Noi italiani abbiamo la memoria corta, e va bene. Ma che ce l’abbiano i nostri ministri tanto da fare scena muta, fa davvero piangere. Mi riferisco al ministro Maroni e la memoria corta riguarda lo scioglimento del Comune di Fondi. Abbiamo saputo dal Prefetto Frattasi, di Latina, che c’erano infiltrazioni mafiose nel Comune. Abbiamo visto 17 arresti.
Oggi voglio vedere insieme a voi un video interessantissimo. Il ministro Maroni risponde ad una interrogazione proposta dall’on. Amici (PD) ed altri concernente “Orientamenti del Governo in merito la proposta di Scioglimento del Comune di Fondi in provincia di Latina”.
La cosa meravigliosa è la risposta secca, sicura, tipica del “celodurismo” leghista: “il Comune va sciolto!” Il ministro dichiara, infatti, di avere inviato a febbraio 2009 i documenti con la richiesta di sciogliere il Comune. “IO SONO CONVINTO CHE QUESTA DEBBA ESSERE LA DECISIONE DEL GOVERNO”.
Così rispondeva il ministro Maroni il 14 maggio 2009. Cos’è successo dal 14 maggio al 15 agosto?
Andiamoci a vedere il video della conferenza stampa tenuta dal Presidente “PAPI” Berlusconi assieme al Ministro “ce l’ho duro” Maroni, appunto il 15 agosto: notare la paresi dei muscoli facciali del ministro Maroni, tale da impedirgli di contraddire il premier quando comincia a dare le motivazioni per cui il Comune di Fondi non va sciolto.
Ma si parlano prima delle conferenze stampa?
Vada che loro non si ricordano quel che dichiarano, ma noi non dobbiamo dimenticare! Ecco perchè venerdi sera io sarò a Latina, alla fiaccolata in sostegno del Prefetto FRATTASI! Invito tutti voi a raggiungerci: appuntamento venerdì 25 settembre alle 21.00 in Piazza del Popolo a Latina.
Archivi categoria: Politica
Basta eroi
Oggi è un giorno davvero triste. Oggi è stata nuovamente uccisa la Costituzione! Con l’ennesimo sacrificio dei sei militari della Folgore, ancora una volta i padri della Costituzione si staranno rigirando nella tomba!
Al di là della solidarietà alle famiglie che ognuno di noi dimostra a proprio modo, io sono incazzata!
Come lo sono ogni volta che muore un operaio in cantiere o la moglie di un lavoratore solo per avergli lavato la tuta con cui lui manipolava l’amianto!!
Non può accadere ancora! ogni volta parole di cordoglio e, a seconda dei casi, di indignazione… e noi qui a vedere telegiornali che fanno a gara a trovare il parente più stretto che rilascia la testimonianza tra le inevitabili lacrime.
Eppure…eppure questo stillicidio di vite umane si potrebbe evitare semplicemente applicando l’art 11 della NOSTRA Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”
Eppure…le spese militari nel nostro paese…sono parecchie…eppure produciamo armi…siamo al settimo posto nella classifica mondiale…eppure io credo che ancora gli italiani assisteranno inermi, inebetiti dai falsi messaggi della falsa informazione.
Io insisterò sempre: la Rete ci può aiutare…cominciate a vedere sul sito del SIPRI (Istituto di studi per la pace di Stoccolma). Un po’ di notizie mondiali e quando tutti sapremo allora tutti insieme potremo chiedere di vedere applicato una volta per tutte l’art. 11 della NOSTRA costituzione.
NO ALLA GUERRA! NO AI MARTIRI! BASTA EROI!
Imbucati di regime
Il Giornale pubblica un articolo non firmato, quindi attribuibile al direttore Vittorio Feltri, sulla festa “Onorevoli on the beach” di sabato scorso. Com’era prevedibile, il regime ha mandato un imbucato/a (sotto forma di bionda scollacciata provocante?) per fare uno “scoop”: “Ma allora le feste non le fa solo il premier? No, anche l’opposizione balla e canta il karaoke“. Sì, e le nostre feste sono pubbliche, tutti possono partecipare.
In effetti, non so se c’era davvero l’imbucato/a. Scrive Il Giornale che “a un certo punto la festicciola ha visto il classico trenino, con una insolita composizione: Luigi De Magistris – che praticamente è stato costretto a scendere in pista, poveretto! – appiccicato a Sonia Alfano seguita da Salvatore Borsellino – che però era a casa sua, a risparmiare le energie per la Marcia delle agende rosse del 26 settembre a Roma – e Gioacchino Genchi” protagonista di un’ indimenticabile gag con Beppe Grillo al telefono! E’ vero che guidava il trenino, come dice Il Giornale, ma la nostra locomotiva era Roberto Monaco, un nostro amico, in permesso dall’ospedale, venuto a festeggiare il suo compleanno con tutti noi… e la sua sedia a rotelle. L’articolo prosegue dicendo che Beppe Grillo “è apparso come un santone sugli schermi del locale”. Oddio! Non me ne sono accorta! Sarà che non c’era alcuno schermo, solo un soffitto su cui venivano proiettati i video della manifestazione di Palermo il 19 luglio scorso.
Il Giornale accenna a “belle ragazze a gogò”. Grazie! Gentilmente, vista l’aria che tira non si sa mai si creasse confusione, specifichi che quelle ragazze erano studentesse, disoccupate, impiegate, sindacaliste tutte rientrate nei propri letti dopo la festa. Come spiega bene Beatrice Andolina, presidente dell’Associazione “I Grilli del Pigneto“.
“Ma allora le feste e le danze non si fanno solo nella maggioranza.”
Feltri, se è Lei ad aver scritto questa celia, oltre a scegliersi meglio i suoi imbucati alle feste, si metta il cuore in pace: festeggiamo anche noi ma solo quando abbiamo qualcosa di importante da festeggiare. Come società civile (non solo come grillini, o dipietristi) festeggiamo che, con Sonia e Luigi al Parlamento Europeo, il regime del suo padrone (spirituale, o del fratello del suo padrone editoriale se preferisce) ha i giorni contati. Infatti, Papi, ultimamente, non festeggia più…sarete mica invidiosi dei nostri trenini…su cui tutti pagano il biglietto?
Il dovere di un padre
Andando al lavoro oggi, ho visto attaccare manifesti del sindaco Alemanno che dicevano quanto segue: “Regina Elena: un ospedale restituito alla città”. Ma va?
Non direi, visto che quando ospedale lo era davvero è stato chiuso per preparare insediamenti di uffici amministrativi o altro.
Settembre a Roma è iniziato con lo sgombero del Regina Elena, ospedale chiuso nel 2001, abbandonato a se stesso fino al 2007 quando fu occupato da 200 famiglie.
Personalmente avevo ben visto l’occupazione dei comitati dei senza casa: almeno hanno vigilato sulla struttura, monitorato le apparecchiature abbandonate, tenuto sotto controllo le cartelle cliniche dimenticate con i dati di noi cittadini.
Soprattutto avevo ben visto il recupero: quel che non si dice di queste “occupazioni abusive” è che vengono occupati edifici pubblici in totale abbandono e recuperati piano piano dagli occupanti, che non hanno casa per i ben noti problemi dell’emergenza abitativa che affliggono tutta Italia, Roma in particolare.
A riguardo, infatti, ricordo quanto disse Andrea Alzetta: era giugno 2007 e lui era portavoce di Action il movimento che aveva occupato la palazzina ed oggi consigliere comunale a Roma.
Io persevero nel credere che siamo in uno Stato di diritto, però mi rendo conto della disperazione che un padre di famiglia prova nel non poter dare un tetto ai propri figli, e che questo padre si chieda dove finisca il diritto, calpestato, del cittadino e dove inizi il dovere del padre. La domanda è sempre la stessa: lo Stato dov’è, visto che ora gli sgomberati del Regina Elena sono stati “ammucchiati” (vedi pag 17 di E-Polis Roma di oggi) in un residence dove hanno acqua tiepida e bagni in comune?
Sosteniamo Sonia Alfano
Sonia Alfano, eletta con Italia dei Valori come indipendente al Parlamento Europeo, ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere di calendarizzare una discussione sul “caso Italia” e in particolare sulla legge Alfano.
Ha chiesto l’appoggio dei suoi colleghi, compresi quelli del Partito Democratico, che però latitano. Solo l’on. Crocetta ha aderito.
Una mia amica ha inviato a Dario Franceschini, Pierluigi Bersani e Ignazio Marino una lettera – che sono quasi sicura rimarrà senza risposta – per chiedere conto di questo comportamento.
Il Partito Democratico, come dice Marco Travaglio, non è uguale al PdL: è complementare. Sosteniamo Sonia nella sua avventura europea, diffondiamo la lettera di Beatrice!
Gentilissimi
Pierluigi Bersani – responsabile del Dipartimento Economia e membro del coordinamento nazionale del Partito Democratico –
Dario Franceschini – segretario nazionale del Partito Democratico, nonchè componente della Commissione parlamentare Unione Europea, membro della delegazione italiana presso il Consiglio d’Europa e l’Unione dell’Europa Occidentale –
Senatore Ignazio Marino – membro della Commissione igiene e sanità e Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio Sanitario Nazionale – scrivo la seguente lettera aperta a seguito della perplessità manifestata da Sonia Alfano, neo-eletta deputata al Parlamento europeo, riguardo alla presentazione del 16 Luglio scorso, dell’interrogazione parlamentare con la quale ella chiedeva l’intervento dell’Europa, in merito alla richiesta di abolizione del Lodo Alfano – dell’On. Angelino Alfano omonimo, ma non parente – legge dichiarata incostituzionale, che legittima privilegi di immunità legale, alle più alte cariche dello Stato.
La ricezione degli appoggi auspicati da Sonia Alfano è insufficiente per una così importante battaglia, che se non condivisa dalle forze dell’opposizione, rischia di divenire “carta straccia”.
Mi rivolgo a Voi come Candidati alle prossime elezioni della segreteria del PD e come uomini, che avete deciso di dedicare la vostra vita alla politica; per un Paese in cui certamente credete e per la salvaguardia del quale sicuramente intendete batterviPersonalmente a Lei Bersani, dico che.
“Io so che il meglio che il PD aveva da dire agli italiani non lo ha ancora detto.
E so anche che sta cercando di dare una risposta alla domanda: perché il Pd ha deluso le aspettative che aveva suscitato, perdendo voti, invece di allargare i consensi in tutte le direzioni?
Lei pensa sia successo soprattutto perché, dopo aver invocato la partecipazione popolare alle Primarie ed aver ottenuto la risposta formidabile di quasi quattro milioni di cittadini, non siete riusciti a costruire una organizzazione plurale e aperta in grado di coinvolgerli.
E fino a quando le oligarchie economiche potranno tenere in scacco le istituzioni della democrazia, impedendo di ritrovare l’orgoglio della tradizione e affrontare con coraggio la strada dell’innovazione la crisi di legalità in Italia, continuerà ad erodere le basi dell’organizzazione civile.
Perché la Legalità o è per tutti, oppure non è Legalità.
Lei crede che la legge debba essere uguale per tutti: per i ricchi e per i poveri, per gli italiani e per gli stranieri, per i giudici e per i politici, per chi è famoso e per chi non lo è.
Ed è anche molto chiaro sul fatto che non c’è un Pd in cui confluire. C’è invece un vasto campo di forze di sinistra, riformiste, laiche e ambientaliste che ha cominciato ad unificarsi e alle quali è giusto guardare con attenzione, così come a tutte quelle forze di opposizione che incarnano valori importanti.”
Inoltre, gentilissimo Franceschini:
“Noi democratici pensiamo prima di tutto alle prossime generazioni. Avere il coraggio di proporre correttivi ai modelli economici e sociali, mettendo in campo una gerarchia di valori alternativa e proiettata sul futuro. Questa deve essere la nostra sfida ed il nostro principale campo di gioco, si chiama Europa.
Noi crediamo che dalla crisi possa uscire un’Italia, che proprio attraversando le difficoltà ,riscopre i valori fondanti della solidarietà, delle comunità locali, dell’essere una nazione.
Una nazione che tutela gli interessi ma solo se rispettano i valori. Perché rispettare un valore è spesso il modo migliore per difendere un interesse.
Bisogna recuperare fiducia dimostrando con i fatti che siamo in grado di far rispettare l’ordine pubblico, contrastando ogni forma di illegalità per evitare che l’impunità di pochi comporti la criminalizzazione di tutti.
Fare l’opposizione insieme con altri partiti, individuare battaglie comuni, in Parlamento e nel Paese, sui contenuti dell’azione di governo, sarà il terreno migliore per sperimentare la possibilità di formare una alleanza coesa e credibile. Fare l’opposizione. Parliamo troppo poco di questo. Eppure questo oggi è il nostro compito principale.
Occorre recidere con decisione i rapporti, ancora esistenti, fra mafia e politica.
Nell’immediato la nostra priorità sul fronte sicurezza deve essere la lotta al ddl intercettazioni, che indebolirebbe in modo grave tutta l’attività investigativa.
Contrastare il governo non è antiberlusconismo.
Un riformista alza la voce e batte i pugni sul tavolo quando un capo del governo attacca la stampa libera e il diritto di cronaca, quando intimidisce imprenditori e editori, quando offende le istituzioni internazionali, colpevoli solo di dire la verità.”
Infine, Senatore Marino, aggiungo che:
“Siamo una grande nazione di cittadini che vivono ogni giorno milioni di storie, fatte di lavoro, passione e creatività. Donne e uomini che si impegnano a migliorare il proprio avvenire e che oggi alla politica chiedono soprattutto una prospettiva di speranza, insieme alla capacità di restituire visione e senso del futuro
Denunciare le cose che non vanno, le ingiustizie, i soprusi.
Dare risposte ai cambiamenti in atto nella società. Un Paese che non discrimini nessuno dei suoi cittadini e che sia aperto a coloro che da tutto il mondo portano qui le proprie speranze per il futuro, le proprie capacità, il proprio contributo alla crescita e alla prosperità delle nostre comunità.
Un Paese dove la giustizia sia efficiente, rapida e uguale per tutti. Un Paese in cui viga la certezza della pena e che rispetti la dignità dei detenuti. Un Paese libero dal cancro della criminalità organizzata, dal fardello dell’evasione fiscale, dalla corruzione, dall’inquinamento e dai rifiuti.
La giustizia penale in Italia non è né equa né funzionale. L’altro numero di processi conclusi con prescrizione del reato per decorrenza dei termini e la lentezza insostenibile delle sentenze sono una palese manifestazione di resa da parte della giustizia e, in ultima analisi, dello Stato, con effetti negativi per tutti: per il reo e per chi è innocente, per la vittima come per l’opinione pubblica, per i giudici e per l’organizzazione amministrativa della giustizia.
Una corretta amministrazione della giustizia penale non è nella severità delle pene, ma nella certezza della loro applicazione, dopo un processo rapido e che offra al cittadino tutte le garanzie, formali e sostanziali, di una democrazia liberale matura e della nostra altissima civiltà giuridica
Completare l’Europa, superando la falsa contrapposizione tra rafforzamento dell’Unione e perdita di sovranità nazionale: l’Europa è l’unico modo per noi tutti di recuperare peso reale e capacità di azione nello scenario globale.”
Le avrete sicuramente riconosciute: sono tutte parole vostre. Estrapolate e decontestualizzate dalla vostra rispettiva mozione di candidatura alla segreteria del PD.
Esprimevano al meglio il significato ed il valore che avrebbe l’appoggio che Vi chiedo, ma siamo in tanti, credetemi!
Sostenere Sonia Alfano e lavorare per l’abolizione del Lodo Alfano, sarebbe un mirabile gesto per la salvaguardia della Legalità di questo Paese, nella convinzione che Tutti abbiamo gli stessi diritti e doveri.
Con rispetto, Beatrice Andolina – 43 anni, precaria.
Resistenza! La marcia delle “Agende Rosse”
Berlusconi è molto preoccupato. Lo preoccupano due o tre petardi che gli scoppieranno in mano tutti insieme nei prossimi mesi: anzitutto la pronuncia della Consulta sulla costituzionalità della legge Alfano che lo mette al riparo dai processi per corruzione già in corso e, forse, dagli eventuali seguiti delle inchieste di Bari sul giro di ragazze reclutate per le sue feste – confessato da chi lo gestiva, l’imprenditore Tarantini e negato dal noto utilizzatore finale.
Poi ci sarà la sentenza del processo d’appello a Marcello Dell’Utri, che in primo grado è stato condannato per mafia a 9 anni di reclusione: sarebbe imbarazzante per il Presidente del Consiglio se al fondatore del suo partito, Dell’Utri appunto, fosse confermata la condanna per i rapporti con Cosa Nostra.
Infine, le inchieste di Palermo e Caltanissetta sulle stragi del 1992 e 1993. Dopo 17 anni, forse stanno cedendo le fondamenta di questa maledetta Seconda Repubblica, nata dal sangue di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e degli uomini e donne delle loro scorte.
Il fatto che sia nervoso lo testimoniano le parole, le stesse usate anni fa, pronunciate dallo stesso Berlusconi (riferendosi a magistrati come Antonio Ingroia?):
“…si ricominciano a guardare i fatti del ’93, del ’94 e del ’92. Mi fa male che queste persone con i soldi di tutti, facciano cose cospirando contro di noi, che lavoriamo per il bene del Paese”.
Il 26 settembre, a Roma, Salvatore Borsellino ci chiama a far sentire ancora la nostra voce, a chiedere dov’è finita l’agenda rossa dove suo fratello Paolo ha probabilmente annotato la proposta di accordo tra Stato e Mafia, chi gliela fece e quando. A Roma ci sarà una nuova marcia delle agende rosse: per trovare la verità è necessario far sentire il nostro sostegno a chi la cerca. Questo è l’appello di Salvatore, nei prossimi giorni pubblicherò i dettagli della manifestazione del 26.
Questa manifestazione è la continuazione ideale di quella che abbiamo fatto il 20 luglio davanti al palazzo di Giustizia di Palermo in sostegno di quei magistrati che, a rischio della propria vita, stanno combattendo per arrivare alla Verità sulle stragi del ’92 e del ’93. Non dobbiamo dare tregua agli assassini ed ai loro complici. Dovremo esserci tutti, quelli che abbiamo scalato sotto il sole le rampe che portano al Castello Utveggio portando un pezzo di Paolo dentro il nostro cuore, tutti quelli che eravamo in via D’Amelio quando all’ora della strage per un interminabile minuto si sono sentiti solo i battiti dei nostri cuori, tutti quelli che abbiamo percorso le vie di Palermo che ci portavano alla Magione levando in alto le nostre agende rosse e tutti quelli che abbiamo gridato la nostra rabbia e la nostra voglia di Verità davanti al palazzo di Giustizia. Salvatore Borsellino
Il Piano Regalatore
“Non ci sono solo i soldi versati dai palazzinari sul conto del PRC di Roma a destare perplessità”
Sono tornata indietro all’anno scorso. Alla più famosa seduta consiliare del Comune di Roma, quella in cui è stato approvato (A PORTE CHIUSE!) un Piano Regolatore che è stato contestato da migliaia di cittadini, da associazioni presenti su Piazza del Campidoglio e lasciate fuori dall’Aula Giulio Cesare.
E mi chiedo di nuovo: perché anche Rifondazione, pur sapendo che quel Piano Regolatore scontentava i cittadini ha votato a favore? In Rete circolano da tempo dieci domandine (ormai è un must) a Paolo Ferrero, ma dalla carta stampata nessuna parola a riguardo. E io che pensavo fosse Veltroni, quando era sindaco, ad avere una macchina da guerra come ufficio stampa!