E’ stato emozionante davvero, per me, ascoltare le parole di stima che Luigi de Magistris mi ha riservato in questo video.
Ne è passato di tempo da quando quell’8 ottobre 2007 ero in piazza, prima davanti al CSM e poi in piazza Esedra, per portare la mia solidarietà a Luigi de Magistris che stava subendo la caccia alle streghe che lo avrebbe, in seguito, costretto a dismettere la toga per trovare altri strumenti per poter continuare la sue lotta per la verità e la giustizia.
Ne è passato di tempo, da quando lo chiamavo “dottor de Magistris“. Grazie alla sua candidatura da indipendente nelle liste di Italia dei Valori io e Luigi ci siamo incontrati più volte, in diverse occasioni, in varie parti di Italia. Immagino che all’inizio abbia fatto anche fatica a focalizzare chi fossi, visto che, in realtà non sono altro che una persona come tante che ha creduto nella sua candidatura… però, Luigi, ha sempre avuto una risposta cortese alle domande che gli ponevo o alle richieste che gli facevo. Deve anche avermi scambiata per matta quando gli ho proposto un’occasione di festa da condividere con Sonia Alfano per la loro elezione. Festa riuscitissima in quel di Maccarese, in provincia di Roma, grazie ai Grilli del Pigneto.
Di tempo sembra esserne passato davvero tanto, invece non sono neanche tre anni. Eppure di strada ne è stata fatta e, ora, sono io la candidata indipendente, in Lazio, e mi ritrovo ad ascoltare parole di stima da parte di una persona che stimo davvero per tutto quel che ha fatto, quel che sta facendo e quello che, sono sicura, continuerà a fare. Grazie Luigi!
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Serenetta Monti candidata alla regione Lazio
Ho deciso di accettare la proposta di Italia dei Valori a candidarmi come indipendente alle prossime elezioni regionali del Lazio, che si terranno a fine marzo 2010.
Quest’estate ho ricevuto una telefonata dal coordinatore del partito nel Lazio, il senatore Stefano Pedica, che mi voleva incontrare per parlare dell’intenzione di una mia candidatura alle regionali discussa con il Presidente Antonio Di Pietro.
Sono andata all’incontro: mi è stato detto che Italia dei Valori intendeva proseguire sulla strada del coinvolgimento della società civile iniziata con le candidature di Sonia Alfano e Luigi de Magistris alle europee. Per il Lazio Sonia Alfano e Stefano Pedica hanno indicato me come possibile candidata a consigliere regionale.
La mia storia parla per me e spiega la mia decisione di accettare. Ho sempre lottato, come rappresentante di un sindacato autorganizzato, per i diritti dei lavoratori; non ho perso un’occasione per gridare la voglia di legalità e concordo con Antonio Di Pietro quando dice che per cambiare questo Paese servono sia l’impegno civile dei cittadini che quello all’interno delle istituzioni. E’ con questo spirito che ho condotto il mio impegno sindacale, ho organizzato e partecipato alle manifestazioni per de Magistris, ho contribuito a organizzare i V-Day e, vincendo le primarie dell’associazione, sono stata candidata sindaco per gli Amici di Beppe Grillo l’anno scorso. E’ con questo spirito che insieme al Popolo delle Agende Rosse presto la mia voce a Salvatore Borsellino per gridare la richiesta di verità sulle stragi del 1992 e 1993.
Insomma: non voglio avere etichette, se non quella della candidata indipendente. Voglio poter ascoltare tutti, anche per non avere debiti di riconoscenza verso qualcuno.
Nei prossimi giorni pubblicherò quelli che saranno i miei impegni. Vi anticipo che:
- voglio portare nel consiglio regionale un presidio di quelle battaglie di respiro nazionale che hanno determinanti riflessi anche sulla vita dei laziali;
- voglio costringere la Regione ad affrontare alcune specifiche vicende del Lazio che i cittadini conoscono bene ma che sono ignorate (per connivenze, opportunità o interessi) dalle istituzioni;
- voglio coinvolgere tutti i cittadini nella proposta delle soluzioni di gestione della Regione, prima delle elezioni e, soprattutto, se dovessi essere eletta.
Dovrò convincere molte persone a scrivere “Serenetta Monti” sulla scheda elettorale, senza che rimangano poi deluse. Avrò bisogno dell’aiuto di tutti quelli che condividono quello che ho appena scritto potendo garantire, in cambio, solo l’impegno a portare questi valori nel consiglio regionale del Lazio. Spero che sarete in tanti!
Continua l’iniziativa “Mail al Parlamento: fate arrestare Cosentino!“. Inserisci il tuo nome e il tuo indirizzo email per inviare il testo alla Giunta per le autorizzazioni della Camera.
“Nicola Cosentino «contribuiva, sin dagli anni ’90 a rafforzare vertici e attività del gruppo camorrista facente capo alle famiglie di Bidognetti e Schiavone (..) Da tale sodalizio Consentino riceveva puntuale sostegno elettorale».
Non è tollerabile che un simile individuo ricopra il ruolo di Sottosegretario all’economia. Non è tollerabile che, di fronte alla richiesta di arresto, la Camera lo difenda.
Fate arrestare subito Nicola Cosentino!”
Resistenza a Nettuno!
Venerdi ho un appuntamento a cui non voglio mancare: l’associazione culturale I GRILLI SCARDUSI, l’associazione COORDINAMENTO ANTIMAFIA ANZIO-NETTUNO, gli Amici di Beppe Grillo di Nettuno & Anzio, l’associazione culturale ACQUADOLCE, con il patrocinio del Comune di Nettuno presentano la II° edizione de LA FESTA DELLA LEGALITA’ (informazione-disinformazione).
Questo incontro si terrà alle 17.30 nella Sala consiliare del Comune di Nettuno e vedrà come ospiti MARCO TRAVAGLIO e SALVATORE BORSELLINO.
E’ un evento costruito in collaborazione con Cittaincomune movimento d’opinione cittadino, associazione culturale La Tamerice, Legambiente Circolo Le Rondini Anzio-Nettuno, Agesci gruppo Scout Nettuno I.
A seguire ci sarà musica dal vivo con: GIUSEPPE PALAZZO & LA LOCANDA DELLE ANIME SALVE.
Io ci sarò! Perché non vedo l’ora di riabbracciare Salvatore Borsellino che non vedo dal meraviglioso 26 settembre, giorno in cui qualcosa è cambiato in questo paese. Ci portiamo gli strascichi della rinvenuta memoria dei personaggi che avrebbero potuto contribuire a salvaguardare la vita di Paolo Borsellino 17 anni fa ma che hanno scelto di salvare ben altre vite.
Solo la RESISTENZA di Salvatore, ha prodotto questo risultato: solo perché non ha mai smesso di gridare “Dov’è finita l’agenda rossa?”, ora possiamo avere la speranza che prima o poi esca davvero. Perchè l’Agenda c’è. Nascosta ma c’è, io ne sono sicura. Come ne è sicuro Salvatore che io non smetterò mai di ringraziare per la forza che ci trasmette. Grazie Salvatore.
Loro non molleranno, io nemmeno!
Da quando ho conosciuto di persona Beppe Grillo molte cose nella mia vita sono cambiate. Di sicuro, se già prima ero attiva su dei fronti di lotta, dopo averlo visto per andare a depositare, insieme al resto del Comitato Promotore, la proposta di Legge “Parlamento Pulito“, i miei fronti di lotta si sono ampliati.
Sono partita da Giovanna d’Arco nelle realtà del precariato e della sicurezza ul lavoro e mi sono ritrovata in piazza con i NO COKE di Tarquinia, per salvare ambiente e salute e i ragazzi di AMMAZZATECITUTTI, per difendere l’allora giudice Luigi de Magistris e per ripristinare la legalità. Per non parlare del sudore versato per il primo vday e per la candidatura a sindaco di Roma.
Insomma, un turbinio di eventi che mi ha fatto conoscere molto bene il mondo dei meetup. Un mondo variegato, in cui ho molti amici: tutti quelli che ho ritrovato domenica scorsa, 4 ottobre, al Teatro Smeraldo a Milano, dove Beppe ha presentato la “creatura”, il MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NAZIONALE.
Un movimento fluido che non ha referenti ma tanti attivisti che hanno un gran merito: essere portatori sani di INFORMAZIONE! Quella vera e tutti i giorni.
E grazie alle informazioni raccolte da tutti che Beppe Grillo ha potuto dare anche dei punti programmatici, in cui mi riconosco, esattamente come dopo Firenze.
Beppe ha un gran merito: accende la miccia. Sta al cittadino consapevole mantenere accesa la fiamma della vita: una vita fatta di rispetto delle regole, di Costituzione, di diritti, di doveri, di lavoro, di salute, di ambiente. Quella fiamma che giorno dopo giorno qualcuno cerca di spengere per renderci un gregge di pecore assuefatto ad Escort e furbetti del quartierino che reiscono a farsi le leggi ad personam ed il cittadino lobotomizzato applaude.
Io ringrazierò sempre Beppe perché anche se mi ha rovinato la vita riempiendola di impegni extra, mi ha fornito tante di quelle informazioni utili a combattere.
E visto che loro non molleranno mai…io nemmeno!
Grazie Luigi!
E’ di ieri la lettera al Capo dello Stato (in virtù della sua carica di Presidente del CSM) di Luigi. Luigi de Magistris.
Come mi fa strano chiamarlo per nome, ricordo ancora i mesi freddi del 2007, quando si sono accese le micce sotto la sua potrona; i mesi in cui prendevo ferie e permessi dal lavoro e passavo pomeriggi in Questura per richiedere le autorizzazioni a fare dei presidi sotto il CSM a sostegno del “Dottor de Magistris”. Lo facevo in qualità di organizer del meetup di Roma e in comune accordo con Aldo Pecora, allora portavoce dell’associazione nazionale “Eadessoammazzatecitutti” e Sonia Alfano, allora Presidente dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime della mafia.
E lì che mi sono avvicinata al mondo dell’antimafia: mentre in quattro gatti resistevamo al freddo sotto al CSM. Ricordo, persino, quando abbiamo tagliato un pandoro in piazza e dato una fetta a Luigi Iovino, incatenatosi sotto il CSM per venire a denunciare il suo caso, mentre i ragazzi di Ammazzatecitutti finivano di preparare striscioni.
E’ con questi ricordi che ieri mi sono letta, tutto d’un fiato, la lettera di Luigi, e oggi mi sono ritrovata nella posta elettronica la mail di un amico, un vecchio, caro amico: era l’articolo di Juan Arias, El Pais intitolato “MI TRISTE ITALIA“. Se volete leggerlo in italiano, vi consiglio il blog di Jacopo Fo.
Ecco, la “Triste Italia” di Arias è la stessa triste Italia di De Magistris, un Italia in cui un magistrato (e non solo lui) non può fare il proprio lavoro, anzi è costretto a dimettersi. E, in tanti, le stavamo aspettando le sue dimissioni. Ormai ha preso un’altra strada.
E, puntuali, sono arrivate. Al momento giusto, sul giornale giusto, con le parole giuste e sull’onda emozionale di una meravisgliosa manifestazione delle “Agende Rosse“.
Ora, posso ribadire che il mio voto non è andato sprecato! Ora che abbiamo Luigi in Europa qualcosa può cambiare. Le parole di Arias “…Erano elezioni in cui gli italiani iniziavano a stancarsi dei politici, e questo invitava all’astensione. La Rai mi intervisto’ chiedendomi cosa provava uno spagnolo che poteva votare per la prima volta. Parlai della mia evidente emozione e osai chiedere a coloro che intendevano disertare le urne che andassero a votare come a risarcirmi per non averlo potuto fare a mia volta per cosi’ tanti anni…” suonano attuali più che mai.
Però questo è il momento di prepararsi tutti al cambiamento e non arrendersi: tenete la vostra scheda elettorale ancora per un po’ (anche io ho spesso pensato di bruciarla…) e al momento opportuno usatela come avete fatto quest’anno alle europee. Ci siamo… non molliamo!
GRAZIE LUIGI!
Giornali e giornalisti liberi
Oggi è un gran giorno: il migliore dal 22 marzo del 1994, giorno in cui Indro Montanelli fondò “la Voce”. Nel giorno in cui dobbiamo ricordare l’assassinio di Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra nel 1985 per le sue inchieste sul clan Nuvoletta, esce il primo numero de “Il Fatto Quotidiano”.
Ritengo che sia una bella giornata perché credo sia nato il giornale di chi ha condiviso le battaglie dei MeetUp di Grillo, organizzato gli incontri con Marco Travaglio, urlato la rabbia di Salvatore Borsellino, creduto nell’elezione di Sonia Alfano e Luigi de Magistris. Non credo che sarà il giornale dei “grillini” né dei “dipietristi”, ma il fondo del direttore Antonio Padellaro, “Linea politica la Costituzione”, mi ha fatto ricordare la raccomandazione di Travaglio al primo incontro nazionale delle Liste Civiche di Beppe Grillo, l’8 marzo a Firenze: “leggete la Costituzione, e saprete cosa fare”.
Oggi, cercando il Fatto in edicola e vedendo che era esaurito non solo a Roma ma in tutta Italia, mi sono resa conto che questo “movimento culturale“, o come si possa chiamare, è sempre più forte. Come quando ho scoperto, l’8 settembre di due anni fa, che il movimento “c’era”. Oggi ho avuto la conferma che è valsa la pena raccogliere firme, organizzare banchetti e incontri, passare le notti in bianco…perchè qualcosa, davvero, sta cambiando, piano piano… lenti… ma inesorabili!
Quotidiane stragi di Stato
E’ di sabato questa intervista (in fondo al post) di Lorena Coletti, al Manifesto.
Ho conosciuto Lorena a una manifestazione a Taranto, partita simbolicamente da davanti l’ILVA, per urlare contro le morti bianche.
Lorena è una persona meravigliosa che deve essere di esempio a tutti per la dolce forza interiore che possiede.
Ha perso il fratello Giuseppe nella tragedia della Umbria olii.
Ancora morti bianche… sarò monotona ma, in realtà, oggi voglio farvi sentire la testimonianza di Lorena alla Giornata della Legalità organizzata quest’anno dai Grilli Ternani.
La semplicità con cui Lorena ha paragonato anche la morte di Paolo Borsellino ad una morte bianca, ha paralizzato tutti.
Io, non l’avevo mai vista sotto questo aspetto e, purtroppo, è drammaticamente vero. Paolo aveva scelto un lavoro “pericoloso” se fatto bene.
Come i parà della Folgore, per cui non sapremo mai se il “nostro” Paese che li ha mandati in “missione di pace” abbia fornito loro mezzi veramente sicuri e abbia attuato tutte le misure di sicurezza possibili. Io non posso dimenticare neanche quanti militari si sono ammalati e quanti ne sono morti per la Sindrome del Golfo, perchè non gli erano state dati indicazioni e dispositivi di protezione adeguati. Ecco, sono tutte morti bianche, esattamente come il più semplice operaio. E l’ho capito grazie a Lorena.
Sabatonero a Vasto, all’incontro Nazionale di IDV. Nel pomeriggio c’è stato un dibattito in cui ha partecipato anche Samanta Di Persio, l’autrice del libro “Morti bianche”. Consiglio a tutti di leggerlo.
Forse, capiremo una volta per tutte che gli eroi ce li abbiamo tutti i giorni (l’italia è al primo posto in Europa per le morti bianche) e che non è possibile per un paese che sta dentro il G8.
Siamo primi noi in questo campo, non gli USA, non la Francia, non la Germania. Io continuerò a ricordarvelo sempre!
Pensiamoci ogni volta che qualcuno dice di finire un lavoro di corsa e leva la protezione dalla sega circolare (e ciao dito!) o quando vi dicono che gli occhiali di protezione non servono, spiegateglielo quando una scheggia vi avrà fatto perdere un occhio.
Sono brutale, lo so, ma io “ho visto cose che voi umani…”.
Sono anni che sto sul fronte della sicurezza sul lavoro e non mollerò! Ma facciamolo tutti. Insieme!
Da “Il Manifesto”
Dopo l’intervista al manifesto del proprietario della Umbria Olii, Giorgio Del Papa, la replica di Lorena Coletti, sorella di Giuseppe, una delle quattro vittime nella strage di Campello sul Clitunno: «Mio fratello è morto per 16 euro e Del Papa ci ha chiesto 35 milioni di risarcimento»
«Quel giorno mio fratello Giuseppe non doveva nemmeno esserci. Il giorno prima, durante una saldatura, una scheggia gli era entrata nell’occhio. Ma ormai però aveva dato la sua parola. Fece colazione insieme a mia cognata Fiorella, alle sei di mattina, e lui quasi lo rimproverò per il fatto che andasse a lavorare anche quel sabato. Lui le rispose con quelle che sarebbero state le sue ultime parole: dai, che poi nella busta paga ci troviamo anche i 16 euro in più della trasferta. Ha capito bene? Sedici euro. È morto per sedici euro di trasferta e ancora oggi, il signor Del Papa, ritiene giusto rispedirci una lettera chiedendo 35 milioni di risarcimento. Lo considera un atto dovuto e forse calcola anche gli interessi maturati dal giorno della tragedia».
Questi di settembre, in casa Coletti, erano da sempre due giorni di festa, a prescindere dal giorno della settimana. Il 13 era il compleanno di Giuseppe, il 14 di Lorena. Da quel maledetto 26 novembre 2006, data della tragedia di Campello sul Clitunno in cui lui perse la vita insieme ad altre tre colleghi, non c’è proprio più nulla da festeggiare. Una coltre di dolore ha coperto tutto. Lorena da quel giorno combatte la sua battaglia in nome del fratello. Ha letto l’intervista di Del Papa sul manifesto vuole replicare.
Cosa non le è piaciuto dell’intervista?
Non posso nemmeno dire che la ferita si è riaperta, non essendosi mai chiusa. Non basta una vita per dimenticare. Del Papa ragiona come se si trattasse davvero di un incidente automobilistico, pensa di aver subito un danno e ha chiesto a un giudice di valutare i danni e le responsbailità. Solo che mentre il suo danno è l’azienda, il nostro è irreparabile, nessuno ci ridarà indietro i nostri cari. Come è possibile chiedere a mio fratello, che sta chiuso per sempre dentro a un un loculo, 5 milioni di euro? Ma in che paese siamo?
In che punto contesta la ricostruzione che fa Del Papa?
Né Manili né i suoi operai avevano istinti suicidi, così come non penso che Del Papa ne avesse di omicidi. Però di sicuro se i quattro operai avessero saputo che c’era il minimo rischio, non sarebbero saliti fin lassù. Del Papa omette di ricordare che nel luglio 2004, per ottenere una proroga sui tempi di installazione di quelle passerelle scrisse una lettera all’Agenzia delle dogane, dove c’era scritto: «…l’esecuzione dei lavori deve compiersi a silos completamente vuoti… essendo inoltre prevista un’accurata ripulitura, dovendosi intervenire sugli stessi silos, con fiamma ossidrica».
Vale a dire?
Vale a dire che spettava a lui fare una bonifica di quei serbatoi prima di eseguire qualunque tipo di lavoro che prevedesse lavori a fuoco. In realtà non solo quei serbatoi non erano mai stati svuotati o bonificati, ma erano in esercizio, con carichi e scarichi di quintali di olio anche lo stesso giorno della tragedia.
Del Papa si difende dicendo che con Manili avevano concordato la tipologia del lavoro, che prevedeva saldatura a terra delle passerelle e imbullonatura sul tetto del silos, dove erano espressamente vietati lavori a fuoco.
Non so nulla di questi accordi. Del Papa parla di preventivi e di accordi che io non conosco. Se fosse così, è chiaro che sarebbe una cosa tra lui e Manili, che è morto, ma rende ancora più ignobile la chiamata in causa anche gli altri tre operai. Eppoi sono gli stessi periti del Pm a dire che quei silos erano stati costruiti con evidenti errori di progettazione, perché nessuno ha controllato prima?
Chi doveva eseguire i controlli?
Non lo so. È quanto si dovrà capire. Di certo con lui i sindacati hanno avuto vita difficile, non ce li voleva, e non è il solo. Qui c’è voluta una tragedia per scoprire delle magagne. Inoltre, sempre la perizia dei consulenti del pm, dice che il responsabile della sicurezza – cioè il titolare dell’azienda – non ha mai informato i lavoratori suoi e quelli delle ditte appaltatrici, dei rischi specifici, come ad esempio la presenza di esano nell’olio di sansa immagazzinato.
Secondo Del Papa è improprio parlare di rischio esano, perché è un residuo di un processo di estrazione, processo che Umbria Olii non praticava essendo una raffineria. In sostanza, Del Papa dice: noi acquistiamo olio di sansa, che non è assimilabile agli idrocarburi e che è, o dovrebbe essere, già controllato.
La perizia dice che la deflagrazione è imputabile proprio al contenuto significativo di solventi (esano) presente nell’olio stoccato in quei silos. Dice anche che molte delle partite di olio di sansa acquistate da Umbria Olii nei mesi precedenti avevano tutti un elevato contenuto di esano.
La questione è molto tecnica, solo un tribunale potrà decidere.
È quanto speriamo tutti. Se anche Del Papa vuole giustizia non ha che da affidarsi al giudizio di un tribunale. Si faccia processare invece di ricusare giudici e perdere tempo. Quanto alle sue proteste contro i politici e i sindacati, gli rovescio l’accusa. È vero che si precipitarono tutti davanti ai suoi cancelli, ma lui quei cancelli non li ha mai aperti. Quanto a noi, i parenti delle vittime, le uniche volte che l’ho intravisto, in aula, stava sempre parlottando e sorridendo con i suoi avvocati. Nemmeno uno sguardo.
Nell’intervista Del Papa parla di un clima surriscaldato fin dall’inizio, di un preconcetto nei suoi confronti.
Per la verità racconta di questa sua richiesta di partecipare ai funerali di Manili. Non mi risulta ma la prendo per buona. Ma non mi venga a dire che è una questione di carattere. Ai parenti delle altre tre vittime, era chiedere troppo un telegramma, un mazzo di fiori, una frase di condoglianze?