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La discarica di Malagrotta va chiusa

La Direttiva Europea sulle discariche (1999/31/CE) prescrive in maniera del tutto inequivocabile che le vecchie discariche, che non siano state ancora adeguate alla normativa comunitaria, con la realizzazione di un piano completo di riassetto o adeguamento devono essere chiuse!
Nel caso di Malagrotta, a Roma, come per le altre discariche, la data ultima per la messa a norma sarebbe dovuta essere il 16 luglio 2009. E’ a tutti evidente che non sia andata come la Comunità Europea prevederebbe, ecco perchè il Comitato Malagrotta, guidato da Sergio Apollono, continua nelle sue denunce incassando anche il sollecito del Mediatore Europeo.
Anche io nel mio piccolo ho avuto modo di alzare la voce su questo tema, avendo di fronte l’onorevole Rutelli che ricordava come fosse merito suo l’aver messo, nella medesima area della discarica di Malagrotta, dove esiste anche una raffineria, un inceneritore di rifiuti speciali, ospedalieri. “CHE CULO!” avranno pensato gli abitanti della zona quando l’onorevole Rutelli è riuscito in questa grandiosa impresa.
Tutt’oggi sono in piedi denunce, verifiche ambientali sull’inquinamento della falda acquifera e, proprio ieri, Report ha riportato un nuvolone mefitico che si è alzato sopra Malagrotta.
I sindaci sono cambiati, ma le situaizoni no. Meno male che i cittadini non mollano… e io neppure!

La discarica di Malagrotta vista dal satellite

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Cara Cecilia Sala

Cara, piccola, Cecilia,
chi ti scrive è la leonessa madre che, da quando ti ha conosciuta, ti vede come una cucciola da accompagnare.
Ci siamo conosciute a Pomigliano, a luglio.
Ricordo ancora quando, nel calore rovente di una sala in cui le emozioni avevano raggiunto livelli estremi, mi sei venuta incontro dicendomi che eri di Roma e volevi “fare qualcosa”. Ci siamo scambiate i numeri di telefono. Ti sei avvicinata ai Grilli del Pigneto e poi un uragano di eventi e ti ho vista sempre in piazza. Ti ho vista persino l’8 luglio all’Alpheus a stupire Marco Travaglio che lanciava il nuovo giornale e tu eri andata per dare un mano. Con Sonia Alfano e Salvatore Borsellino ti abbiamo fatto salire, intervento non previsto, sul palco di piazza Navona. Che emozione! La cucciola comincia a ruggire!
Quattordici anni! Nessuno ci crede!
Ma cosa sei?
Io, però, ti capisco: a 14 anni già stavo alle manifestazioni per la pace, quando c’era Reagan presidente.
Mi sono ritrovata nella Pantera, un altro movimento studentesco.
E oggi sono qui, che mi rivedo in te… e ascolto le tue parole a Annozero e mi dico “non ci sono ancora riuscita. Ancora non posso consegnare questo mondo a ragazzi come Cecilia”. Non possiamo lasciarvi questo.
Ed ecco perchè, da domani, sarò più forte di prima nell’urlare che è tempo di cambiare! E’ tempo di uscire dalle tane! E’ tempo di alzare la testa!
Io non ho figli. Non ancora, ma se li avessi, cara, piccola Cecilia, vorrei che fossero come te. Attenti a ciò che li circonda e non solo presi dalle ubriacature televisive.
Cecilia, io ti ho vista ridere. Sei fresca come una rosa. Non sei nata vecchia solo perchè ti interessi di ciò che ti circonda o addirittura di ciò che è passato.
La tua passione per la richiesta di chiarezza sull’agenda rossa di Paolo Borsellino dovrebbe essere un insegnamento per tutti quegli adulti che, in questi anni, hanno preferito far finta di niente.
Domani ci vedrà ancora insieme, intanto, io spero di cominciare a vedere altri quattordicenni come te frequentare le nostre manifestazioni.
Di mio posso solo dire che continuerò a fare di tutto per rendere migliore, ogni giorno di più, questo mondo.
Grazie Cecilia, per avermi dato altra energia! Buon lavoro!

Giustizia per la strada

Dal Fatto Quotidiano di oggi sono venuta a conoscenza che domenica prossima (11 ottobre) ci sarà una manifestazione organizata dalla Fondazione ANIA per la sicurezza stradale.
Sarà una catena umana a terra, a formare una simbolica barriera di dissuasori umani in via dei Cerchi, a Circo Massimo, alle 9.30.
Solo la città di Roma vede 200 morti l’anno e, al di là dei problemi legati alla sicurezza vera e propria, carente ovunque, esistono i problemi legati alla giustizia.
I parenti delle vittime non conoscono giustizia, perchè non c’è un giusto processo. Anche questo dimostrato dall’accaduto relativo la morte di due ragazzi a Roma nel 2008: in primo grado il pirata viene condannato per “omicidio volontario”, cono dolo eventuale, in appello gli viene derubricato in “omicidio colposo“. Dimezzando, così, di fatto, la pena da dieci a cinque anni.
Come fa notare Il Fatto Quotidiano, in Parlamento è rimasta la proposta di legge che chiede la modifica dell’articolo 111 della Costituzione “sul giusto processo”. Chissà se iniziative come quella di domenica serviranno, oltre che a sollecitare le richieste relative alla sicurezza, a sollecitare anche le richieste relative alla giustizia

Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto

Ancora veleno. Ancora morte. Ancora tumori. Ancora malattie. Ancora la cosapevolezza di non essere cittadini nel senso latino del termine: “civis romanus sum
A noi, cittadini, sono rimasti solo i doveri e ogni giorno i nostri diritti vengono calpestati. Uno su tutti, il fondamentale: il diritto alla salute!
La storia di Crotone è solo l’ultima, ennesima ipocrisia di quegli Enti Locali che sanno e tacciono. O peggio, ci guadagnano.
Civitavecchia: la conversione a carbone della Centrale Enel produce vantaggi per i Comuni limitrofi, ma non per i cittadini che li abitano. Per esempio, devono cambiare le coltivazioni da agricoltura in floricoltura perché i prodotti non potranno essere mangiati.
Cosa è successo a Crotone? Che non ci interessa dell’ambiente che ci ospita, dei frutti che ci offre e degli spazi che occupiamo, abusivamente, su questo passaggio terreno e senza possibilità di condoni. Ogni nostra azione positiva o negativa ha delle conseguenze, ma noi agiamo senza riflettere.
E, per l’ennesima volta, gli interessi economici hanno prevalso.
Per l’ennesima volta, lavoratori hanno lavorato inconsapevolmente o, più semplicemente, costretti dal bisogno, proprio come coloro che per anni hanno manipolato l’amianto, portandosi le fibre in casa e facendo morire anche le mogli che gli lavavano le tute. Anche oggi c’è il bollettino di guerra di situazioni simili.
Per l’ennesima volta i cittadini sono stati svenduti al miglior offerente, e poco importa se le vittime siano bambini o anziani. L’ambiente è andato. L’acqua è andata. La terra è andata. E gli animali sono andati, perché anche loro sono vissuti in ambienti tossici, come le pecore alla diossina.
E non voglio immaginare come stiano i nostri poveri animali domestici. Ho intenzione di cominciare a sollecitare dei monitoraggi ambientali a partire dai dati che hanno i veterinari di zone a rischio. Voglio fare al contrario: se delle persone non gliene frega niente, ma non ti fanno accedere ai dati, forse con i dati degli animali ce la posso fare a ricostruire situazioni a rischio! Quando sono stata candidata a sindaco di Roma avevo sottoscritto degli impegni con la LAV: non credo che certi impegni dipendano solo dal fatto di essere candidati ad entrare in politica. Certi impegni fanno parte del quotidiano. Ed io li sento ancora tali. Ognuno di noi dovrebbe attivarsi.
Io credo solo in una cosa: nel potere che hanno i singoli quando si incazzano e si uniscono.
Io ho fatto così per tutelare me ed i miei colleghi dallo scellerato datore di lavoro dove sono stata per 5 anni: mi sono incazzata per prima. MI sono presa i loro improperi perché ho fatto denunce ad oltranza, trascinando l’amministratore delegato in Tribunale. Temevano di perdere il lavoro: in pochi avevano capito che stavano rischiando la vita, usando prodotti teratogeni, per gli interessi di uno solo.
Ho insistito e ce l’ho fatta: non lavoriamo più per lui. Siamo stati tutti ricollocati grazie alla mia tenacia e al sostegno della sigla sindacale cui appartengo.
Ma in quanti capiranno? In quanti, dopo aver letto queste mie righe, leggerete le schede tecniche dei prodotti che usate sui posti di lavoro? Quanti si chiederanno che sostanze vengono sversate quotidianamente nelle nostre fogne, da chi fa i lavori in città? Quanti smetteranno di buttare lavatrici, televisori, batterie, cellulari o altro senza criterio?
Tutto ciò che facciamo può contribuire a migliorarci o peggiorarci la vita. Allora, io invito tutti voi alla consapevolezza di ogni vostro, piccolo, apparentemente insignificante, gesto: siete precari e accettate di buttare ovunque i fusti con materiali tossici, ovunque??? Alzate la testa: domani i vostri figli mangeranno i frutti di quella terra contaminata. Sversate veleni nei fiumi? Fermatevi: l’acqua è ovunque, l’acqua va ovunque, quel veleno ritorna sotto forma di un pesce o di qualcos’altro.
Potrei andare avanti, ma chiuderò con un pensiero a cui tengo tanto:

“Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto,
l’ultimo fiume avvelenato,
l’ultimo pesce pescato,
vi accorgerete che non si può mangiare il denaro.
La nostra terra vale più del vostro denaro.
E durerà per sempre.
Non verrà distrutta neppure dalle fiamme del fuoco.
Finchè il sole splenderà e l’acqua scorrerà,
darà vita a uomini e animali.
Non si può vendere la vita degli uomini e degli animali;
è stato il Grande Spirito a porre qui la terra
e non possiamo venderla
perchè non ci appartiene.
Potete contare il vostro denaro
e potete bruciarlo nel tempo in cui un bisonte piega la testa,
ma soltanto il Grande Spirito sa contare i granelli di sabbia
e i fili d’erba della nostra terra.
Come dono per voi vi diamo tutto quello che abbiamo
e che potete portare con voi,
ma la terra mai.”
Piede di Corvo, Piedineri

Una nuova Resistenza

NE E’ VALSA LA PENA!!! Davvero è valso ammazzarsi tanto: non dormire per quasi tutti i tre giorni precedenti il nostro corteo del 26 settembre a Roma; per curare i dettagli, creare lo striscione di apertura, chiamare i latitanti, pensare a cosa era rimasto da comprare, aiutare Sonia a far entrare l’agenda rossa al Quirinale. E’ valsa la pena abbandonare per qualche giorno il mio blog…
Insomma, lo sforzo è stato ripagato dal successo di una giornata emozionante, a momenti commovente, a momenti galvanizzante.
Che sarebbe stata una giornata memorabile si è capito da subito: alle 14, piazza Bocca della Verità si stava riempiendo di striscioni e agende rosse. I funzionari dell’ATAC e della Polizia chiedevano conferme sul numero dei partecipanti, ma si sono resi conto da soli che le nostre aspettative di 2000 persone sarebbero state riduttive: siamo stati più di 3000, checchè se ne dica sui giornali. Come al solito bisogna esserci per capire le cose come stanno.
Alle 15.30, puntualissima, la testa del corteo con lo striscione che diceva: “Apri gli occhi, osserva, non chiudere le orecchie, ascolta. Solo così potrai sentire il fresco profumo di libertà“, si è mossa.
SALVATORE BORSELLINO, SONIA ALFANO, LUIGI DE MAGISTRIS, GIOACCHINO GENCHI, GIANLUCA MANCA e TANTI RAGAZZI a portare lo striscione e scandendo slogan significativi: FUORI LA MAFIA DALLO STATO.
un sole incredibile ha accompagnato tutto il corteo.
Gli interventi dal palco sono stati la base della costruzione di una nuova Resistenza. Sabato 26 settembre qualcosa è cambiato in questo paese cloroformizzato. E’ dal 28 gennaio di quest’anno che ci stiamo lavorando. Il 19 luglio a Palermo è stato il rodaggio intermedio, e il 26 a Piazza Navona una meravigliosa tappa che ci porterà lontano.
Noi non stiamo mollando… e si vede!
Avrei una lista di ringraziamenti, oltre quel che ho detto dal palco di piazza Navona: li faccio qui, come se fossi sola, perché io sono stata davvero colpita da quella piazza senza bandiere di partito. Anche Italia dei Valori, pur avendo dato il contributo economico per la riuscita della manifestazione, NON HA VOLUTO esporre simboli di partito. Forse si è capito che il partito c’è, e si sa, ma che certe situazioni hanno bisogno solo dell’appoggio umano, di cittadino consapevole, che così non si può andare avanti, che si deve fare qualcosa e lo si deve fare tutti insieme.
Ecco perchè il mio, personale, ringraziamento va, in particolare, ad Antonio di Pietro perchè come tale si è fatto presentare sul palco, senza orpelli.
Il mio orgoglio per aver dato il voto a Sonia Alfano e Luigi de Magistris è sempre più grande. Grazie a loro, perché per la prima volta sento di non aver sprecato il mio voto.
Un sentito grazie a Gioacchino Genchi, perché ha infervorato la piazza con le sue parole.
E un grazie particolare a Gianluca Manca, perchè con la sua estrema pacatezza continua a portare la testimonianza per ricordare il fratello Attilio.
E Benny Calasanzio che ha fatto uno strepitoso intervento condito di sana rabbia? lo ringrazierò sempre per avermi fatto capire bene che i tirapiedi dei mafiosi sono dei poveracci. Nonostante credano di avere tutto non hanno niente: il rispetto se lo devono comperare; l’amore lo devono comperare; spesso devono vivere in latitanza… che vita è?
Forse lo sa bene Pino Masciari, il testimone di giustizia che tanti ne ha denunciati e fatti arrestare e deve vivere in destinazioni segrete. Grazie Pino per essere stato con noi.
La meravigliosa sorpresa dell’intervento, non previsto, di due ragazze, una più giovane dell’altra ma che con la loro freschezza hanno davvero portato su Piazza Navona “il fresco profumo di libertà”. Grazie Martina di Gianfelice: sarai un gran giudice. E grazie Cecilia Sala… 14 anni di sano orgoglio ITALIANO!
Gli interventi telefonici di Beppe Grillo, di Marco Travaglio, di Giulio Cavalli, sono stati un meraviglioso contributo. GRAZIE!
Il simpatico intervento di Francesca Fornario, che solo quando si è messa il cappellino ho riconosciuto. Grazie. Il rap di Emiliano Morrone ed Alex Cimino: spero riusciremo a farlo girare. Grazie ragazzi per esserci stati! Vorrei continuare all’infinito, perché davvero devo ringraziare tutti e tutti dobbiamo ringraziare Salvatore Borsellino: un grande uomo che ci sta indicando la strada. GRAZIE!
Il Service e la Security hanno contribuito enormemente al nostro successo! Grazie ragazzi!
In particolare e dulcis in fundo, ci sono persone che non saprei da dove cominciare a ringraziare semplicemente perché esistono e ci sono sempre e si danno da fare, dietro le quinte, senza apparire. Senza volere apparire, solo per il gusto di far riuscire gli appuntamenti e per far star bene tutti. Sono i miei amici dei Grilli del Pigneto: Stefano Franco, Beatrice Andolina, Valerio Petrucci, Serena Tiracchia, Guido Di Gennaro e la sua, la nostra Pat. Sono persone come loro che mi danno sempre nuova energia per continuare. Anche quando sbagliamo, ci guardiamo in faccia e ricominciamo.
La strada ce la sta indicando Salvatore, ma io voglio percorrerla con loro… e con “le Federiche”!

Il dovere di un padre

Andando al lavoro oggi, ho visto attaccare manifesti del sindaco Alemanno che dicevano quanto segue: “Regina Elena: un ospedale restituito alla città”. Ma va?
Non direi, visto che quando ospedale lo era davvero è stato chiuso per preparare insediamenti di uffici amministrativi o altro.
Settembre a Roma è iniziato con lo sgombero del Regina Elena, ospedale chiuso nel 2001, abbandonato a se stesso fino al 2007 quando fu occupato da 200 famiglie.
Personalmente avevo ben visto l’occupazione dei comitati dei senza casa: almeno hanno vigilato sulla struttura, monitorato le apparecchiature abbandonate, tenuto sotto controllo le cartelle cliniche dimenticate con i dati di noi cittadini.
Soprattutto avevo ben visto il recupero: quel che non si dice di queste “occupazioni abusive” è che vengono occupati edifici pubblici in totale abbandono e recuperati piano piano dagli occupanti, che non hanno casa per i ben noti problemi dell’emergenza abitativa che affliggono tutta Italia, Roma in particolare.
A riguardo, infatti, ricordo quanto disse Andrea Alzetta: era giugno 2007 e lui era portavoce di Action il movimento che aveva occupato la palazzina ed oggi consigliere comunale a Roma.
Io persevero nel credere che siamo in uno Stato di diritto, però mi rendo conto della disperazione che un padre di famiglia prova nel non poter dare un tetto ai propri figli, e che questo padre si chieda dove finisca il diritto, calpestato, del cittadino e dove inizi il dovere del padre. La domanda è sempre la stessa: lo Stato dov’è, visto che ora gli sgomberati del Regina Elena sono stati “ammucchiati” (vedi pag 17 di E-Polis Roma di oggi) in un residence dove hanno acqua tiepida e bagni in comune?

Al fuoco!

Ieri mattina ho letto su E-Polis, edizione di Roma, la splendida possibilità di assistere alle prove aperte del concertone previsto per oggi che Lorin Maazel avrebbe tenuto alla presenza delle più alte cariche dello Stato.
Adoro la musica classica e adoro Lorin Maazel, per cui mi sono fiondata. Alle 20.00 ero in fila con centinaia di persone. Alle 20.50 le gentili signorine dell’accoglienza hanno fatto dirigere gli spettatori, melomani, alle poltrone della platea. La galleria sarebbe stata aperta solo dopo aver riempito la platea. E così è avvenuto. Una sala da 2800 persone è stata colmata da persone che non vedevano l’ora di ascoltare Lorin Maazel.
La Presidente della Compagnia per la Musica in Roma ha presentato l’iniziativa “per celebrare il valore della pace, in una data che è ormai entrata nella memoria collettiva”: la tragedia delle Twin Towers.
Ebbene, mentre ero rapita dall’estasi collettiva mi è venuto in mente che per tutta la durata della fila, l’ingresso in sala, i preparativi, l’inizio, in tutto avrò visto solo 2 vigili del fuoco. E allora mi sono allarmata!
E’ da maggio che sollecito il Sindaco di Roma riguardo la sospensione del servizio Antincendio all’interno dell’Auditorium. Decisione unilaterale per la quale, come sindacato, abbiamo chiesto l’intervento di tutti gli organismi preposti. Tanto che tre consiglieri comunali (Gemma Azuni, Andrea Alzetta e Paolo Masini) hanno presentato un’interrogazione urgente, a cui non c’è ancora risposta… e meno male che era urgente!
Ieri sono uscita nella pausa che Lorin Maazel ha effettuato tra il secondo e il terzo movimento della Nona sinfonia di Beethoven. Stavo morendo di caldo. Ho fatto un giretto prima di andarmene e non ho visto altri Vigili del Fuoco rispetto a quelli visti inizialmente e che, comunque, si erano diretti verso un’altra sala (Sinopoli, che ospita 1200 persone) dove iniziava il Festival del Flamenco.
A questo punto la domanda sorge spontanea: ma quanti Vigili del Fuoco sono stati chiamati a vigilare su degli eventi pubblici a cui assistono intorno alle 2000 persone (solo di visitatori) in una sera sola?
Vorrei leggeste tutti nella lettera aperta al Sindaco di Roma, per capire meglio la situazione: il Parco della Musica è una meravigliosa struttura che ospita quotidianamente centinaia di persone che, fino ad aprile di quest’anno, potevano contare sulla presenza h24 di un servizio antincendio pagato dai cittadini stessi (poichè “Musica per Roma”, la Fondazione che gestisce tutto, ha copertura finanziaria del Comune di Roma per il 95% e dalla Camera di Commercio per il restante 5%).
Leggete anhe l’interrogazione promossa dai Consiglieri Comunali: chiedono puntualmente cosa stia succedendo, senza ottenere risposta.
Vi lascio con una certezza: per ora la domanda di quanti Vigili del Fuoco siano stati chiamati per l’evento di ieri sera la metto qui, sul mio blog, ma formalizzerò la stessa richiesta al Comando Provinciale dei VV.FF. di Roma, presentando, contestualmente, denuncia dell’accaduto all’Ispettorato del Ministero del Lavoro… tanto mi conoscono già!
Ho già dato tanto per quel che concerne la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, non amo le morti bianche: le combatto da sempre.