Sono tanti anni, ormai, che mi interesso di sicurezza sui posti di lavoro e un po’ meno che mi interesso anche di ambiente e salute pubblica.
Ebbene, mi era sfuggito un allarme lanciato quasi due anni fa e che riguarda la metropolitana di Roma. Ho visionato il verbale della IV Commissione Consiliare Permanente del Comune di Roma, relativo la seduta del 23.9.2009: sono rimasta esterrefatta. Dal verbale emerge un quadro assai particolare relativo l’ambiente di lavoro dei macchinisti della metropolitana (“ma anche”…come diceva qualcuno prima di me…di altri lavoratori impegnati nelle gallerie della metropolitana di Roma e degli utenti stessi).
All’ordine del giorno di tale seduta si vede al primo punto “esame degli atti”, al secondo “audizione Uffici e Sindacati sul tema del contrasto dell’inquinamento ambientale all’interno delle gallerie” e le immancabili “varie ed eventuali”. Aprì la seduta l’intervento del consigliere De Luca che spiegò la necessità di effettuare un’audizione che affrontasse il tema della salvaguardia della salute dei lavoratori “che operano all’interno delle gallerie della Metro” che “degli utenti”. Chiese, pertanto, di conosocere la situazione e se fossero stati eseguiti monitoraggi all’interno delle gallerie. A tali quesiti rispose il dott. Lucisano (per METRO spa), specificando che le sue competenze riguardavano tutela, vigilanza e sicurezza dei dipendenti della società METRO e dell’utenza. Aggiunse che dalle indagini effettuate scaturirono delle “criticità ambientali che hanno indotto il suo servizio ad attivarsi per risolverle, attraverso una serie di attività”. Ora, però, si arriva alla parte interessante. Il signor Di Lisio, prende la parola in quanto rappresentante del sindacato ORSA ed evidenzia che la sua organizzazione sindacale sono due anni che pone questo problema. Informa la commissione che ci sono due studi dell’Università di Tor Vergata (uno dell’85 e uno del 2000). A seguito dello studio del 2000, “nel 2001 è stato prodotto un documento, dove sono stati evidenziati dati preoccupanti in merito alla presenza… di polveri sottili. A questo punto il sig. Di Lisio riferisce che “da tempo si sta cercando di conoscere l’entità del problema e i dati ufficiali delle misurazioni, ma ad oggi, non c’è stato riscontro di tale richiesta”. Va aggiunto a tutto ciò un documento della società che produce la sabbia silicea, usata nelle gallerie…” che avverte di impiegare con cautela la suddetta sabbia perchè provoca danni alla salute. E qui mi fermo nell’analisi di questo interessante verbale.
Credo, valga la pena andare a fondo a questa vicenda perchè molto risalto fu dato dai media nel marzo 2008, quando persino i vigilantes della metropolitana insorsero, visto che fanno turni di almeno 4 ore al giorno infognati là sotto ed ai quali fu impedito di mettere delle mascherine…invocando il “procurato allarme”. I bagliori della cronaca li raggiunse la CAF (Construcciones Y Auxiliar de Ferrocarriles), la ditta dei nuovi treni della metro A perchè con un dossier evidenziò che i guasti che si stavano verificando derivavano dalle “troppe polveri.
La polvere insieme al grasso e all’acqua forma una massa che si accumula a poco a poco sulle apparecchiature”(Messaggero Cronaca di Roma del 18/3/2008). Mettiamoci una limitata ventilazione…e il coktail micidiale è servito. Ora, visto che sono una cittadina informata, ma curiosa, passo alle richieste: credo sia giunto il momento che il Comune dia risposte precise ai quesiti che il sindacato ORSA ha presentato in quell’audizione, ma non contenta di questo. Mi attiverò in prima persona chiedendo l’accesso agli atti. Le Commissioni Consiliari sono, infatti pubbliche, i verbali pure. Desumo che lo siano tutti gli atti allegati ai verbali. Pertanto, già oggi, promuoverò richiesta per ottenere gli allegati a tale verbale, in particolare la nota informativa depositata dal dr. Lucisano relativa le analisi ambientali effettuate nelle gallerie della Metro A e B nel periodo giugno luglio 2008. Con la salute non si scherza! vi ricordo che tra il 2004 ed il 2008 le polevri sottili hanno provocato più di 8000 decessi nelle grandi città italiane.