tante cose, ma ti ricordo che, da ieri, siamo tornati tutti ad essere uguali.
Certo, per me è un problema pensare di essere uguale a Berlusconi e solo per questo cambierei la Costituzione.
Ma nella nostra uguaglianza ci sono categorie che si separano drasticamente: chi si può permettere tutto e chi niente. Io appartengo alla seconda categoria. Quella di chi è in cerca del proprio futuro, del proprio nido dove contribuire alla popolazione di questo paese. Mi guardo intorno, guardo la mia busta paga, guardo i mutui e capisco che, di questo passo, non avrò mai una casa mia.
Non è che niente, niente, tra una firma e l’altra, firmeresti anche il mio mutuo?
Rispettosamente, Serenetta Monti (Resistente a difesa della Costituzione)
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Voglio per tutti un Paese migliore
Il “blog” sarebbe un po’ la versione moderna del diario delle nostre nonne (oddio!, però, anche io ho diari cartacei… mi sa che comincio ad avere una certa età).
Oggi, mi sono riguardata ciò che ho pubblicato sul mio blog in questi giorni. Ne è venuta fuori un’immagine desolante: battaglie, incazzature, lotte per il lavoro, lotte per la salute…
Ma le nostre nonne avranno scritto solo queste cose sulle loro pagine profumate da petali rosa lasciati essiccare tra una pagina e l’altra?
Non credo. Intanto, perché mai l’Italia dopo la guerra ha vissuto periodi bui come questo; poi perché le donne avevano un altro ruolo sociale. Ecco, ci sto ricadendo… adesso entro nella battaglia per i diritti civili alle donne.
No. Non voglio. Mi ribello!
Oggi voglio dirvi da dove attingo le mie forze per portare avanti tutte quelle battaglie con cui vi ho ammorbato nei post precedenti.
Io sono fortunata.
Le mie battaglie hanno fatto si che ora io abbia un lavoro fisso, strappato con le unghie e con i denti senza dover dire grazie a nessuno, se non a me stessa e al mio sindacato.
E questo lavoro mi ha dato una sede meravigliosa: io lavoro dentro Villa Borghese. E quando mi sposto da un edificio all’altro, lo faccio in compagnia di cani, gatti e scoiattoli.
Nelle giornate di sole, quando entro in villa per andare a timbrare, è come se lasciassi fuori il resto del mondo. Quando mangio il mio panino seduta sulle panchine o sul prato (dipende dai pantaloni che porto… la resina degli alberi mi ha battezzato buona parte del mio guardaroba), sono in compagnia di gazze e passerotti.
E’ bellissimo vivere ogni giorno l’armonia della natura ed io mi sento forte come un leone.
Poi, però, timbro l’uscita, mi avvio ai cancelli e rientro nel mondo reale fatto di macchine e smog, di isteria collettiva da traffico, di cattiveria e acidità al semaforo con gente che vuole farti capire a tutti i costi che ha un clacson sulla propria macchina. Leggo il giornale ai semafori e mi aggiorno… e tutto ricomincia, magari devo anche andare a qualche riunione del sindacato o di qualche comitato e penso che sono fortunata…
E allora mi dico: dopo aver visto com’è Villa Borghese, VOGLIO che tutti possano avere quello che ho io sul posto di lavoro: VOGLIO che tutti respiriamo aria pulita, non ci impazziamo nel traffico per andare a lavorare, possiamo avere un lavoro stabile che dia certezze al nostro futuro e a quello dei nostri figli. Soprattutto VOGLIO uno Stato diverso, che mi garantisca di poter avere tutto ciò che VOGLIO come cittadino.
E questa lucidità sull’obiettivo che VOGLIO ce l’ho perchè io vedo un mondo bello tutti i giorni… e dovrebbe essere per tutti così!!!
Loro non molleranno, io nemmeno!
Da quando ho conosciuto di persona Beppe Grillo molte cose nella mia vita sono cambiate. Di sicuro, se già prima ero attiva su dei fronti di lotta, dopo averlo visto per andare a depositare, insieme al resto del Comitato Promotore, la proposta di Legge “Parlamento Pulito“, i miei fronti di lotta si sono ampliati.
Sono partita da Giovanna d’Arco nelle realtà del precariato e della sicurezza ul lavoro e mi sono ritrovata in piazza con i NO COKE di Tarquinia, per salvare ambiente e salute e i ragazzi di AMMAZZATECITUTTI, per difendere l’allora giudice Luigi de Magistris e per ripristinare la legalità. Per non parlare del sudore versato per il primo vday e per la candidatura a sindaco di Roma.
Insomma, un turbinio di eventi che mi ha fatto conoscere molto bene il mondo dei meetup. Un mondo variegato, in cui ho molti amici: tutti quelli che ho ritrovato domenica scorsa, 4 ottobre, al Teatro Smeraldo a Milano, dove Beppe ha presentato la “creatura”, il MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NAZIONALE.
Un movimento fluido che non ha referenti ma tanti attivisti che hanno un gran merito: essere portatori sani di INFORMAZIONE! Quella vera e tutti i giorni.
E grazie alle informazioni raccolte da tutti che Beppe Grillo ha potuto dare anche dei punti programmatici, in cui mi riconosco, esattamente come dopo Firenze.
Beppe ha un gran merito: accende la miccia. Sta al cittadino consapevole mantenere accesa la fiamma della vita: una vita fatta di rispetto delle regole, di Costituzione, di diritti, di doveri, di lavoro, di salute, di ambiente. Quella fiamma che giorno dopo giorno qualcuno cerca di spengere per renderci un gregge di pecore assuefatto ad Escort e furbetti del quartierino che reiscono a farsi le leggi ad personam ed il cittadino lobotomizzato applaude.
Io ringrazierò sempre Beppe perché anche se mi ha rovinato la vita riempiendola di impegni extra, mi ha fornito tante di quelle informazioni utili a combattere.
E visto che loro non molleranno mai…io nemmeno!
Messina: ieri, oggi… e domani?
La premessa è che non voglio mancare di rispetto né ai morti né ai sopravvissuti a cui, anzi, mi sento vicinissima.
Il nostro è un popolo di santi, poeti, navigatori ma soprattutto “sognatori“.
Era il 1908, quando Messina è stata distrutta al 90% da “uno degli eventi più catastrofici del XX secolo“. I giornali dell’epoca, guarda caso, non rendevano giustizia a quanto accaduto con il terremoto “calabro-siculo” che mise in ginocchio anche Reggio Calabria. Fu lo strascico del maremoto a devastare Messina, ma la cosa che mi colpisce in questa personale ricostruzione a ritroso è la TRAGICITA’ del ripetersi degli eventi: dai giornali dell’epoca è possibile leggere
“Oramai non v’è dubbio che, se a Reggio fossero giunti pronti i soccorsi, a quest’ora non si sarebbero dovute deplorare tante vittime”
Questa frase è stata scritta anche la settimana scorsa.
Non voglio fare un cahier des dolèances, voglio sollecitare i più bassi istinti di tutti quelli che hanno perduto i loro cari, li voglio provocare. Basta finto pietismo, finta solidarietà. Basta essere un popolo di “sognatori”! SVEGLIA!
Signori, i vostri figli sono morti per colpa VOSTRA! Perchè NON si costruisce abusivamente, NON si fanno i condoni che dietro l’aiuto ai poveri che si sono dovuti arrangiare per avere una casa nascondono gli aiuti a chi ha “mansardato”, chi ha ampliato ville. E, a condono effettuato non si mette più in sicurezza NULLA.
Con ciò non dico che non condivida il dolore di chi ha perso i proprio cari ma siamo un paese in cui non si fa nulla fino al morto! E, francamente, io sono stufa! Non voglio più sentire il finto cordoglio o vedere le lacrime di coccodrillo dei funzionari istituzionali mandati in sopralluogo.
Berlusconi, stavolta non va! Meno male…dice che non vuole intralciare i soccorsi.
Io vorrei sapere il motivo reale visto che il 7 aprile si è fiondato a farsi vedere tra i Vigili del Fuoco che scavavano con le mani a L’Aquila. Anche lì era di intralcio, ma lì c’è stata una parata di cariche istituzionali e politiche. A essere maligni si potrebbe pensare che non ci saranno elezioni a breve e quindi la presenza fisica non è necessaria… mah?!
Cari fratelli siciliani, vi invito a riflettere e ad alzare la testa. Quanti cari dovrete ancora perdere prima di ricordare a questo Stato quello che dice l’art.3 della nostra Costituzione e che domani sarà messo a dura prova dalla discussione alla Corte Costituzionale?
Cari fratelli siciliani è già successo ieri, è successo di nuovo oggi: non consentite che accada di nuovo domani!
Prima le infrastrutture, la sicurezza. NIENTE PONTE, GRAZIE!
Grazie Luigi!
E’ di ieri la lettera al Capo dello Stato (in virtù della sua carica di Presidente del CSM) di Luigi. Luigi de Magistris.
Come mi fa strano chiamarlo per nome, ricordo ancora i mesi freddi del 2007, quando si sono accese le micce sotto la sua potrona; i mesi in cui prendevo ferie e permessi dal lavoro e passavo pomeriggi in Questura per richiedere le autorizzazioni a fare dei presidi sotto il CSM a sostegno del “Dottor de Magistris”. Lo facevo in qualità di organizer del meetup di Roma e in comune accordo con Aldo Pecora, allora portavoce dell’associazione nazionale “Eadessoammazzatecitutti” e Sonia Alfano, allora Presidente dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime della mafia.
E lì che mi sono avvicinata al mondo dell’antimafia: mentre in quattro gatti resistevamo al freddo sotto al CSM. Ricordo, persino, quando abbiamo tagliato un pandoro in piazza e dato una fetta a Luigi Iovino, incatenatosi sotto il CSM per venire a denunciare il suo caso, mentre i ragazzi di Ammazzatecitutti finivano di preparare striscioni.
E’ con questi ricordi che ieri mi sono letta, tutto d’un fiato, la lettera di Luigi, e oggi mi sono ritrovata nella posta elettronica la mail di un amico, un vecchio, caro amico: era l’articolo di Juan Arias, El Pais intitolato “MI TRISTE ITALIA“. Se volete leggerlo in italiano, vi consiglio il blog di Jacopo Fo.
Ecco, la “Triste Italia” di Arias è la stessa triste Italia di De Magistris, un Italia in cui un magistrato (e non solo lui) non può fare il proprio lavoro, anzi è costretto a dimettersi. E, in tanti, le stavamo aspettando le sue dimissioni. Ormai ha preso un’altra strada.
E, puntuali, sono arrivate. Al momento giusto, sul giornale giusto, con le parole giuste e sull’onda emozionale di una meravisgliosa manifestazione delle “Agende Rosse“.
Ora, posso ribadire che il mio voto non è andato sprecato! Ora che abbiamo Luigi in Europa qualcosa può cambiare. Le parole di Arias “…Erano elezioni in cui gli italiani iniziavano a stancarsi dei politici, e questo invitava all’astensione. La Rai mi intervisto’ chiedendomi cosa provava uno spagnolo che poteva votare per la prima volta. Parlai della mia evidente emozione e osai chiedere a coloro che intendevano disertare le urne che andassero a votare come a risarcirmi per non averlo potuto fare a mia volta per cosi’ tanti anni…” suonano attuali più che mai.
Però questo è il momento di prepararsi tutti al cambiamento e non arrendersi: tenete la vostra scheda elettorale ancora per un po’ (anche io ho spesso pensato di bruciarla…) e al momento opportuno usatela come avete fatto quest’anno alle europee. Ci siamo… non molliamo!
GRAZIE LUIGI!
Una nuova Resistenza
NE E’ VALSA LA PENA!!! Davvero è valso ammazzarsi tanto: non dormire per quasi tutti i tre giorni precedenti il nostro corteo del 26 settembre a Roma; per curare i dettagli, creare lo striscione di apertura, chiamare i latitanti, pensare a cosa era rimasto da comprare, aiutare Sonia a far entrare l’agenda rossa al Quirinale. E’ valsa la pena abbandonare per qualche giorno il mio blog…
Insomma, lo sforzo è stato ripagato dal successo di una giornata emozionante, a momenti commovente, a momenti galvanizzante.
Che sarebbe stata una giornata memorabile si è capito da subito: alle 14, piazza Bocca della Verità si stava riempiendo di striscioni e agende rosse. I funzionari dell’ATAC e della Polizia chiedevano conferme sul numero dei partecipanti, ma si sono resi conto da soli che le nostre aspettative di 2000 persone sarebbero state riduttive: siamo stati più di 3000, checchè se ne dica sui giornali. Come al solito bisogna esserci per capire le cose come stanno.
Alle 15.30, puntualissima, la testa del corteo con lo striscione che diceva: “Apri gli occhi, osserva, non chiudere le orecchie, ascolta. Solo così potrai sentire il fresco profumo di libertà“, si è mossa.
SALVATORE BORSELLINO, SONIA ALFANO, LUIGI DE MAGISTRIS, GIOACCHINO GENCHI, GIANLUCA MANCA e TANTI RAGAZZI a portare lo striscione e scandendo slogan significativi: FUORI LA MAFIA DALLO STATO.
un sole incredibile ha accompagnato tutto il corteo.
Gli interventi dal palco sono stati la base della costruzione di una nuova Resistenza. Sabato 26 settembre qualcosa è cambiato in questo paese cloroformizzato. E’ dal 28 gennaio di quest’anno che ci stiamo lavorando. Il 19 luglio a Palermo è stato il rodaggio intermedio, e il 26 a Piazza Navona una meravigliosa tappa che ci porterà lontano.
Noi non stiamo mollando… e si vede!
Avrei una lista di ringraziamenti, oltre quel che ho detto dal palco di piazza Navona: li faccio qui, come se fossi sola, perché io sono stata davvero colpita da quella piazza senza bandiere di partito. Anche Italia dei Valori, pur avendo dato il contributo economico per la riuscita della manifestazione, NON HA VOLUTO esporre simboli di partito. Forse si è capito che il partito c’è, e si sa, ma che certe situazioni hanno bisogno solo dell’appoggio umano, di cittadino consapevole, che così non si può andare avanti, che si deve fare qualcosa e lo si deve fare tutti insieme.
Ecco perchè il mio, personale, ringraziamento va, in particolare, ad Antonio di Pietro perchè come tale si è fatto presentare sul palco, senza orpelli.
Il mio orgoglio per aver dato il voto a Sonia Alfano e Luigi de Magistris è sempre più grande. Grazie a loro, perché per la prima volta sento di non aver sprecato il mio voto.
Un sentito grazie a Gioacchino Genchi, perché ha infervorato la piazza con le sue parole.
E un grazie particolare a Gianluca Manca, perchè con la sua estrema pacatezza continua a portare la testimonianza per ricordare il fratello Attilio.
E Benny Calasanzio che ha fatto uno strepitoso intervento condito di sana rabbia? lo ringrazierò sempre per avermi fatto capire bene che i tirapiedi dei mafiosi sono dei poveracci. Nonostante credano di avere tutto non hanno niente: il rispetto se lo devono comperare; l’amore lo devono comperare; spesso devono vivere in latitanza… che vita è?
Forse lo sa bene Pino Masciari, il testimone di giustizia che tanti ne ha denunciati e fatti arrestare e deve vivere in destinazioni segrete. Grazie Pino per essere stato con noi.
La meravigliosa sorpresa dell’intervento, non previsto, di due ragazze, una più giovane dell’altra ma che con la loro freschezza hanno davvero portato su Piazza Navona “il fresco profumo di libertà”. Grazie Martina di Gianfelice: sarai un gran giudice. E grazie Cecilia Sala… 14 anni di sano orgoglio ITALIANO!
Gli interventi telefonici di Beppe Grillo, di Marco Travaglio, di Giulio Cavalli, sono stati un meraviglioso contributo. GRAZIE!
Il simpatico intervento di Francesca Fornario, che solo quando si è messa il cappellino ho riconosciuto. Grazie. Il rap di Emiliano Morrone ed Alex Cimino: spero riusciremo a farlo girare. Grazie ragazzi per esserci stati! Vorrei continuare all’infinito, perché davvero devo ringraziare tutti e tutti dobbiamo ringraziare Salvatore Borsellino: un grande uomo che ci sta indicando la strada. GRAZIE!
Il Service e la Security hanno contribuito enormemente al nostro successo! Grazie ragazzi!
In particolare e dulcis in fundo, ci sono persone che non saprei da dove cominciare a ringraziare semplicemente perché esistono e ci sono sempre e si danno da fare, dietro le quinte, senza apparire. Senza volere apparire, solo per il gusto di far riuscire gli appuntamenti e per far star bene tutti. Sono i miei amici dei Grilli del Pigneto: Stefano Franco, Beatrice Andolina, Valerio Petrucci, Serena Tiracchia, Guido Di Gennaro e la sua, la nostra Pat. Sono persone come loro che mi danno sempre nuova energia per continuare. Anche quando sbagliamo, ci guardiamo in faccia e ricominciamo.
La strada ce la sta indicando Salvatore, ma io voglio percorrerla con loro… e con “le Federiche”!
Fuori dalla Rete, tutti nelle piazze!
Che fine ha fatto l’agenda rossa di Paolo Borsellino? Dov’era e con chi Nicola Mancino, il primo luglio del 1992?
Non ci stancheremo di urlare queste domande finché non otterremo risposta. Così come siamo andati ieri e oggi nelle edicole a comprare “Il Fatto Quotidiano”, così sabato prossimo, 26 settembre, dobbiamo trovarci tutti alle ore 14.00 in Piazza Bocca della Verità a Roma per la Marcia delle agende rosse.
Sta cambiando qualcosa, LORO hanno paura e, come hanno detto Sonia Alfano e Luigi de Magistris a Vasto, glielo si legge negli occhi. Noi dobbiamo fare la nostra parte: uscire dalla Rete, mollare la tastiera e scendere in piazza.
Ecco gli appelli di Salvatore Borsellino, Gioacchino Genchi e Sonia Alfano: