Forse risulterò monotona, ma la battaglia per la sicurezza sul lavoro fa ormai parte del mio dna. E devo ringraziare la mia sigla sindacale che, quotidianamente, mi consente di mantenere alta l’attenzione dei lavoratori, dei precari e dei disoccupati.
Non sempre è vero che il problema è non avere il lavoro: a volte, chi lo ha, per mantenerlo, dimentica il precetto fondamentale di quando veniamo messi al mondo: salvaguardare la vita che ci viene concessa.
E’ il caso di ANTHONY FORSYTHE: giovane morto sui binari, con un contratto di apprendistato. Quel giorno Anthony aveva già lavorato 11 ore, eppure è tornato quando è stato chiamato per un turno extra, perché aveva paura di non vedersi rinnovato il contratto.
Ieri, a Spoleto, nell’aula di Tribunale dove si è svolta l’udienza dell’Umbria Olii, c’era anche la sorella di Anthony, a testimoniare la sua vicinanza ai familiari di quegli operai morti il 25 novembre 2006 nell’esplosione di una cisterna. Sono passati già 3 anni eppure questo processo era ancora alle fasi preliminari. Grazie agli éscamotages messi in atto dalla difesa di Giorgio del Papa, all’epoca dell’esplosione, amministratore unico di Umbria Olii. Giorgio del Papa è riuscito ad essere il precursore di una nuova scuola: nel luglio 2008 è riuscito a scioccare tutti con la sua proposta innovativa: chiese ai familiari delle vittime un rissarcimento di 35 milioni di euro, ritenendosi parte lesa. Ha chiesto anche la ricusazione del magistrato.
Ma, ieri, in aula, qualcosa è successo: ero lì quando il magistrato ha fissato la prossima udienza a brevissima scadenza, il 15 dicembre alle 10,30.
Qualcosa sta cambiando e se non riescono le grandi sigle sindacali a tutelare i lavoratori, mantenendoli in vita, speriamo riesca a difenderli da morti un magistrato a cui stanno tagliando le ali: questo governo, così attento e vicino ai bisogni della gente, ha, infatti approvato il decreto correttivo 106/2009 che favorisce gli imprenditori e vede sempre più svilita la dignità del lavoratore. Pericolosi articoli che vedono l’avallo della firma del Presidente Napolitano, sanciscono la piena libertà degli imprenditori di sfuggire alle proprie responsabilità.
Io non smetterò mai di gridare per chi non ha il coraggio di farlo. E spero saremo sempre di più. Ieri erano in tanti vicini ai familiari di Giuseppe Coletti, Vladimir Thode, Tullio Mottini e Maurizio Manili, morti carbonizzati per portare uno stipendio a casa.
E’ ora di ripensare davvero al lavoro e alla sicurezza sul lavoro. Vi invito tutti a partecipare alla manifestazione nazionale, promossa dalla Rete Nazionale Sicurezza sul Lavoro che si terrà a Torino il 10 dicembre, in coincidenza con l’inizio del processo contro l’Eternit.
E, aspettando il 10 dicembre, siete tutti invitati a partecipare all’iniziativa “PERICOLO AMIANTO” che si terrà il 28 novembre a Roma, a partire dalle 17, 30, presso “CASA DEL POPOLO DI TOR DE’ SCHIAVI”, in via Castelforte, 4. Occasione in cui vedremo la partecipazione di Dante de Angelis, il macchinista licenziato per le sue denunce e recentemente reintegrato dal Tribunale di Roma. L’iniziativa è stata promossa da: Comitato 5 Aprile nodo romano Rete Nazionale Sicurezza sul Lavoro, Casa del Popolo di Tor dè Schiavi, Associazione Giuristi Democratici.
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Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto
Ancora veleno. Ancora morte. Ancora tumori. Ancora malattie. Ancora la cosapevolezza di non essere cittadini nel senso latino del termine: “civis romanus sum”
A noi, cittadini, sono rimasti solo i doveri e ogni giorno i nostri diritti vengono calpestati. Uno su tutti, il fondamentale: il diritto alla salute!
La storia di Crotone è solo l’ultima, ennesima ipocrisia di quegli Enti Locali che sanno e tacciono. O peggio, ci guadagnano.
Civitavecchia: la conversione a carbone della Centrale Enel produce vantaggi per i Comuni limitrofi, ma non per i cittadini che li abitano. Per esempio, devono cambiare le coltivazioni da agricoltura in floricoltura perché i prodotti non potranno essere mangiati.
Cosa è successo a Crotone? Che non ci interessa dell’ambiente che ci ospita, dei frutti che ci offre e degli spazi che occupiamo, abusivamente, su questo passaggio terreno e senza possibilità di condoni. Ogni nostra azione positiva o negativa ha delle conseguenze, ma noi agiamo senza riflettere.
E, per l’ennesima volta, gli interessi economici hanno prevalso.
Per l’ennesima volta, lavoratori hanno lavorato inconsapevolmente o, più semplicemente, costretti dal bisogno, proprio come coloro che per anni hanno manipolato l’amianto, portandosi le fibre in casa e facendo morire anche le mogli che gli lavavano le tute. Anche oggi c’è il bollettino di guerra di situazioni simili.
Per l’ennesima volta i cittadini sono stati svenduti al miglior offerente, e poco importa se le vittime siano bambini o anziani. L’ambiente è andato. L’acqua è andata. La terra è andata. E gli animali sono andati, perché anche loro sono vissuti in ambienti tossici, come le pecore alla diossina.
E non voglio immaginare come stiano i nostri poveri animali domestici. Ho intenzione di cominciare a sollecitare dei monitoraggi ambientali a partire dai dati che hanno i veterinari di zone a rischio. Voglio fare al contrario: se delle persone non gliene frega niente, ma non ti fanno accedere ai dati, forse con i dati degli animali ce la posso fare a ricostruire situazioni a rischio! Quando sono stata candidata a sindaco di Roma avevo sottoscritto degli impegni con la LAV: non credo che certi impegni dipendano solo dal fatto di essere candidati ad entrare in politica. Certi impegni fanno parte del quotidiano. Ed io li sento ancora tali. Ognuno di noi dovrebbe attivarsi.
Io credo solo in una cosa: nel potere che hanno i singoli quando si incazzano e si uniscono.
Io ho fatto così per tutelare me ed i miei colleghi dallo scellerato datore di lavoro dove sono stata per 5 anni: mi sono incazzata per prima. MI sono presa i loro improperi perché ho fatto denunce ad oltranza, trascinando l’amministratore delegato in Tribunale. Temevano di perdere il lavoro: in pochi avevano capito che stavano rischiando la vita, usando prodotti teratogeni, per gli interessi di uno solo.
Ho insistito e ce l’ho fatta: non lavoriamo più per lui. Siamo stati tutti ricollocati grazie alla mia tenacia e al sostegno della sigla sindacale cui appartengo.
Ma in quanti capiranno? In quanti, dopo aver letto queste mie righe, leggerete le schede tecniche dei prodotti che usate sui posti di lavoro? Quanti si chiederanno che sostanze vengono sversate quotidianamente nelle nostre fogne, da chi fa i lavori in città? Quanti smetteranno di buttare lavatrici, televisori, batterie, cellulari o altro senza criterio?
Tutto ciò che facciamo può contribuire a migliorarci o peggiorarci la vita. Allora, io invito tutti voi alla consapevolezza di ogni vostro, piccolo, apparentemente insignificante, gesto: siete precari e accettate di buttare ovunque i fusti con materiali tossici, ovunque??? Alzate la testa: domani i vostri figli mangeranno i frutti di quella terra contaminata. Sversate veleni nei fiumi? Fermatevi: l’acqua è ovunque, l’acqua va ovunque, quel veleno ritorna sotto forma di un pesce o di qualcos’altro.
Potrei andare avanti, ma chiuderò con un pensiero a cui tengo tanto:
“Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto,
l’ultimo fiume avvelenato,
l’ultimo pesce pescato,
vi accorgerete che non si può mangiare il denaro.
La nostra terra vale più del vostro denaro.
E durerà per sempre.
Non verrà distrutta neppure dalle fiamme del fuoco.
Finchè il sole splenderà e l’acqua scorrerà,
darà vita a uomini e animali.
Non si può vendere la vita degli uomini e degli animali;
è stato il Grande Spirito a porre qui la terra
e non possiamo venderla
perchè non ci appartiene.
Potete contare il vostro denaro
e potete bruciarlo nel tempo in cui un bisonte piega la testa,
ma soltanto il Grande Spirito sa contare i granelli di sabbia
e i fili d’erba della nostra terra.
Come dono per voi vi diamo tutto quello che abbiamo
e che potete portare con voi,
ma la terra mai.”
Piede di Corvo, Piedineri